Allacciate le cinture |
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Un film di Ferzan Ozpetek.
Con Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Scicchitano, Francesco Scianna, Carolina Crescentini.
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Commedia,
durata 110 min.
- Italia 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 6 marzo 2014.
MYMONETRO
Allacciate le cinture ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Il circolo vizioso
di max.antignanoFeedback: 837 | altri commenti e recensioni di max.antignano |
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lunedì 15 settembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Per chi come me ama Ozpetek e pensa che La finestra di fronte sia uno dei più bei film italiani degli ultimi trentanni è difficile dire se questo ultimo Allacciate le cinture sia piaciuto o no. Sicuramente il paragone, e tra le storie, e nel modo in cui sono raccontate, non regge, e risulta dolorosamente inferiore. Sarà il personaggio del marito che oltre che antipatico sembra stereotipato all'estremo? (a proposito, ma quei tatuaggi non sono un pò troppo "moderni"?) Sarà che il personaggio della moglie risulta troppo, ma davvero troppo apparentemente forte e decisa? Sarà che il rimando tra presente e passato è mal gestito e disorienta lo spettatore? I fantasmi, comparsi in maniera dirompente con la visione di Ambra Angiolini in Saturno Contro e continuati in Mine Vaganti e Magnifica Presenza, sembrano ormai invadere la visone di Ozpetek e dominarla non più solo come espediente narrativo di grande impatto emotivo, ma come ingombrante determinante della storia. Si certo, gli estremi si attraggono, si sa, la vita e la morte, l'odio e l'amore, il presente col passato e il futuro. Ma se questo è il senso del film, è declinato talmente tanto da definire un circolo vizioso anzichè un percorso, col rischio per lo spettatore di non uscirne più. I lati apprezzabili non mancano: La storia è romantica, sensibile, cinica e tenera insieme. Bravi gli attori, alcuni costretti a prove impegnative (che brava Paola Minaccioni, che forza e garbo ha saputo dare al suo personaggio), qualche situazione comica non manca (ma in un film di opposti i contraltari forse avrebbero dovuto essere di più), i grandi comprimari non mancano (la parrucchiera stronza è esilarante), l'ambientazione (Lecce) è bellissima e la luce straordinaria .
In sostanza il giudizio è medio-basso perchè l'aspettativa era alta. Se Ozpetek è sempre autobiografico (perlomeno nella citazione di eventi della sua vita, consigliatissima la lettura del suo libro Rosso Istambul ), tuttavia non si può dire le stesse cose senza rischiare di deludere. Ecco perchè l'esigenza di un cambio di passo, di una evoluzione, sembra necessaria, per chi come lui potrebbe essere non un grande regista italo-turco, ma un grande regista. Punto. Senz'altro.
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