Allacciate le cinture (2014) film di Ferzan Ozpetec con Kasia Smutniak, Paola Minaccioni, Luisa Ranieri, Carolina Crescentini, Francesco Arca, Filippo Scicchitano, Francesco Scianna, Elena Sofia Ricci, Carla Signoris, Giulia MIchelini
Un’altra bellissima opera del grande Ozpetec che comincia in sordina, dopo l’iniziale pugno allo stomaco che denuncia un caso comune di maleducazione e razzismo, a tal punto che si stenta a riconoscerne la mano nei primi venti minuti, ma l’atmosfera diventa subito leggera con l’esposizione delle vite un po’ frivole dei personaggi: situazioni goliardiche di giovani come tanti, coinvolti in relazioni superficiali, per lo più di tipo solo sessuale… ma attenzione… in questo mondo dove nessuno sembra prendere nulla sul serio… è bene allacciare le cinture e prepararsi allo schianto perché la curva mortale è proprio dietro l’angolo. Quando le vite di Elena, interpretata dalla bellissima e brava Kasia Smutniak, di Fabio, Silvia, Antonio e Giorgio sembrano aver raggiunto pieno equilibrio, Elena scopre di essere affetta da cancro al seno e la tragedia della malattia colpisce tutta la famiglia e gli amici che non la lasciano un attimo sola, nella stanza d’ospedale che condivide con Egle, interpretata dalla straordinaria Paola Minaccioni, che aveva già dato prova di grandi doti interpretative in “Mine vaganti”. Da questo momento in poi il film suscita una valanga di forti emozioni che fanno scaturire lacrime e risate sfrenate.
Apprezzabile l’uso del flashback attraverso il quale, verso la conclusione, si svelano dettagli della relazione in fase nascente fra Elena e Antonio e delle metafore paesagistiche: scorcio di mare calmo e in tempesta.
Il tema della tragedia umana e del dolore che provoca è trattato con grande sensibilità ed efficacia e, come di consueto nei film di Ozpetec, presenti anche quelli dell’omosessualità e della bizzarria in cui è maestra interpretativa la sempre simpaticissima Elena Sofia Ricci.
Magnifiche la fotografia e la colonna musicale. Particolarmente apprezzate la canzone turca o araba nella scena della corsa in moto e quella finale “A mano a mano” di Rino Gaetano.
Applausi!
Rita Branca
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