giulio vivoli
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domenica 9 marzo 2014
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cinture inutili
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Il titolo, che già da solo richiama il filone della commedia buonista nazional-popolare, è un ammonimento senz'altro eccessivo rispetto ai pochi rischi che prende questo film assai poco coraggioso, forse il meno tale fra tutti i film di Ozpeteck, che in passato ha dimostrato di affrontare prima di altri registi temi scomodi come l'omosessualità o l'ipocrisia delle convenzioni sociali in piccoli capolavori di sceneggiatura come Le Fate Ignoranti o Mine Vaganti.
In Allacciate le Cinture gli unici scossoni sono determinati dai salti temporali di quindici anni dopo e prima gli intrecci sentimentali con cui parte il film, ma non si avverte mai un'accelerazione o uno scossone che possa scuotere veramente come promesso dal titolo: al contrario i ritmi sono della fiction più rassicurante e si respira un' atmosfera eccessivamente sdramatizzante ed edulcorata anche di fronte alla malattia e alla morte, tanto da far sembrare tutto un po' finto e di maniera.
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Il titolo, che già da solo richiama il filone della commedia buonista nazional-popolare, è un ammonimento senz'altro eccessivo rispetto ai pochi rischi che prende questo film assai poco coraggioso, forse il meno tale fra tutti i film di Ozpeteck, che in passato ha dimostrato di affrontare prima di altri registi temi scomodi come l'omosessualità o l'ipocrisia delle convenzioni sociali in piccoli capolavori di sceneggiatura come Le Fate Ignoranti o Mine Vaganti.
In Allacciate le Cinture gli unici scossoni sono determinati dai salti temporali di quindici anni dopo e prima gli intrecci sentimentali con cui parte il film, ma non si avverte mai un'accelerazione o uno scossone che possa scuotere veramente come promesso dal titolo: al contrario i ritmi sono della fiction più rassicurante e si respira un' atmosfera eccessivamente sdramatizzante ed edulcorata anche di fronte alla malattia e alla morte, tanto da far sembrare tutto un po' finto e di maniera.
E' vero che il cinema di Ozpeteck è anche poesia e analisi leggera e ironica della realtà, ma qui è tutto troppo convenzionale, compresi gli ambienti interni fighetti da deplian pubblicitario e gli esterni da cartolina turistica. E il lungo flashback finale ripetitivo dell'incontro istintivo e naturale fra i due protagonisti conclude in modo poco ispirato un tranquillo viaggio senza particolari sussulti.
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no_data
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domenica 9 marzo 2014
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un film che coinvolge
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la storia non è originale come quella de "le fate ignoranti" e non c'è la poesia de "la finestra di fronte" , ma lo spettatore ride con i personaggi buffi che fanno da contorno ai protagonisti e piange con la protagonista che soffre per la malattia. film da vedere...
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alehat
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domenica 9 marzo 2014
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ancora 15 minuti
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Visto. Detto che forse avevo un'alta aspettativa, dico: si bello, ma mi sono mancati quei 15 minuti per commuovermi e per interiorizzare le emozioni, almeno le più intense che ho provato durante la visione. Cmq non paragonabile ai capolavori di Ferzan. Mine Vaganti resta il vero e grandioso omaggio a Lecce; qui, sindaco a parte, Lecce emerge poco e fa solo da sfondo seppur con la sua unica e accecante luce. Elena e Antonio sono meravigliosamente belli e bravi, la zia già vista, il gay sobrio molto apprezzato. Egle intensa! Maricla simpaticissima. Quel colpo di fulmine immediatamente amore lo dovremmo provare tutti!
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maurizio meres
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domenica 9 marzo 2014
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un film dall'altri tempi
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Bel film ,ottime le interpretazioni ,dialogato attraverso la profondità espressiva degli sguardi alla perfezione , ottimi i cambi scena ,molto bello il finale dove l'amore è visto in una forma di purezza e di passione "altri tempi ",il film va visto come una normalissima storia di vita,ritengo che la figura importantissima della donna sia il tema del film ,lei,la madre,la zia ,l'amica ,e le rivali in amore. Ambientato in una bellissima e solare Lecce riesce a colpire lo spettatore per la grande semplicità nell'affrontare un dramma umano,il male fisico,la criticità data da più parti a questo film ,"la professionalità cinematografica di Ferzan non si discute ",sicuramente è data dal fatto di non rispecchiare l'attualità del momento politico sociale e anche culturale,ma di essere una storia comune raccontata con molta tenerezza,consiglio di vedere questo film se non altro per risvegliare in noi stessi alcuni sentimenti umani dormienti , non si può mentire a se stessi.
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Bel film ,ottime le interpretazioni ,dialogato attraverso la profondità espressiva degli sguardi alla perfezione , ottimi i cambi scena ,molto bello il finale dove l'amore è visto in una forma di purezza e di passione "altri tempi ",il film va visto come una normalissima storia di vita,ritengo che la figura importantissima della donna sia il tema del film ,lei,la madre,la zia ,l'amica ,e le rivali in amore. Ambientato in una bellissima e solare Lecce riesce a colpire lo spettatore per la grande semplicità nell'affrontare un dramma umano,il male fisico,la criticità data da più parti a questo film ,"la professionalità cinematografica di Ferzan non si discute ",sicuramente è data dal fatto di non rispecchiare l'attualità del momento politico sociale e anche culturale,ma di essere una storia comune raccontata con molta tenerezza,consiglio di vedere questo film se non altro per risvegliare in noi stessi alcuni sentimenti umani dormienti , non si può mentire a se stessi.
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chimera57
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domenica 9 marzo 2014
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allacciate le cinture ragazzi....questa è la vita
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Ferzan Ozpetek,è uno che sa come scandagliare e mettere a nudo i sentimenti ma, in questo film credo che sia rimasto molto in superficie e non mi spiego il perché !!!
Certo il tema trattato non era dei più semplici ,anche se alleggerito dalla delicatezza del regista nel trattare certi argomenti .
E’ forse(secondo il mio modestissimo parere) proprio questo che non ha funzionato,questo mantenersi a pelo d’acqua,…..e lo dico IO che sono una fan sfegatata di Ferzan !!!
Da Ferzan mi aspetto quel qualcosa …quello scatto in più….
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Ferzan Ozpetek,è uno che sa come scandagliare e mettere a nudo i sentimenti ma, in questo film credo che sia rimasto molto in superficie e non mi spiego il perché !!!
Certo il tema trattato non era dei più semplici ,anche se alleggerito dalla delicatezza del regista nel trattare certi argomenti .
E’ forse(secondo il mio modestissimo parere) proprio questo che non ha funzionato,questo mantenersi a pelo d’acqua,…..e lo dico IO che sono una fan sfegatata di Ferzan !!!
Da Ferzan mi aspetto quel qualcosa …quello scatto in più….che ti mette in subbuglio e ti fa fare un salto…..
qui invece siamo alla scontata chiusura di un cerchio!!!
Riguardo la bravura dei protagonisti ,nulla da dire su Kasia(Elena)....bravissima e intensa come non mai !!!
La fisicità di Arca(Antonio) è......innegabile......e perfetta per il ruolo!!!
Di Ferzan amo la sviscerata passione con la quale affronta i sentimenti...nel bene e nel male....
Una delle scene che mi è piaciuta di più è quella del dialogo\non dialogo in cucina tra i due protagonisti.....alchimia\incomunicabilità.
Alchimia dei corpi dettata da una passione che proprio perchè tale è incontrollabile e secondo i luoghi comuni a lungo andare dovrebbe scemare...qui invece è alla base di questo rapporto che nonostante tutto resisterà al tempo!!!
Il TEMPO......
secondo me è proprio il tempo....il vero protagonista del film...
il tempo che passa.......che muta le situazioni inevitabilmente....ma non cambia...i SENTIMENTI quando ci sono e sono veri !!!
ALLACCIATE le CINTURE ragazzi….questa è la VITA !!!
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flaw54
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domenica 9 marzo 2014
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un film non ben riuscito
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Da Ozpetek ci aspettavamo sicuramente di piu', perche' questo suo film lascia sinceramente perplessi e sembra volutamente codtruito su silenzi e non detti piu' di facciata che veramente necessari.Intensa e profonda la prova della Smutniak, piacdvole e simpatica quella di Scicchitano, neppure da disprezzare quella dell'ex tronista. Nonostante un cast generalmente in parte pero' il film porta con sé un senso di non completo con alcune trovate anche divertenti cone ls convlusione, ma che non sspiegano piu' di tsnto nellsilogica narrstiva. Splenfida la canzone finale di Rino Gaetano che, mi vergogns dirlo, non conodcevo.
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(di accio55)
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albydrummer
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domenica 9 marzo 2014
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..un bel film!!
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Molto intenso...brava la Smutniak,di aver interpretato intensamente la sua malattia,la turbolenza arrivata inaspettatamen te. Il percorso della cura e dei personaggi in chiave ironica . L'amica di stanza,anche lei soffrendo,ironizza la sua malattia,il coraggio che è importante anche in questo film,delle persone continuano e vogliono vivere a tutti i costi e rifare e fare cio chenon hanno potuto fare. La tematica dolente,ma anche il coraggio di affrontare e continaure ad e essere sempre innamorati in una situazione inaspettata del finale del film. Aggiungo anche la bellissima canzone"a mano mano"ed un omaggio a Rino Gaetano, che chiude questo film ,magistralmente girato.
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Molto intenso...brava la Smutniak,di aver interpretato intensamente la sua malattia,la turbolenza arrivata inaspettatamen te. Il percorso della cura e dei personaggi in chiave ironica . L'amica di stanza,anche lei soffrendo,ironizza la sua malattia,il coraggio che è importante anche in questo film,delle persone continuano e vogliono vivere a tutti i costi e rifare e fare cio chenon hanno potuto fare. La tematica dolente,ma anche il coraggio di affrontare e continaure ad e essere sempre innamorati in una situazione inaspettata del finale del film. Aggiungo anche la bellissima canzone"a mano mano"ed un omaggio a Rino Gaetano, che chiude questo film ,magistralmente girato.
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stellab
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domenica 9 marzo 2014
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brutto brutto brutto
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Un film molto deludente. Banale e noioso.
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no_data
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domenica 9 marzo 2014
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molto bello
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Sono sempre scissa di fronte ai film di Ozpetek, che a volte ho trovato sorprendentemente banali, altre incredibilmente significativi... Come quest'ultimo.
Come sempre, storie "semplici", addirittura "banali", beh forse storie della vita vissuta, la nostra.
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gummo
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domenica 9 marzo 2014
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vanzina o ozpetek?
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Che Ozpetek avesse finito le idee era evidente e che i bei tempi de "Le Fate Ignoranti" non torneranno mai più anche, ma che addirittura ci propinasse un film che è ai confini del buon cinema non se lo aspettava nessuno.
"Allacciate le cinture" parte male già dal titolo, degno delle boiate di vanziniana memoria, e arriva ancora peggio con un finale inutilmente aperto. Questo è un "film" insulso, è fiction becera da pomeriggi di Rete 4. Il cast traballa eccezion fatta per Carla Signoris.
Le due stelle sono solo di incoraggiamento. Su Ferzan, riprenditi!
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(di pascale marie)
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[+] non è un capolavoro, ma neppure una schifezza ...
(di tiberiano)
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