marylene
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sabato 8 marzo 2014
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quel caldo stile di ozpetek....
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Questo film mi ha scaldato il cuore.
C’è colore, calore, amore… Il colore della vita, il calore dei sentimenti, il valore dell’amicizia e un amore che emoziona, perché poco ragionato, istintivo, apparentemente freddo ma in realtà molto profondo.
Certi critici, pensando di fare i fenomeni, l’hanno subito stroncato, irridendo addirittura ad una delle più belle e toccanti scene del film, dove il protagonista dimostra il proprio amore alla moglie provata e debilitata dalla malattia, nell’unico modo che sa, usando la sua fisicità, che in quel momento, da ruvido ammasso di muscoli si trasforma in una struggente tenerezza, una dolcezza che tocca l’anima.
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Questo film mi ha scaldato il cuore.
C’è colore, calore, amore… Il colore della vita, il calore dei sentimenti, il valore dell’amicizia e un amore che emoziona, perché poco ragionato, istintivo, apparentemente freddo ma in realtà molto profondo.
Certi critici, pensando di fare i fenomeni, l’hanno subito stroncato, irridendo addirittura ad una delle più belle e toccanti scene del film, dove il protagonista dimostra il proprio amore alla moglie provata e debilitata dalla malattia, nell’unico modo che sa, usando la sua fisicità, che in quel momento, da ruvido ammasso di muscoli si trasforma in una struggente tenerezza, una dolcezza che tocca l’anima.
Passano 13 anni dove manca la narrazione, ma loro sono ancora lì, insieme. Bastano i dettagli, gli sguardi, le atmosfere, i silenzi, poche parole, un litigio, un abbraccio per farci capire come possano essere stati quegli anni, con gli alti e bassi che fanno parte della vita, della loro ma anche della nostra.
Nei film di Ozpeteck c’è sempre un piccolo tocco magico, quella sensibilità tutta sua che ne caratterizza lo stile …certe inquadrature evocative, alcuni flash onirici , pochi attimi che sanno essere eloquenti più di tanti discorsi.
Che gli piacciono i corpi maschili si sa, non ne fa mistero e quando può li mostra… in questo caso è un corpo dalla sensualità macha e un po’ cafona…. ma a differenza di troppi registi che ostentano le nudità strizzando l’occhietto malizioso, il suo compiacimento non è mai ipocrita, il suo “voyerismo” non è mai volgare e lo spettatore, quello privo di pregiudizi, lo capisce e ne apprezza la sincerità.
Non c’è nulla che disturbi in questo film e anche i toni , leggerezza e drammaticità, sono ben amalgamati .
Kasia Smutniak è molto brava, sa esprimere e soprattutto trasmettere i propri sentimenti nell’allegria così come nel dolore mentre Arca, che incarna esattamente ciò che il regista voleva, tutto sommato si difende dignitosamente.
Ma sono soprattutto le figure di contorno a spiccare, frizzanti personaggi che con la loro verve comica sanno stemperare le atmosfere in modo garbatamente ironico…. La mamma Carla Signoris, la “zia” Elena Sofia Ricci, l’amica Crescentini, l’amico Scicchitano e la bravissima Paola Minaccioni, che cerca teneramente e disperatamente di alleggerire il suo imminente dramma.
Poi c’è Rino Gaetano con la splendida “A mano a mano”…..
E un’altra cosa, anche noi nel nostro piccolo abbiamo gli attori disposti a modificare il proprio corpo per rendere più credibili i propri personaggi. Arca in poco tempo ha preso su 13 chili e la Smutniak ne ha persi 8.
Non vinceranno certo l’Oscar, questo è sicuro, ma apprezziamone lo sforzo!
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ginzan
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sabato 8 marzo 2014
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il primo film mediocre di ozpetek
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Il primo film assolutamente "DA NON VEDERE" di Ferzan Ozpetek: il trailer non lascia intendere che si sarebbe parlato di una giovane vita sconvolta dal cancro. Il mix di battute comiche ad una realtà amara, rappresentata con dovizia di dettagli, è una miscela improponibile. Al pubblico in sala, data l'ampia diffusione di questa malattia, evoca sentimenti di angoscia ed è sempre pronta la volontà di andar via a metà tempo. Peccato, perché il resto va bene e se proprio avesse voluto calarci in questa triste realtà avrebbe potuto accorciarne la rappresentazione e scegliere un epilogo sul tema che decide di lasciare sospeso.
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Il primo film assolutamente "DA NON VEDERE" di Ferzan Ozpetek: il trailer non lascia intendere che si sarebbe parlato di una giovane vita sconvolta dal cancro. Il mix di battute comiche ad una realtà amara, rappresentata con dovizia di dettagli, è una miscela improponibile. Al pubblico in sala, data l'ampia diffusione di questa malattia, evoca sentimenti di angoscia ed è sempre pronta la volontà di andar via a metà tempo. Peccato, perché il resto va bene e se proprio avesse voluto calarci in questa triste realtà avrebbe potuto accorciarne la rappresentazione e scegliere un epilogo sul tema che decide di lasciare sospeso. Improponibile.
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luca7010
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sabato 8 marzo 2014
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un film mediocre.....
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un film che non parte e non arriva da nessuna parte con dei cliché sia dal punto di vista della storia ( amore, malattia, morte ) che per il cliché ormai troppo usato dal regista con le sue solite ambientazioni , inquadrature etc etc . Complimenti come sempre alla Ricci, Signoris Minaccioni. I protagonisti non riescono ad emozionare
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collella
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sabato 8 marzo 2014
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un'accozzaglia di luoghi comuni
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Prevedibile e banale fin dalle prime sequenze, questo film non ci fa mancare niente: la travolgente passione tra due giovani che più diversi non si può, il matrimonio, due figli, la solida amicizia col bellissimo amico gay, un fratello morto la cui assenza aleggia sullo sfondo della storia, il successo imprenditoriale, un'amante parrucchiera tutta curve e dialetto, una famiglia scombinata colma di affetto, il tumore, la tragedia...il tutto condito da una musica così ridondante e mielosa da provocare la nausea. Difficile trovare una pellicola così scontata, piena di stereotipi e persino noiosa. Forse Ozpetek l'ha fatto apposta per prenderci un po' in giro e se è così ci è riuscito proprio bene.
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Prevedibile e banale fin dalle prime sequenze, questo film non ci fa mancare niente: la travolgente passione tra due giovani che più diversi non si può, il matrimonio, due figli, la solida amicizia col bellissimo amico gay, un fratello morto la cui assenza aleggia sullo sfondo della storia, il successo imprenditoriale, un'amante parrucchiera tutta curve e dialetto, una famiglia scombinata colma di affetto, il tumore, la tragedia...il tutto condito da una musica così ridondante e mielosa da provocare la nausea. Difficile trovare una pellicola così scontata, piena di stereotipi e persino noiosa. Forse Ozpetek l'ha fatto apposta per prenderci un po' in giro e se è così ci è riuscito proprio bene.
Film decisamente mediocre per non dire veramente invedibile.
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tavololaici
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venerdì 7 marzo 2014
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vorrei parlar bene di un film che...
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Vorrei parlar bene di un film che in queste ore viene massacrato dalla critica.
E che invece è interessante.
Tocca due temi non cosi' frequentati dal pubblico piu' grande: la morte e il dolore oncologico, la nostalgia per il vissuto (piu' frequentato come tema).
Dal primo si fugge e si preferisce ignorarlo.
Il secondo viene letto come pratica da romanzetto femm.di terza serie.
E invece...
Si, il film ha le sue pecche.
Odioso davvero il protagonista maschile( perchè ci hai fatto questo, Ferzan??), poco convincente la trama assai classica degli opposti che si attraggono,ecc.
Ma il nocciolo duro è buono assai.
E' un film greco (in senso di grecità: gusto iconografico, atmosfera, immagini,corporeità.
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Vorrei parlar bene di un film che in queste ore viene massacrato dalla critica.
E che invece è interessante.
Tocca due temi non cosi' frequentati dal pubblico piu' grande: la morte e il dolore oncologico, la nostalgia per il vissuto (piu' frequentato come tema).
Dal primo si fugge e si preferisce ignorarlo.
Il secondo viene letto come pratica da romanzetto femm.di terza serie.
E invece...
Si, il film ha le sue pecche.
Odioso davvero il protagonista maschile( perchè ci hai fatto questo, Ferzan??), poco convincente la trama assai classica degli opposti che si attraggono,ecc.
Ma il nocciolo duro è buono assai.
E' un film greco (in senso di grecità: gusto iconografico, atmosfera, immagini,corporeità...) sulla morte (che arriva).
Mica poco.
Troppo sentimentale, si dirà. Ma le persone comuni -quando gli tocca affrontare il problema (senza essere degli specialisti e dei professionisti dei reparti di medicina) - lo sono.
E vanno , proprio cosi, a riannodare i fili dei ricordi.
Mica è cosi' un privilegio morire avendo un tempo (cosi' lungo) per pensarci lucidamente su.
Si, un film che ho visto con piacere, interesse, perchè no, perchè no.Si.
Gianni Buganza
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nicolapg88
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venerdì 7 marzo 2014
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ferza non mi deludi mai
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FInito da poco di vedere questo Capolavo....
Grande Ferzan Ozpetek. Non mi deludi mai!
Un gran bel film grazie a dei attori altrettanto bravi, pure Francesco Arca stavolta riceve i miei piu sinceri complimenti
Kasia Smuntiak stupenda come non mai.
Bellissima Storia anche se il finale lascia un po perplessi
Sicuramente da vedere..lo Consiglio vivamente
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franky108
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venerdì 7 marzo 2014
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potente e toccante
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Una storia d'amore come non si vedeva da tempo.
Elena e Antonio sono due facce della stessa medaglia.
Lei(Smutniak) di famiglia borghese,alla mano, gentile, solare e con una vitalità fuori dal comune e lui (Francesco Arca)dal fisico statuario,pieno di tatuaggi, massiccio, burbero,oscuro,omofobo,razzista e rude.
Apparentemente i due non condividono nulla eppure il destino li farà avvicinare così tanto da creare una famiglia.
Anni dopo tutto cambia;Elena si ammala e allora tutti quelli che la conosco si danno da fare per farla sentire meglio.
Persino Antonio riesce finalmente a dimostrare tutto il suo valore.
Il loro amore complesso,e incomprensibile fino a quel punto, diventa palese(estremamente toccante la scena d'amore in ospedale), comincia ad aprirsi con Fabio,il migliore amico gay di lei, e finalmente tutta la paura,i sentimenti assopiti e le emozioni vengono a galla.
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Una storia d'amore come non si vedeva da tempo.
Elena e Antonio sono due facce della stessa medaglia.
Lei(Smutniak) di famiglia borghese,alla mano, gentile, solare e con una vitalità fuori dal comune e lui (Francesco Arca)dal fisico statuario,pieno di tatuaggi, massiccio, burbero,oscuro,omofobo,razzista e rude.
Apparentemente i due non condividono nulla eppure il destino li farà avvicinare così tanto da creare una famiglia.
Anni dopo tutto cambia;Elena si ammala e allora tutti quelli che la conosco si danno da fare per farla sentire meglio.
Persino Antonio riesce finalmente a dimostrare tutto il suo valore.
Il loro amore complesso,e incomprensibile fino a quel punto, diventa palese(estremamente toccante la scena d'amore in ospedale), comincia ad aprirsi con Fabio,il migliore amico gay di lei, e finalmente tutta la paura,i sentimenti assopiti e le emozioni vengono a galla.
Insomma difficile da spiegare a parole poichè "Allaciate le cinture" è un film che va vissuto e che ti lascia con lo stomaco sottosopra.
Credo uno dei più profondi di Ozpetek,di difficile interpretazione e con un cast da favola(Arca,inaspettatamente,compreso)
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giand.
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venerdì 7 marzo 2014
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ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso
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Soffia sul viso la passione, poi il dramma ed infine la speranza. Mescolati con l'arte del grande regista, mai prevedibile, difficilmente scontato.
Rubano un sorriso Paola Minaccioni ironica malata, le sorelle Elena Sofia Ricci e Carla Signoris ed un'inedito Scicchitano. Dal mio punto di vista il film non pretende di insegnare nulla. Riconosce la giusta importanza alla passione - spesso messa in secondo piano rispetto a più puri sentimenti - e racconta con sensibile ironia i momenti difficili della vita. Un'ottima sceneggiatura ed una canzone finale che lascia il segno. Ti soffia sul cuore e ti ruba l'amore.
(Chi fosse in dubbio per la presenza di Arca non si preoccupi, è perfetto nel suo ruolo, non stona affatto)
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carletta-kino
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venerdì 7 marzo 2014
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non ci siamo
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Una trama esile esile con dei dialoghi spesso troppo banali. Ci si annoia quasi da subito.
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dave1988
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venerdì 7 marzo 2014
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consigliato!
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Attualmente, il giudizio complessivo del film è "Consigliato: no". Mi pare un giudizio inappropriato, se consideriamo che altri film di levatura inferiore sono "Ni" o addirittura "Sì".
Piaccia o no, il film è oggettivamente ben realizzato e merita di essere visto: non è uno di quei film che ti fanno uscire dal cinema con la sensazione di aver speso i tuoi soldi per niente e che non ti rimarrà nulla (i sopracitati film classificati come "Ni" o "Sì"). Tuttavia, è vero che non siamo ai livelli de "Le fate ignoranti" "Saturno contro" e "Mine vaganti" e che Ozpetek, anche questa volta, ripropone quei temi, quelle macchiette e quegli elementi a lui tanto cari che, alla lunga, possono stufare.
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Attualmente, il giudizio complessivo del film è "Consigliato: no". Mi pare un giudizio inappropriato, se consideriamo che altri film di levatura inferiore sono "Ni" o addirittura "Sì".
Piaccia o no, il film è oggettivamente ben realizzato e merita di essere visto: non è uno di quei film che ti fanno uscire dal cinema con la sensazione di aver speso i tuoi soldi per niente e che non ti rimarrà nulla (i sopracitati film classificati come "Ni" o "Sì"). Tuttavia, è vero che non siamo ai livelli de "Le fate ignoranti" "Saturno contro" e "Mine vaganti" e che Ozpetek, anche questa volta, ripropone quei temi, quelle macchiette e quegli elementi a lui tanto cari che, alla lunga, possono stufare. Inoltre, mancano quelle frasi che, negli altri film di Ozpetek, andavi a trascrivere sul cellulare perchè ti colpivano.
Un film che fa riflettere sulla malattia e che trasmette la sofferenza di chi la vive ma che, come tutti i film di Ozpetek, trasmette una grande speranza e passione per la vita. Una vita che è fatta anche di malattia, morte e tradimenti. Il tutto è trattato senza pesantezza, anzi sono molti i momenti comici all'interno della narrazione, affidati soprattutto alle bravissime Paola Minaccioni e Elena Sofia Ricci.
Sicuramente, andrò a rivederlo.
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