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no_data
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domenica 9 marzo 2014
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molto bello
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Sono sempre scissa di fronte ai film di Ozpetek, che a volte ho trovato sorprendentemente banali, altre incredibilmente significativi... Come quest'ultimo.
Come sempre, storie "semplici", addirittura "banali", beh forse storie della vita vissuta, la nostra.
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gummo
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domenica 9 marzo 2014
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vanzina o ozpetek?
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Che Ozpetek avesse finito le idee era evidente e che i bei tempi de "Le Fate Ignoranti" non torneranno mai più anche, ma che addirittura ci propinasse un film che è ai confini del buon cinema non se lo aspettava nessuno.
"Allacciate le cinture" parte male già dal titolo, degno delle boiate di vanziniana memoria, e arriva ancora peggio con un finale inutilmente aperto. Questo è un "film" insulso, è fiction becera da pomeriggi di Rete 4. Il cast traballa eccezion fatta per Carla Signoris.
Le due stelle sono solo di incoraggiamento. Su Ferzan, riprenditi!
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(di pascale marie)
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[+] non è un capolavoro, ma neppure una schifezza ...
(di tiberiano)
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ralphscott
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domenica 9 marzo 2014
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incisivo e discontinuo
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Innanzitutto una lode al commento di Roy Menarini:inquadra alla perfezione ciò che ho visto ieri sera in sala,spettacolo dell'una di notte (quindi se ho perso qualche sfumatura,nonostante pepsi e caffé, sono scusabile). Mi rimangono impresse bellissime scene,su tutte la rincorsa di Elena sino all'officina e la carnivora necessità di impossessarsi del corpo che lei,e gli spettatori con lei,desiderano. E' Antonio,un perfetto stereotipo dell'immaginazione,meccanico sulle cui mani unte di grasso il regista indugia senza esitazione. Se tutta la prima parte lascia perplessi per una sceneggiatura che non si capisce dove voglia portarci,alla fine i conti tornano abbastanza.
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Innanzitutto una lode al commento di Roy Menarini:inquadra alla perfezione ciò che ho visto ieri sera in sala,spettacolo dell'una di notte (quindi se ho perso qualche sfumatura,nonostante pepsi e caffé, sono scusabile). Mi rimangono impresse bellissime scene,su tutte la rincorsa di Elena sino all'officina e la carnivora necessità di impossessarsi del corpo che lei,e gli spettatori con lei,desiderano. E' Antonio,un perfetto stereotipo dell'immaginazione,meccanico sulle cui mani unte di grasso il regista indugia senza esitazione. Se tutta la prima parte lascia perplessi per una sceneggiatura che non si capisce dove voglia portarci,alla fine i conti tornano abbastanza. Ho trovato fastidiosi i reiterati dialoghi volgari ad inizio film e l'esibizione dei tatuaggi anche laddove non risultasse necessario-sul corpo della bravissima e bella Smutniak. Ma anche questo é specchio dei tempi e modus operandi di un regista che cerca il vero in ogni suo attore. Della relazione tra la Signoris e la Ricci,nonostante le identiche due (brutte) acconciature,più di qualcuno in sala se ne é accorto a fine film. Bellissimo il tratteggio della compagna di stanza di Elena,e grande la sua interpretazione. La città di Lecce fulgida co-protagonista,una colonna sonora come sempre evocativa e da comprare subito. Un bel film che é da vedere e si farà ricordare,pieno appunto di momenti sublimi e troppi passi falsi. Il titolo é un omaggio a Bette Davis-Margo Channing (All about Eve,1950).
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furiosandrucci
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domenica 9 marzo 2014
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un oscar dei sentimenti
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Storia, ambientazione, scelta degli attori, loro capacità interpretativa (compreso il tanto denigrato Arca), trucco, sceneggiatura e regia, tutto concorre in modo eccellente alla creazione di un film splendido; un film che tratta con estrema delicatezza il tema dei sentimenti tra persone (di qualsiasi sesso) fino a raggiungere, senza mai debordare nella tragedia, il tema della Vita Vera, quella che ti completa come Donna e come Uomo, quando devi affrontare una fase inaspettata di questa (la malattia), convivere con essa, accettarla, combatterla e cercare di superarla .... anche, e soprattutto, con l'aiuto dell'ironia.
Un Oscar dei sentimenti.
Da non perdere.
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(di pascale marie)
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tiberiano
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domenica 9 marzo 2014
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ozpetek che cita ozpetek
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Eros,Thanatos e un regista che cita se stesso: i rimandi ad altri suoi precedenti film sono evidenti (Le Mine Vaganti nella prima parte, Saturno Contro nella seconda). Si ritrovano gli scorci di Lecce,con una spiaggetta nei suoi paraggi; e la Ricci,anche qui nel ruolo della svanita eccentrica e camaleontica che, con battute che spaziano dalla Commedia dell'Arte al Teatro dell'Assurdo, fornisce una certa vis comica al film. Valide anche altre attrici nei ruoli marginali: la madre di Elena (la protagonista) ed Egle, la malata terminale carica di simpatia e vitalità. Francamente convincente anche la Smutniak, che conferma di essere un'attrice espressiva che sa calarsi nel ruolo e che qui si carica sulle proprie spalle la narrazione del film, dall'inizio alla fine.
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Eros,Thanatos e un regista che cita se stesso: i rimandi ad altri suoi precedenti film sono evidenti (Le Mine Vaganti nella prima parte, Saturno Contro nella seconda). Si ritrovano gli scorci di Lecce,con una spiaggetta nei suoi paraggi; e la Ricci,anche qui nel ruolo della svanita eccentrica e camaleontica che, con battute che spaziano dalla Commedia dell'Arte al Teatro dell'Assurdo, fornisce una certa vis comica al film. Valide anche altre attrici nei ruoli marginali: la madre di Elena (la protagonista) ed Egle, la malata terminale carica di simpatia e vitalità. Francamente convincente anche la Smutniak, che conferma di essere un'attrice espressiva che sa calarsi nel ruolo e che qui si carica sulle proprie spalle la narrazione del film, dall'inizio alla fine.
Assi meno significativi invece gli interpreti maschili: uno Scianna sprecato e banale, un giovane e promettente Scicchitano, nel ruolo di un gay simpatico e rassicurante, più un protagonista maschile, che, più che recitare in un film d'autore, sembra piuttosto che posi per un calendario. In effetti, ci vuole ben altro che un paio di chiappe toniche e una collezione di tatuaggi per interpretare un personaggio, che nel film pare comunicare assai meglio con il pene che con la propria voce.
Si gioca molto con i contrasti, ma anche molti elementi costanti delle storie di Ozpetek: c'è la solita famiglia allargata, dove tutti mettono voce nelle vicende di Elena, l'omosessualità qui è appena citata: niente coppie di uomini piacioni con dilemmi esistenziali e tragedie dietro l'angolo. E c'è la solita bambina saputella, immancabile nei film del regista turco.
C'è però più nudità (maschile, ovviamente) che in altri film di Ozpetek.
Una prima parte del film traccia un quadro d'ambiente, con una notevole e crescente carica erotica da parte di Antonio, giovane zotico che non passa inosservato, ma che fa cadere le braccia a tutti appena apre bocca, con il suo carico di ignoranza e pregiudizi. Da parte sua, Elena è una brava ragazza di provincia, assennata e apparentemente serena, ma fidanzata senza molta convinzione e con il rimpianto di non aver fatto studi universitari.
Elena avvia un'attività imprenditoriale con Fabio, l'amico gay cui confida ogni cosa, si sposa Antonio e a questo punto la narrazione salta di tredici anni in avanti. Compare l'Imprevisto, quello indesiderato, che si comprende solo quando si vive in prima persona: la malattia oncologica. E qui gli elementi sono quelli già visti in Saturno Contro: la desolazione ospedaliera, la sofferenza privata e quasi segreta, l'attesa di una prognosi fausta e il timore di non farcela. La vicenda si incammina verso un finale che non mi è stato del tutto chiaro (quindi non sto a fare spoiling): in un rientro a casa quasi improvviso della protagonista, la narrazione si confonde con sue visioni o presentimenti (?), che sanno di surreale ed onirico.
Il marito zotico la prende con sè e la riporta nella spiaggetta idilliaca, dove anni prima avevano fatto l'amore per la prima volta. E proprio sulla spiaggia, con una 'sterzata' temporale che riporta indietro i protagonisti a prima del matrimonio, vengono presentate un paio di scene non esplicitate prima: il finale è tutto risate, ma rimane aperto.
Più sciatto e meno riuscito di altri suoi film; non mi sorprende però che il pubblico femminile lo abbia apprezzato: per la forza di carattere della protagonista e per l'esibizione corporea del giovanotto, sempre ben disposto a calarsi i pantaloni.
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[+] ah, le donne!!!!
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[+] le donne sono le vere colonne del film
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luk85ts
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domenica 9 marzo 2014
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portatevi i fazzoletti
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Bellissimo e commovente film di Ozpetek che affronta la tematica del cancro ed il successivo percorso per cercare di eliminarlo, con tutte le implicazioni psicologiche e sociali che questo comporta sulla persona malata.
Valanga di emozioni, sentimenti sofferenze vi accompagneranno durante tutto il film, travolgendovi.
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Bellissimo e commovente film di Ozpetek che affronta la tematica del cancro ed il successivo percorso per cercare di eliminarlo, con tutte le implicazioni psicologiche e sociali che questo comporta sulla persona malata.
Valanga di emozioni, sentimenti sofferenze vi accompagneranno durante tutto il film, travolgendovi.
Portatevi un pacchetto di fazzoletti: si piange (personalmente qualche lacrimuccia è scesa un paio di volte)
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marezia
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domenica 9 marzo 2014
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film corale ma senza il perno principale
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Film che non deluderà di certo i fans di Ozpetek desiderosi di sentimento e un pizzico di realtà ma che in chi abbia un minimo di amore per la recitazione non può che suscitare più di una perplessità e mi riferisco AL COME più che AL COSA. Idea tutto sommato buona, ambiziosa ma buona: un melò in cui mescolare passione e malattia, cruda realtà e sogni da realizzare ma, mi chedo, come è stato possibile NON RENDERSI CONTO DELLA SENSAZIONE DI VUOTO del personaggio interpretato da Arca? Si tratta di un esordiente, per carità, di belle speranza ma ORA COME ORA INCAPACE DI ESPRIMERE QUALUNQUE SFUMATURA e questo doveva essere un film di sfumature, o no? In molti, TROPPI passaggi io non l'ho visto CREDIBILE, né per intonazione, né per mimica facciale.
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Film che non deluderà di certo i fans di Ozpetek desiderosi di sentimento e un pizzico di realtà ma che in chi abbia un minimo di amore per la recitazione non può che suscitare più di una perplessità e mi riferisco AL COME più che AL COSA. Idea tutto sommato buona, ambiziosa ma buona: un melò in cui mescolare passione e malattia, cruda realtà e sogni da realizzare ma, mi chedo, come è stato possibile NON RENDERSI CONTO DELLA SENSAZIONE DI VUOTO del personaggio interpretato da Arca? Si tratta di un esordiente, per carità, di belle speranza ma ORA COME ORA INCAPACE DI ESPRIMERE QUALUNQUE SFUMATURA e questo doveva essere un film di sfumature, o no? In molti, TROPPI passaggi io non l'ho visto CREDIBILE, né per intonazione, né per mimica facciale. Mi ricordo solo la sua fisicità ma non un bagliore, non un guizzo, non uno sprazzo di NATURALEZZA consona a quello che la battuta richiedeva nel suo profondo significato ed è un peccato. Dato in mano ad un Argentero esordiente (perché sto parlando di carisma innato, non di mestiere), Antonio sarebbe stato un uomo come Ozpetek ce lo fa immaginare nelle sue interviste, così invece è un cartonato.Troppo poco anche per un regista furbo come lui.
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roga.g
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sabato 8 marzo 2014
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ma questi critici sono persone normali ?
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Sono rimasto sconcertato dalla differenza tra il giudizio dei cosiddetti critici cinematografici e quello del pubblico, il film è stroncato dagli "esperti" invece il pubblico lo trova coinvolgente e delicato. Alla proiezione nella sala non volava una mosca , segno di una partecipazione emotiva globale . uscito dal cinema non riuscivo a darmi una spiegazione logica di questa discrasia. Un pensiero maligno .... Non sarà che il regista notoriamente gay , quasi diventa politically not correct , per questo amore folle tra la protagonista e il meccanico omofobo , rude e adultero. Ma l'amore ,direi purtroppo , prescinde da calcoli cerebrali e sceglie il suo percorso nonostante la nostra logica. In conclusione un film da non perdere ,come lo stupendo mare del Salento che si apprezza nel film.
[+] sì, sono normali
(di marezia)
[ - ] sì, sono normali
[+] sonon daccordo con te, e te lo scrivo
(di tavololaici)
[ - ] sonon daccordo con te, e te lo scrivo
[+] toto'
(di pressa catozzo)
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[+] pubblico? eravamo 3 in sala stasera
(di aldot)
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[+] uno dei film più brutti mai visto...
(di pablokaso)
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[+] per me è uno dei suoi miglori film
(di pigal)
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[+] sono d'accordo
(di afficarlo)
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[+] critici senza critica
(di vins79)
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eddy garcia
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sabato 8 marzo 2014
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i suoni e le parole della vita
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Non sempre un film riesce a farci sentire parte della storia che descrive.
In questo caso per me Ozpetek ci è riuscito magistralmente.
Come "parte della storia" mi riferisco, non solo ai contenuti ma al modo in cui il cineasta svincola la sua azione a ce la consegna senza la sua mediazione palese.
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Non sempre un film riesce a farci sentire parte della storia che descrive.
In questo caso per me Ozpetek ci è riuscito magistralmente.
Come "parte della storia" mi riferisco, non solo ai contenuti ma al modo in cui il cineasta svincola la sua azione a ce la consegna senza la sua mediazione palese.
Il linguaggio di questo nuovo film, ha superato per espressività, anche il sonoro. Tolto il quale il film, per assurdo, mi avrebbe dato le stesse sensazioni positive.
Un livello quindi di ricerca e di racconto che non pone mediazione tra lo spettatore e quello che il film riproduce, aiutato anche da musiche uniche. Come quella che accompagna i due protagonisti nella scena nell'officina, che sigilla il loro innamoramento.
A questo punto è corretto dire che il film si è chiuso in un cerchio magico, grazie alla presenza di un cast di attori bravissimi, nessuno escluso, che in questo racconto hanno dato molto di se e alla storia.
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alexia62
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sabato 8 marzo 2014
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un misto tra fotoromanzo e fiction...
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Certamente non siamo ai livelli di Mine Vaganti,Saturno contro o La finestra di fronte..... mi aspettavo di piu' da Ozpetek, conoscendolo....film che vuole affrontare troppi temi e troppo superficialmente....l'amicizia , l'amore,l'omofobia, il cancro, la morte....temi troppo profondi da essere trattati tutti insieme in soli 2 ore....nell'insieme viene fuori una piacevole commedia sentimentale , ma niente di piu'!
Per fortuna che attrici come la Signoris e la Ricci tirano un po su'.
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