erinna78
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venerdì 7 marzo 2014
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delusione
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Deludente il film di Ozpetek, la sceneggiatura è molto banale e Smutniak/Arca poco credibili. Brava la Ranieri.
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a.passito
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venerdì 7 marzo 2014
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noioso e banale
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Un film che non decolla mai .... la storia praticamente non esiste, solo situazioni, spesso ripetitive.
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fvm56
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giovedì 6 marzo 2014
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e a mano a mano, vedrai che nel tempo..
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Siamo nell’anno 2000, in una Lecce splendida e luminosa come la pietra locale, fotografata con amore dal regista nelle sue mattine brillanti come nelle sue notti animate. Qui vive la giovane Elena (Kasia Smutniak) circondata dall’affetto di amici e familiari, ed in particolare legata all’amico gay Fabio (Filippo Scicchitano): assieme lavorano duramente in un bar e progettano di aprire un locale tutto nuovo ed interamente loro. In questa atmosfera serena irrompe un giorno la figura di Antonio (Francesco Arca), diverso per estrazione culturale, idee ed abitudini. Inaffidabile, omofobo ed anche un po’ razzista, Antonio porta con sè una fisicità imponente mista ad un temperamento aggressivo.
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Siamo nell’anno 2000, in una Lecce splendida e luminosa come la pietra locale, fotografata con amore dal regista nelle sue mattine brillanti come nelle sue notti animate. Qui vive la giovane Elena (Kasia Smutniak) circondata dall’affetto di amici e familiari, ed in particolare legata all’amico gay Fabio (Filippo Scicchitano): assieme lavorano duramente in un bar e progettano di aprire un locale tutto nuovo ed interamente loro. In questa atmosfera serena irrompe un giorno la figura di Antonio (Francesco Arca), diverso per estrazione culturale, idee ed abitudini. Inaffidabile, omofobo ed anche un po’ razzista, Antonio porta con sè una fisicità imponente mista ad un temperamento aggressivo. Non ci potrebbe essere persona più diversa da Elena che invece è gentile, seria, e fidanzata con un ragazzo affidabile e di buona famiglia. Eppure è proprio Elena a farsi attirare da Antonio perchè, come si sa, gli opposti si attraggono, e nella vita - ci viene ricordato nel corso del film - bisogna agire d’istinto per fare ciò che ci va, prima che sia troppo tardi..
Inizia sotto la pioggia quest’ ultimo film di Ferzan Ozpetek, come sotto la pioggia si concludeva la storia, raccontata anch’essa a Lecce, in “Mine vaganti”. Ritroviamo dunque quell’atmosfera simpatica, calda ed avvolgente che ha dato successo all’altro racconto salentino del regista, anche se qui mancano alcuni dei guizzi ironici e delle originalità che permettevano al precedente film di spiccare. La sceneggiatura è interessante e ben rappresentata, caratterizzata da una seconda parte più drammatica che tende a volte a sfociare in toni da feuilleton sentimentale. Ozpetek però ha mestiere, riesce a mantenere il ritmo della narrazione ed una buona direzione degli attori, e si conferma bravo nella scelta delle ambientazioni come nell’utilizzo dei mezzi tecnici. Il film appare dunque gradevole, ed il ricorso finale ad un flashback per completare la descrizione dell’amore fra Elena ed Antonio permette di disegnare una conclusione allegra e vitale.
Nel cast si dimostrano efficaci come in altre occasioni sia la Smutniak che Scicchitano. La scelta di Arca nel ruolo di Antonio, criticata da molti ma dal regista sempre difesa con convinzione, appare azzeccata, e l’attore, pur non recitando con la sicurezza di un professionista, appare a suo agio nella parte. Menzione speciale per Luisa Ranieri, brava e simpatica, e per Paola Minaccioni, cui è affidata una parte affatto facile, da lei risolta con un’interpretazione gentile e delicata. Bella la colonna sonora, con “A mano a mano” di Rino Gaetano.
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fvm56
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giovedì 6 marzo 2014
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e a mano a mano, vedrai che nel tempo..
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Siamo nell’anno 2000, in una Lecce splendida e luminosa come la pietra locale, fotografata con amore dal regista nelle sue mattine brillanti come nelle sue notti animate. Qui vive la giovane Elena (Kasia Smutniak) circondata dall’affetto di amici e familiari, ed in particolare legata all’amico gay Fabio (Filippo Scicchitano): assieme lavorano duramente in un bar e progettano di aprire un locale tutto nuovo ed interamente loro. In questa atmosfera serena irrompe un giorno la figura di Antonio (Francesco Arca), diverso per estrazione culturale, idee ed abitudini. Inaffidabile, omofobo ed anche un po’ razzista, Antonio porta con sè una fisicità imponente mista ad un temperamento aggressivo.
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Siamo nell’anno 2000, in una Lecce splendida e luminosa come la pietra locale, fotografata con amore dal regista nelle sue mattine brillanti come nelle sue notti animate. Qui vive la giovane Elena (Kasia Smutniak) circondata dall’affetto di amici e familiari, ed in particolare legata all’amico gay Fabio (Filippo Scicchitano): assieme lavorano duramente in un bar e progettano di aprire un locale tutto nuovo ed interamente loro. In questa atmosfera serena irrompe un giorno la figura di Antonio (Francesco Arca), diverso per estrazione culturale, idee ed abitudini. Inaffidabile, omofobo ed anche un po’ razzista, Antonio porta con sè una fisicità imponente mista ad un temperamento aggressivo. Non ci potrebbe essere persona più diversa da Elena che invece è gentile, seria, e fidanzata con un ragazzo affidabile e di buona famiglia. Eppure è proprio Elena a farsi attirare da Antonio perchè, come si sa, gli opposti si attraggono, e nella vita - ci viene ricordato nel corso del film - bisogna agire d’istinto per fare ciò che ci va, prima che sia troppo tardi..
Inizia sotto la pioggia quest’ ultimo film di Ferzan Ozpetek, come sotto la pioggia si concludeva la storia, raccontata anch’essa a Lecce, in “Mine vaganti”. Ritroviamo dunque quell’atmosfera simpatica, calda ed avvolgente che ha dato successo all’altro racconto salentino del regista, anche se qui mancano alcuni dei guizzi ironici e delle originalità che permettevano al precedente film di spiccare. La sceneggiatura è interessante e ben rappresentata, caratterizzata da una seconda parte più drammatica che tende a volte a sfociare in toni da feuilleton sentimentale. Ozpetek però ha mestiere, riesce a mantenere il ritmo della narrazione ed una buona direzione degli attori, e si conferma bravo nella scelta delle ambientazioni come nell’utilizzo dei mezzi tecnici. Il film appare dunque gradevole, ed il ricorso finale ad un flashback per completare la descrizione dell’amore fra Elena ed Antonio permette di disegnare una conclusione allegra e vitale.
Nel cast si dimostrano efficaci come in altre occasioni sia la Smutniak che Scicchitano. La scelta di Arca nel ruolo di Antonio, criticata da molti ma dal regista sempre difesa con convinzione, appare azzeccata, e l’attore, pur non recitando con la sicurezza di un professionista, appare a suo agio nella parte. Menzione speciale per Luisa Ranieri, brava e simpatica, e per Paola Minaccioni, cui è affidata una parte affatto facile, da lei risolta con un’interpretazione gentile e delicata. Bella la colonna sonora, con “A mano a mano” di Rino Gaetano.
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eleonora g.
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giovedì 6 marzo 2014
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a me è piaciuto
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Avendo letto delle recensioni non proprio favorevoli ero indecisa se vedere Allacciare le cinture, pensando di trovarmi di fronte alla solta storia di amori depressi e anime in pena. Invece, sono contenta di aver visto questo film che ho trovato ben interpretato, con musiche molto accattivanti e con una trama che coinvolge anche nella sua non originalità. Spezzo una lancia a favore di Francesco Arca che ha ben interpretato lo stereotipo dell'uomo del sud, belloccio e macho, ma pronto a gesti affettuosi e teneri con i figli e di fronte al male della sua donna.
[+] parole non dette
(di laura v)
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