To Rome With Love |
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Un film di Woody Allen.
Con Woody Allen, Alec Baldwin, Roberto Benigni, Penélope Cruz, Judy Davis.
continua»
Titolo originale Nero Fiddled.
Commedia,
durata 111 min.
- USA, Italia, Spagna 2012.
- Medusa
uscita venerdì 20 aprile 2012.
MYMONETRO
To Rome With Love ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Ridi Pagliaccio.
di Alfredo PataniaFeedback: |
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martedì 24 aprile 2012 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
«Recitar! Mentre presso dal delirio non so più quel che dico e quel che faccio! Eppur è d'uopo... sforzati! Bah! sei tu forse un uom? Tu se' Pagliaccio!» Sei forse un uomo? Tu sei Pagliaccio. Le critiche sul film lette fino ad ora sembrano voler rinunciare alla sua comprensione, perché non lo guardano e non lo ascoltano. E' triste vedere che neanche giornalisti professionisti sui quotidiani nazionali abbiano più la minima capacità di ascolto. E non ci riferiamo soltanto all'osservazione - non banale, nè però geniale - che nell'episodio di A. Baldwin finzione e realtà si mischiano proprio come avviene nell'opera di Leoncavallo. Ci riferiamo al testo, alla lettera di questi versi, che sono la chiave d'interpretazione del film. "Recitare, e non saper più cosa si dice, e cosa si fa, presi dal delirio". La commedia di Allen vuole trasmettere l'idea del potere seduttivo dello spettacolo, inteso quale vera e propria recita, che fa andare di testa chi lo guarda, e che è una forma di potere per chi lo esercita. Verrebbe naturale pensare che il fine dello spettacolo sia lo spettatore, il suo gaudio. Non così oggi, e Allen lo sa: lo spettacolo vuole sè stesso. Il mezzo si è emancipato dal fine. "Lei è famoso per essere famoso", dice l'autista a Benigni, famoso immeritevole. L'Apparato "spettacolo" consuma i suoi oggetti, li svuota. Vuole solo i flash e l'inseguimento, il mezzo vuole sè stesso, trascurando l'assenza di qualsiasi contenuto di spettacolo. Che però non si stia occupando solo dello spettacolo in senso tecnico, ma della Vita, e delle sue "tecniche di seduzione", ce lo dice in altri episodi: cosa sono, in fondo, prostituta e ladro, se non degli illustri sconosciuti chiamati dalla trama e "recitare una parte"? Quella della mogliettina, e quella dell'amante in un letto d'albergo. Esito? La seduzione dei due candidi sposini. E l'episodio di Albanese è la prova di questo intento, l'intento di dire che non si parla solo dello spettacolo dei professionisti, ma delle recite della vita quotidiana: la ragazzina impazzisce per un attore famoso, e poi impazzisce per un attore improvvisato, ladro di suite d'albergo. E ancora, l'episodio dell'attricetta americana che tradisce l'amica, rubandole il fidanzato, per poi tradire lo stesso ragazzo, piantandolo in asso per scappare a Los Angeles e Tokyo, a girare un film con attori più famosi di lei, a inseguire, anche lei, già attrice, lo spettacolo. Il potere dello spettacolo è quello dell'invidia, del volerne partecipare a tutti i costi, anche da servi, anche elemosinando la parte di spettatore. Il servo che dice al padrone "usami", per sentirsi anche lui potente. Infine, l'unico che non recita perché non lo sa fare: il tenore talentato. Lo spettacolo lo vuole, perché vuole sè stesso a tutti i costi: quindi si accontenta di farlo cantare sotto la doccia. Ma c'è altro: il talento naturale, senza l'artificio della professione e della "maschera", che canta solo sotto la doccia, è l'immagine della non-finzione, dell'autenticità. Il padre di famiglia, cui piace la vita tranquilla, con la famiglia e "seppellendo i morti", non sa recitare e si accontenta della verità (perché è abituato a vedere la morte, che smonta qualsiasi finzione). E' affidato a lui il ruolo di cantare questa verità (non sei uomo, sei pagliaccio). E' immagine stessa del poeta Allen - che non a caso si mette nel ruolo di suo folle impresario - e, ironicamente, di "minus habens", in un mondo dove aver di meno è un dono e non un handicap.
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