warner94
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domenica 14 novembre 2010
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scorsese non si smentisce
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Il migliore thriller psicologico ch eabbia visto
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alemrg
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mercoledì 10 novembre 2010
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non convince
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Non lo consiglio. Una gran confusione di scene che mescolano presente e passato, realtà e immaginazione, che solo negli ultimi minuti vengono svelati. Sembra che non si riesca a fare più un film che dall'inizio alla fine sia nel presente, senza che qualcuno dei protagonisti abbia dei feedback. Non ne vale la pena.
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giaky
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venerdì 5 novembre 2010
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la maledizione grava sull'isola... e sull'uomo
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Shutter Island è un autentico capolavoro del grande Scorsese, intriso di mistero, colpi di scena e talvolta, inclinazioni decisamente troppo violente. Nessuno scrittore è così spietatamente giusto come il grande Lehane che dopo Mystic River e Gone Baby Gone realizza un altro grande capolavoro (forse la sua opera migliore). Il messaggio, nonostante sia duro,e da alcuni spettatori inconcepibile, è chiaro: le disgrazie protagoniste del film appaiono decisamente eccessive nella loro angosciosa immagine allo spettatore, ma le situazioni descritte nella pellicola si ripetono ogni giorno. La parte finale, è decisamente superba: poco a poco, ogni singolo pezzo dell'infernale puzzle viene messo al suo posto, e la soluzione appare chiara e nitida.
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Shutter Island è un autentico capolavoro del grande Scorsese, intriso di mistero, colpi di scena e talvolta, inclinazioni decisamente troppo violente. Nessuno scrittore è così spietatamente giusto come il grande Lehane che dopo Mystic River e Gone Baby Gone realizza un altro grande capolavoro (forse la sua opera migliore). Il messaggio, nonostante sia duro,e da alcuni spettatori inconcepibile, è chiaro: le disgrazie protagoniste del film appaiono decisamente eccessive nella loro angosciosa immagine allo spettatore, ma le situazioni descritte nella pellicola si ripetono ogni giorno. La parte finale, è decisamente superba: poco a poco, ogni singolo pezzo dell'infernale puzzle viene messo al suo posto, e la soluzione appare chiara e nitida. Un'interpretazione maestra di Di Caprio (che sembra più sincera rispetto a quella di Inception) e di Mark Ruffalo entrambi coinvolti in una vicenda che assassina con crudele realismo la mente, senza mai, però, andare oltre la realtà.
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notedo
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mercoledì 3 novembre 2010
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un'idea claustrofobica
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Non è il solito Scorsese.Sicuramente non è stata una sua idea.Trattasi di una visione tenebrosa di un'idea claustrofobica imperniata totalmente sul senso di colpa di un agente federale.Bravo Di Caprio,ti aspettiamo per un altro film sotto la regia di Martin. (notaedo)
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immanuel
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martedì 2 novembre 2010
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scavare a fondo
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Atmosfere lugubri, una nuvolaglia compatta scurisce un cielo pesante e oppressivo. Plumbeo e tetro come i fantasmi oscuri che inoculano il seme del malessere nell'animo del protaginista. Una figura sofferta e vissuta che sin dalla scena iniziale possiede un nonsoché di "maledetto" e romantico che trascinerà, producendo conflitti e alimentando misteri fino ad un finale inaspettato. Immagini esiziali, sfondi gotici, trame noir si intrecciano indissolubilmente, fino ad annodarsi, a confondersi financo al disgregamento, suscitando stati d'animo contradditori e meditazioni ingannevoli nella mente dello spettatore. Scorzese adopera con successo e sapienza gli strumenti dell'ipnosi e della carta del "doppio" di caprio, misterioso e sfuggente, quanto abile manipolatore.
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Atmosfere lugubri, una nuvolaglia compatta scurisce un cielo pesante e oppressivo. Plumbeo e tetro come i fantasmi oscuri che inoculano il seme del malessere nell'animo del protaginista. Una figura sofferta e vissuta che sin dalla scena iniziale possiede un nonsoché di "maledetto" e romantico che trascinerà, producendo conflitti e alimentando misteri fino ad un finale inaspettato. Immagini esiziali, sfondi gotici, trame noir si intrecciano indissolubilmente, fino ad annodarsi, a confondersi financo al disgregamento, suscitando stati d'animo contradditori e meditazioni ingannevoli nella mente dello spettatore. Scorzese adopera con successo e sapienza gli strumenti dell'ipnosi e della carta del "doppio" di caprio, misterioso e sfuggente, quanto abile manipolatore. L'attore ci conduce attraverso un itinerario fatto di sofferenze, psicosi, stati febbrili in un crescente parossismo patologico di situazioni aggrovigliate che incontrano la loro soluzione solo nelle sequenze finali. In cauda venenum. Se la conclusione della storia -gli sviluppi successivi, un seguito imprevisto- è lasciata alla fantasia del fruitore, a questo è riservato tuttavia un finale kafkiano (!). Le certezze mantenute con fatica fino a quella che appariva superficialmente la quadratura del cerchio decadono a mano a mano che di caprio si risveglia dal proprio letargo paranoico. Torna alla realtà, apre gli occhi, rivela le proprie raccapriccianti magagne. Sconvolge un finale già scritto. Sta tutta qui la potenza del film del regista italo-americano.
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alexpark
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martedì 2 novembre 2010
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capolavoro estraniante
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Questo film esce dai meandri della mente di colui che meglio sa muoversi(uno dei pochi)entro la psicologia dei personaggi.Qui troviamo un Leonardo Di Caprio ormai diventato più che maturo e soprattutto un ottimo attore che riesce ad interpretare al meglio la figura disturbata e ambigua di un detenuto psicologicamente instabile,Andrew Laeddis, tenuto prigioniero in una prigione per questo tipo di detenuti-pazienti su un isola quasi misteriosa.E' proprio Andrew ad immaginarsi i suoi compagni o psichiatri come persone qualunque facenti parte della realtà in cui lui stesso crede ancora di vivere inconsapevole del fatto di essere in una prigione e soprattutto di essere il detenuto più violento e quindi più pericoloso.
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Questo film esce dai meandri della mente di colui che meglio sa muoversi(uno dei pochi)entro la psicologia dei personaggi.Qui troviamo un Leonardo Di Caprio ormai diventato più che maturo e soprattutto un ottimo attore che riesce ad interpretare al meglio la figura disturbata e ambigua di un detenuto psicologicamente instabile,Andrew Laeddis, tenuto prigioniero in una prigione per questo tipo di detenuti-pazienti su un isola quasi misteriosa.E' proprio Andrew ad immaginarsi i suoi compagni o psichiatri come persone qualunque facenti parte della realtà in cui lui stesso crede ancora di vivere inconsapevole del fatto di essere in una prigione e soprattutto di essere il detenuto più violento e quindi più pericoloso.Ma questi particolari vengono resi espliciti dal regista al pubblico solo verso la fine del film rendendo così questo capolavoro estraniante e sorprendente al tempo stesso.In questo film gli ambienti e i costumi sono molto curati se si guarda l'epoca in cui sono ambientati gli avvenimenti ovvero negli anni 50'.Infatti sono molti i riferimenti alla seconda guerra mondiale che da poco si è conclusa(da notare i sogni di Ted/Laeddis).Il finale diventa prevedibile solo pochissimi secondi prima dell'ultima sequenza e ciò spiega e rende evidente tutta la bravura di Scorsese che ha chiaramente "fatto centro" con questo film.
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alex capitani
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lunedì 1 novembre 2010
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probabilmente...
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Probabilmente il miglior film che io abbia mai visto, probabilmente la storia più intrigante e complicata che io abbia mai visto...tutto il film si basa su questa parola che una volta giunti alla fine si trasforma in un sicuramente. Per chiunque lo volesse vedere un solo consiglio: non perdetevi nemmeno un secondo di questo capolavoro.
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cristianmayers
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mercoledì 27 ottobre 2010
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scorsese rules
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Film bellissimo, ultimamente quanto vado a vedere Di Caprio non mi delude mai, è capace di performances importanti. Anche Mark Ruffalo ( ve lo ricordate in Zodiac?) è da applausi, con la parte del poliziotto che gli calza a pennello. Film eccellente, angosciante, incredibile, sotto tutti i punti di vista, uno dei migliori visti nell' arco del 2010, complimenti a Scorsese che come sempre non cade mai nella banalità.
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john la giacca
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lunedì 25 ottobre 2010
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che casino..
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giacomogabrielli
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venerdì 22 ottobre 2010
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buio. ****
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Il detective federale Leo DiCaprio stavolta si cimenta nello scovare Rachel, una paziente fuggita da un manicomio criminale su di un'isola.
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Il detective federale Leo DiCaprio stavolta si cimenta nello scovare Rachel, una paziente fuggita da un manicomio criminale su di un'isola. Piacevole il primo tempo, lenta la prima parte del secondo. Finale a sorpresa, ma prevedibile. Ottima la regia. Belle le scenografie di Dante Ferretti. BUIO | ****
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