cinemalove
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mercoledì 20 luglio 2011
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scorsese e il suo viaggio nella psiche
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Questo film nn ha bisogno di troppe spiegazioni, va capito.Scorsese riesce nell'intento di raccontare diverse vite, abitudini e nomi senza metterti in confusione. Bellissimo davvero!
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alien46
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lunedì 20 giugno 2011
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un triller di nome e di fatto
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Film di grande intensità, con un Di Caprio al massimo della sua bravura, ottima la scenografia, la trama lascia senza respiro facendo trapelare qualcosa del proagonista, solo verso la fine del film, tenendo sempre alta la tensione fino alla fine. Era da un pezzo che non usciva un triller vero!
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filippo catani
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giovedì 16 giugno 2011
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l'isola maledetta
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Un detective con alle spalle una sfilza di tormenti che cerca di affogare nell'alcol, viene mandato insieme ad un collega a Shutter Island dove si trova un istituto mentale da cui è scomparsa una paziente. Ma niente è come sembra.
Un capolavoro assoluto del maestro Scorsese che mostra come si possa creare un film inquietante e di atmosfera senza le solite scale che scricchiolano, porte che cigolano o spietati assassini che ti aspettano dietro l'angolo armati di sega circolare. Un film che si gioca molto sul confine tra salute e malattia, sanità mentale e non. Il film lascia assolutamente senza parole e assolutamente devastati dal punto di vista emotivo ma incantati dallo svolgimento avvincente della trama e dalla bravura degli interpreti.
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Un detective con alle spalle una sfilza di tormenti che cerca di affogare nell'alcol, viene mandato insieme ad un collega a Shutter Island dove si trova un istituto mentale da cui è scomparsa una paziente. Ma niente è come sembra.
Un capolavoro assoluto del maestro Scorsese che mostra come si possa creare un film inquietante e di atmosfera senza le solite scale che scricchiolano, porte che cigolano o spietati assassini che ti aspettano dietro l'angolo armati di sega circolare. Un film che si gioca molto sul confine tra salute e malattia, sanità mentale e non. Il film lascia assolutamente senza parole e assolutamente devastati dal punto di vista emotivo ma incantati dallo svolgimento avvincente della trama e dalla bravura degli interpreti. Di Caprio forse recita la sua parte migliore di sempre. Un film che, una volta visto, difficilmente può essere dimenticato. Da guardare e riguardare più volte.
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la druga
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domenica 12 giugno 2011
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cos'è la pazzia...
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Questo film non mi ha tanto sorpresa per l'imprevedibilità della trama (un attento osservatore potrebbe anche intuirla dopo i primi 45 minuti circa) quanto invece per l'attenta descrizione dello sviluppo del personaggio: entriamo nei meandri della sua mente, lo vediamo all'inizio, saldo uomo di giustizia, eroe sicuro e determinato, per poi seguirlo in un tortuoso percorso (il cui simbolo potrebbe essere una scala a chiocciola) che lo rivela confuso, distrutto, solo, vittima della violenza degli uomini ma anche di se stesso. Magistrale interpretazione di Leonardo Di Caprio, regia impeccabile come impeccabile è stata anche la scelta di Mark Ruffalo e Ben Kingsley, perfetti nei rispettivi ruoli.
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Questo film non mi ha tanto sorpresa per l'imprevedibilità della trama (un attento osservatore potrebbe anche intuirla dopo i primi 45 minuti circa) quanto invece per l'attenta descrizione dello sviluppo del personaggio: entriamo nei meandri della sua mente, lo vediamo all'inizio, saldo uomo di giustizia, eroe sicuro e determinato, per poi seguirlo in un tortuoso percorso (il cui simbolo potrebbe essere una scala a chiocciola) che lo rivela confuso, distrutto, solo, vittima della violenza degli uomini ma anche di se stesso. Magistrale interpretazione di Leonardo Di Caprio, regia impeccabile come impeccabile è stata anche la scelta di Mark Ruffalo e Ben Kingsley, perfetti nei rispettivi ruoli. E' il finale che spiazza lo spettatore: la scelta libera di un uomo finalmente cosciente della sua storia: "è meglio vivere da mostro o morire da uomo onesto?"
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tiamaster
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mercoledì 8 giugno 2011
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10 e lode a scorsese
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dopo il capolavoro assoluto di the departed scorsese ci porta in un film cupo,tetro,ricco di suspance e colpi di scena fino al colpo di scena finale,forse un pochino prevedibile,ma bellissimo,il film e ben sviluppato,in questo film direi quasi che il prottagonista non e dicaprio (bravissimo) ma l'atmosfera...
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cinemalove
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lunedì 23 maggio 2011
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scorsese : genio
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Una storia rompicapo, personaggi sinistri, un finale difficile....Scorsese ha creato un film x palati finissimi! Grande Leo Di Caprio!
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mr cinefilo
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mercoledì 18 maggio 2011
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sottovalutato
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Sono rimasto molto stupito dal fatto che sia stato snobbato dall' Academy. L'interpretazione di Leonardo Dicaprio è magistrale, come il sotitle sir Ben KInglsey, notevoli anche Mark Ruffalo e Max Von Sydow, sempre ottimi caratteristi.
Scorsese sceglie un genere assolutamente diverso dal suo habitat tradizionale, e vince la scommessa, riuscendo a stupire di continuo lo spettatore, a mantenere la suspense sempre elevata, gestendo al meglio un ottimo script
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alien46
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venerdì 15 aprile 2011
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film coinvolgente
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feffa
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giovedì 10 marzo 2011
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quando il cinema è pura arte
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Avevamo già in passato notato il fascino che gli angoli più astrusi e impercettibili della mente umana esercitano su un professionista qual'è Martin Scorsese: cosa avrebbe potuto uscirne stavolta?
Shutter Island è, innanzitutto, l' ennesima prova (non necessaria) di competenza e genialità da parte di un regista da sempre alla ricerca della perfetta riproduzione di un realismo mai troppo crudo, ma degno di tale nome; inoltre, ci presenta un Leonardo Di Caprio ormai cresciuto, maturo e perfettamente a suo agio nei difficili e pesanti panni dell' agente federale Teddy Daniels, un uomo che si ritrova non solo ad avere a che fare con un caso letteralmente "maniacale", pur potendo godere dell' aiuto del suo compagno di squadra Chuck Aule, ma che dovrà vedersela anche e soprattutto con il suo tragico e insostenibile passato, che ben presto interagirà ed interferirà con le indagini, in pieno svolgimento per ritrovare Rachel Solando, donna misteriosamente scomparsa da Ashecliffe, istituto mentale nel quale sono stati mandati i due investigatori, situato su una cupa isola nel bel mezzo dell' oceano.
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Avevamo già in passato notato il fascino che gli angoli più astrusi e impercettibili della mente umana esercitano su un professionista qual'è Martin Scorsese: cosa avrebbe potuto uscirne stavolta?
Shutter Island è, innanzitutto, l' ennesima prova (non necessaria) di competenza e genialità da parte di un regista da sempre alla ricerca della perfetta riproduzione di un realismo mai troppo crudo, ma degno di tale nome; inoltre, ci presenta un Leonardo Di Caprio ormai cresciuto, maturo e perfettamente a suo agio nei difficili e pesanti panni dell' agente federale Teddy Daniels, un uomo che si ritrova non solo ad avere a che fare con un caso letteralmente "maniacale", pur potendo godere dell' aiuto del suo compagno di squadra Chuck Aule, ma che dovrà vedersela anche e soprattutto con il suo tragico e insostenibile passato, che ben presto interagirà ed interferirà con le indagini, in pieno svolgimento per ritrovare Rachel Solando, donna misteriosamente scomparsa da Ashecliffe, istituto mentale nel quale sono stati mandati i due investigatori, situato su una cupa isola nel bel mezzo dell' oceano.
Ma se Scorsese si avvale di una trama salda e ben costruita per farne il suo punto di forza per ogni suo lavoro, stavolta in quest' opera di omaggio a "L' isola della paura" (romanzo di Dennis Lehane dal quale Scorsese ha tratto la storia) si serve anche di espedienti artistici, adeguandoli al contesto cinematografico, arricchendo e graziando così il film di colori forti spesso in contrasto tra loro e in contrasto con le luci fioche e scure che caratterizzano l' intera pellicola.
Ciò che ci si poteva benissimo aspettare da un' ambientazione del dopoguerra era sicuramente una particolare cura per dettagli sicuramente insignificanti rispetto alla complessa trama del film, come ad esempio gli abiti tipici dell' epoca, rischiando così di imperniare l' attenzione sulla bellezza estetica di ogni piccolezza utile a farci calare in quell' ambientazione, permettendo però che questa prevalga sul concept e sul messaggio che il regista vuole farci pervenire. Si tratta di un errore in cui è estremamente facile incappare (ne abbiamo numerose prove, forse già troppe): invece, Scorsese è riuscito, seppur con qualche difficoltà, ad oltrepassare l' ostacolo.
Meritevole anche la colonna sonora, che funge da perfetta cornice all' insieme: non onnipresente, anzi, del tutto assente nei momenti di maggior suspense e, quindi, angoscia del film, contribuendo così alla preponderanza della stessa.
Finale che, senza dubbio, lascia lo spettatore perso, restio, perplesso: è proprio la follia l' unico modo di cui l' uomo può godere per riuscire a sopravvivere ai suoi interminabili ed inevitabili rimorsi, che caratterizzano una vita fatta di tentativi per riuscire a cancellare i ricordi, gli errori commessi, ma incrementando quindi l' adiacenza alla follia stessa.
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