Shutter Island |
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Un film di Martin Scorsese.
Con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Patricia Clarkson.
continua»
Drammatico,
durata 138 min.
- USA 2010.
- Medusa
uscita venerdì 5 marzo 2010.
- VM 14 -
MYMONETRO
Shutter Island
valutazione media:
3,21
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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un labirinto caotico di incubi e spettridi teo '93Feedback: 2578 | altri commenti e recensioni di teo '93 |
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sabato 11 settembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
È scrupolosa ed elaborata la nuova regia di Martin Scorsese. Fedele ormai da anni a una straordinaria capacità di fondere grandi abilità narrative a una sapienza stilistica e rappresentativa forgiata con i ferri dell’esperienza, Scorsese con “Shutter island” ci presenta un affascinante e labirintico ingorgo di ordinarietà e follia, realtà e incubo, luce e ombra, vita e morte. Con l’ausilio di una musica possente (spesso inquietante e catacombale), un impianto scenografico a tratti claustrofobico e a tratti vasto e impenetrabile (ancora una volta l’immancabile lavoro del grande Dante Ferretti), Scorsese segue un DiCaprio partecipato e particolarmente sofferto nell’intrecciarsi asfissiante dei suoi malori, delle sue acute emicranie, gli incubi caotici e psichedelici, i crescenti dubbi sulla sua natura e quella degli spettrali personaggi che circondano le sue indagini. Ma chi è “normale” e chi è “folle” nell’angosciosa routine dell’istituto psichiatrico del film, oscuro teatro di sinistri avvenimenti e di probabili sperimentazioni scientifiche sui pazienti che riflettono l’eco forse non troppo lontana della barbarie nazista? La sapienza di Scorsese rifiuta di fornire facili criteri di lettura e interpretazione su ciò che vediamo succedersi freneticamente, plasma ambienti, stanze, celle, corridoi con grandi contrasti, disegna i personaggi con arguta ambiguità, soffermandosi sui dettagli grevi e reconditi della loro natura. La tensione è forte, la sceneggiatura è accattivante e feroce, perciò delude particolarmente la frettolosità svogliata e illustrativa con cui la regia tenta di districare l’arruffata matassa assegnando a ciascuno dei personaggi il ruolo di cui siamo finalmente consapevoli dopo l’inaspettabile (ammettiamolo) colpo di scena finale. Un capovolgimento di indubbia spettacolarità, certo, ma che in fin dei conti finisce per annichilire le febbrili illusioni di chi credeva che un film del genere promettesse più dubbi e interrogativi di quanti in realtà non ne conceda.
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