Scorsese si avvale di una splendida fotografia (nella sua claustrofobica cupezza) per realizzare un film sottilmente reazionario e consolatorio. In piena epoca maccartista, una struttura manicomiale controllata dal Governo americano (e sottratta persino alla giurisdizione dell'FBI) é teatro di strani eventi. L'inspiegabile scomparsa di una ricoverata dalla classica "stanza chiusa" sembra solo la punta di un iceberg. Si sospetta che vi vengano rinchiusi pericolosi attivisti socialisti, o anche soltanto persone che fanno troppe domande in giro. Lo staff medico é composto da figure inquietanti, forse ex nazisti decisi a continuare in terra americana gli esperimenti sull'uomo iniziati nei campi di concentramento.
Nel finale (a sorpresa, che perciò evito di svelare) scopriamo invece che non c'é nessun complotto, che anzi i medici "cattivissimi" sono dei semi-eroi disposti a rischiare (e a far rischiare ad altri...) anche gravi danni fisici pur di strappare i loro pazienti alla follia.
Tutto bene, dunque: niente persecuzioni politiche, niente sevizie o lobotomie... L'America (anche quella degli anni '50) é buona e lungimirante. Peccato però che fra i nitidi e dettagliatissimi "ricordi" profusi nella lenta e interminabile prima parte del film - molti dei quali si riveleranno inequivocabilmente "inventati" - vi siano anche i mucchi di cadaveri ammassati gli uni sugli altri nella neve di Dachau... E allora cosa dovrà pensare lo spettatore, specie se giovane e privo di una "propria" memoria storica? Non c'é il rischio - in epoca di negazionismo - che "passi" involontariamente il messaggio che anche quei morti, anche lo sterminio, siano solo la "costruzione" di una follia di massa, di un senso di colpa collettivo?
Provando infine a leggere il messaggio "in salsa italiana" (i significati mutano a seconda del contesto, un romanzo horror appare diverso su una spiaggia assolata o in una notte buia e tempestosa...), sorgono poi dei dubbi politico-esistenziali. Se dietro i fantasmi di un individuo (o di una Nazione) c'é solo la malattia mentale, dobbiamo forse abbandonare le dietrologie, dimenticare le trame (inventate?) dei servizi segreti, rimetterci fiduciosi nelle mani dei nostri (anch'essi semi-eroici) governanti? Non sarà solo una falsa costruzione del nostro cervello a impedirci di cogliere la salvifica azione del nostro leader maximo, donatoci da una provvida mano - magari siculo-americana - per strapparci alla nostra (sinistra...) "follia collettiva"?
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fra diavolo
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martedì 9 marzo 2010
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l'ambiguità fa la differenza...
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mi sembra invece che il senso del film, e l'operazione di scorsese con quello, sia di segno completamente opposto. come sempre scorsese demolisce l'ordine della società americana (quindi chiamarlo reazionario, anche involontariamente, mi sembra poco appropriato), fondata su un patto sociale di violenza, in tutte le sue forme. proprio quelle immagini a cui fai riferimento, di morte e devastazione, fanno sì che la vicenda del protagonista, così vicino emotivamente allo spettatore, non possa risultare chiara alla fine. davvero tutto ritorna all'ordine in un prefabbricato gioco di ruolo? o piuttosto l'equipe non ha convinto anche noi alla fine nell'ipnosi della sala? se è chiaro che la prima risposta è quella più logica, l'intera narrazione non può essere cancellata dalla rivelazione finale.
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mi sembra invece che il senso del film, e l'operazione di scorsese con quello, sia di segno completamente opposto. come sempre scorsese demolisce l'ordine della società americana (quindi chiamarlo reazionario, anche involontariamente, mi sembra poco appropriato), fondata su un patto sociale di violenza, in tutte le sue forme. proprio quelle immagini a cui fai riferimento, di morte e devastazione, fanno sì che la vicenda del protagonista, così vicino emotivamente allo spettatore, non possa risultare chiara alla fine. davvero tutto ritorna all'ordine in un prefabbricato gioco di ruolo? o piuttosto l'equipe non ha convinto anche noi alla fine nell'ipnosi della sala? se è chiaro che la prima risposta è quella più logica, l'intera narrazione non può essere cancellata dalla rivelazione finale. tanto meno i valori che quella narrazione ha costruito: il fascino del film sta proprio nella sua ambiguità irrisolvibile.
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nino pell.
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martedì 9 marzo 2010
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complimenti
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Salve Nicola. Devo complimentarmi per la tua ricchezza lessicale e per la capacità di aver messo in evidenza certi significati e particolari nascosti del film che senza dubbio a me, come a molti altri spettatori, sono sfuggiti. Indipendentemente se il tuo ragionamento è giusto nella sua interezza, ripeto, il tuo commento è da applauso.
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(di nicola barbera)
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enrico turci
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mercoledì 10 marzo 2010
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c'è anche questo
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sì, nicola, d'accordissimo. Tuttavia tieni conto della frase finale di DiCaprio "stando qui mi chiedo se sia meglio vivere come mostri o morire da persone per bene".Stare alla storia vera, sottoscrivere la realtà, significa anche morirne. Ciò che risalta di più dei traumi di Dachau non è la loro tragicità, ma la loro natura hollywoodiana: i corpi sembrano più statue di cera più che corpi marciscenti raggelati e carichi di terrore. È la solita eccessiva leziosità americana (degli studios). Così la trappola del potere, dell'istituzione, non è tanto da ravvedere nella trama del film, a mio avviso, ma nella sua resa cinematografica di fatto innocua. Non sono le visioni di Teddy ad esserlo, ma di Scorsese.
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sì, nicola, d'accordissimo. Tuttavia tieni conto della frase finale di DiCaprio "stando qui mi chiedo se sia meglio vivere come mostri o morire da persone per bene".Stare alla storia vera, sottoscrivere la realtà, significa anche morirne. Ciò che risalta di più dei traumi di Dachau non è la loro tragicità, ma la loro natura hollywoodiana: i corpi sembrano più statue di cera più che corpi marciscenti raggelati e carichi di terrore. È la solita eccessiva leziosità americana (degli studios). Così la trappola del potere, dell'istituzione, non è tanto da ravvedere nella trama del film, a mio avviso, ma nella sua resa cinematografica di fatto innocua. Non sono le visioni di Teddy ad esserlo, ma di Scorsese. Non mi sembra che il regista ci spinga ad abbracciare la causa di questi volenterosissimi dottori: salvare le persone non è sempre salvarle: si MUORE quando si cerca di tornare delle persone perbene. Derrida scherniva quel capitale tomo di Foucault "Storia della follia" sottolineando che non se ne poteva fare nemmeno una "archeologia" senza riproporre un'ennesima forma di violenza più o meno istituzionale. La via d'uscita non è certo il "vivere come mostri", DiCaprio di pone una domanda ed è da lì che si deve partire: che si vinca o si perda contro la follia, sembra sempre di trovarsi di fronte a una delusione. C'è il dolore personale che non è traducibile in una cura di una istituzione, soprattutto se la cura prende la forma di una messa in scena tra il teatro e il grande fratello. Ciò che c'è di più colpevole in questo film, a mio parere tutto sommato molto bello, è proprio la prospettiva coreografica dei cadaveri di Dachau, ma lo perdòno a Scorsese perché non ha mai saputo che farne dello sguardo documentario.Certo, colpevole è anche la spettrale rassomiglianza di Leonardo DiCaprio con il Brad Pitt di Inglorious Basterds, sarà il taglio di capelli o l'indistinguibilità dello star system?
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brendas
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sabato 20 marzo 2010
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il problema non sta nei cadaveri di dachau
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Caro Nicola, il problema di questo film non sta solo nelle immagini dei cadaveri di Dachau... E' l'impianto stesso del film che fa orrore, come del resto in molte pellicole uscite di recente da Hollywood. Cito solo come esempio "The Informant", oppure "State of Play" ma anche "Angeli e Demoni". Film che titillano la mente dello spettatore con ipotesi di complotto molto seducenti, perlopiù prese a prestito dal giornalismo d'inchiesta di matrice anglosassone, ma che vengono poi stravolte da finali ad effetto. E' un gioco vecchio come il cinema e che dà sempre i suoi ottimi risultati consolatori. Personalmente trovo questo film vergognoso, e ancora più vergognosa la critica dei cosiddetti "addetti ai lavori" della carta stampata, sempre pronta ad omaggiare con prosa ricercata le bufale che ci propinano i "Maestri".
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Caro Nicola, il problema di questo film non sta solo nelle immagini dei cadaveri di Dachau... E' l'impianto stesso del film che fa orrore, come del resto in molte pellicole uscite di recente da Hollywood. Cito solo come esempio "The Informant", oppure "State of Play" ma anche "Angeli e Demoni". Film che titillano la mente dello spettatore con ipotesi di complotto molto seducenti, perlopiù prese a prestito dal giornalismo d'inchiesta di matrice anglosassone, ma che vengono poi stravolte da finali ad effetto. E' un gioco vecchio come il cinema e che dà sempre i suoi ottimi risultati consolatori. Personalmente trovo questo film vergognoso, e ancora più vergognosa la critica dei cosiddetti "addetti ai lavori" della carta stampata, sempre pronta ad omaggiare con prosa ricercata le bufale che ci propinano i "Maestri". Questi non sono film, sono operazioni di Guerra Psicologica...
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artidif
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lunedì 22 marzo 2010
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tutto scorre...ma verso dove?
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Sono uscito dalla sala con un sapore amaro, quasi come se l'inquetudine incessante del film, spetacolarizzasse qualcosa di troppo americano da poter dare un corpo significativo a 2 ore di perfezione ansiogena. La pellicola è impeccabile nel suo genere, che dire. Ma, in piena sintonia con Nicola, sento quel retrogusto giustficatorio, come se il buonismo "perbene" dei dottori sul finire, volesse giustificare la follia dell'eroe, reduce da una guerra di "salvazione", devastato dal rimorso. Come se le tristi vicessitudini di una america psichiatrica violenta di quegli anni, possano essere spazzati via da qualche giusta causa...Come se capolavori del tipo di "Qualcuno volò sul nido del cuculo", diventino vecchi ricordi, poesia anacronistica, soffiata via dalla tempesta di un isola dal sapore hollywoodiano.
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liberamente86
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giovedì 25 marzo 2010
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a volte si vuol vedere anche quel che non c'è
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Mi trovo in totale disaccordo con questa lettura del film,in quanto la ritengo decisamente forzata!Io non credo che Scorsese volesse elargire messaggi consolatori o riabilitare l' immagine dell'America degli anni 50 propinandocela come "buona e lungimirante" per il semplice fatto che il film non parla di questo!Quello del manicomio criminale,del complotto,degli esperimenti(insomma gli elementi da thriller) è lo sfondo su cui si muove il dramma psicologico del protagonista che è il vero filo conduttore del film.Questo film non è la risposta filo-americana a"Qualcuno volò sul nido del cuculo" perchè il suo intento è completamente diverso: "Qualcuno volò sul nido del cuculo" voleva essere una denuncia nei confronti dei metodi terapeutici disumani a cui venivano sottoposti i pazienti (e molto di più), "Shutter Island" è incentrato sull inaccettabilità della realtà e sulla sua negazione da parte di teddy deniels,sul suo dramma psicologico,sulla sua lotta per cancellare la realtà e costruire un mondo tutto suo in cui non è più il mostro,ma l'eroe.
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Mi trovo in totale disaccordo con questa lettura del film,in quanto la ritengo decisamente forzata!Io non credo che Scorsese volesse elargire messaggi consolatori o riabilitare l' immagine dell'America degli anni 50 propinandocela come "buona e lungimirante" per il semplice fatto che il film non parla di questo!Quello del manicomio criminale,del complotto,degli esperimenti(insomma gli elementi da thriller) è lo sfondo su cui si muove il dramma psicologico del protagonista che è il vero filo conduttore del film.Questo film non è la risposta filo-americana a"Qualcuno volò sul nido del cuculo" perchè il suo intento è completamente diverso: "Qualcuno volò sul nido del cuculo" voleva essere una denuncia nei confronti dei metodi terapeutici disumani a cui venivano sottoposti i pazienti (e molto di più), "Shutter Island" è incentrato sull inaccettabilità della realtà e sulla sua negazione da parte di teddy deniels,sul suo dramma psicologico,sulla sua lotta per cancellare la realtà e costruire un mondo tutto suo in cui non è più il mostro,ma l'eroe.A questo film non interessa dare giudizi sulle pratiche terapeutiche o indurre a "rimetterci fiduciosi nelle mani dei nostri governanti",non vuole giustificare l'America o soffocare le persecuzioni politiche facendole passare come una "costruzione di una follia di massa"e nessun momento del film dà l'idea di ciò,ma a volte si vuol vedere a tutti costi il messaggio politico o antiamericano tanto da costruirlo in modo così artificioso,ma forse, a volte, sarebbe bene uscire da questi schemi mentali.
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hollyver07
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venerdì 14 maggio 2010
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troppo di tutto...???
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Interessante la recensione, forse soffre un pò troppo di una politicizzazione che potrebbe non essere adeguata a descrivere il film il quale, tra le altre cose, non è stato scritto ed ambientato in un contesto facilmente "itanializzabile". Azzardo un'ipotesi più semplicistica (e di ciò chiedo venia) ovvero... io presumo che la vicenda sia solo la narrazione del tremendo stato allucinatorio vissuto dal protagonista e del suo sincopato procedere sino a condurlo ad una lucida e "liberatoria" accettazione di una pratica medica, nota come lobotomia, piuttosto che convivere con la propria memoria ed i suoi fantasmi.Saluti a chi si darà la pena di leggere
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shalom
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domenica 23 maggio 2010
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delirio antiamericano
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leggendo queste righe è come ripiombare nel film, ovvero nel delirio, stavolta di qualcun altro... non riesco a comprendere a cosa ti riferisci, forse ipotizzi grandi complotti infarciti di servizi segreti, mafia, rettiloidi e altre amenità? ma per favore, sei un italiano anche tu, quindi inchinati a un maestro americano, che in italia fanno solo filmetti urlati pieni di amorazzi e morali da terzomondo buoni per le donnette... il grande cinema è nato in america (cosi come la democrazia, i diritti civili, ecc.) non riesco a farmi una ragione di questo antiamericanismo così diffuso nell'ignoranza della Storia, sembra poi che tu non approvi l'operato del nostro premier, il nostro presidente del consiglio, beh tientelo per te, altri (la maggioranza) la pensa diversamente, e di quale negazionismo parli? il personaggio si scopre poi realmente esere stato uno dei liberatori di Dachau.
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leggendo queste righe è come ripiombare nel film, ovvero nel delirio, stavolta di qualcun altro... non riesco a comprendere a cosa ti riferisci, forse ipotizzi grandi complotti infarciti di servizi segreti, mafia, rettiloidi e altre amenità? ma per favore, sei un italiano anche tu, quindi inchinati a un maestro americano, che in italia fanno solo filmetti urlati pieni di amorazzi e morali da terzomondo buoni per le donnette... il grande cinema è nato in america (cosi come la democrazia, i diritti civili, ecc.) non riesco a farmi una ragione di questo antiamericanismo così diffuso nell'ignoranza della Storia, sembra poi che tu non approvi l'operato del nostro premier, il nostro presidente del consiglio, beh tientelo per te, altri (la maggioranza) la pensa diversamente, e di quale negazionismo parli? il personaggio si scopre poi realmente esere stato uno dei liberatori di Dachau... mah
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[+] solo una precisazione
(di conte max)
[ - ] solo una precisazione
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(di lucass)
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