francesco1960
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lunedì 22 marzo 2010
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formalmente perfetto: ma algido e senz'anima...
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Basta uno sguardo alla filmografia di Scorsese per osservare come il grandissimo regista italoamericano attraversi punte particolarmente intense nei suoi lunghi cicli di introspezione. "Taxi Driver", "L'Ultima Tentazione di Cristo", lo stesso "The Departed" sono esempi altissimi di cinema che offre una visione realistica, strutturata e allo stesso tempo disincantata dell'uomo e dei suoi limiti, valicabili solo da una pietas che si astenga da ogni giudizio. "Shutter Island" si pone in questo contesto: l'orrore vissuto dal protagonista in due momenti-chiave della sua esistenza (Dachau e il massacro dei tre figli da parte della moglie) lo porta a una fuga dalla realtà talmente strutturata - ma anche talmente motivata - da portare gli stessi inquietanti dottori che lo devono curare a decidere di diventarne complici e coprotagonisti (ma con quale fine? la sua guarigione o piuttosto la validazione del metodo di cura "innovativo" su cui si basa l'isola stessa?).
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Basta uno sguardo alla filmografia di Scorsese per osservare come il grandissimo regista italoamericano attraversi punte particolarmente intense nei suoi lunghi cicli di introspezione. "Taxi Driver", "L'Ultima Tentazione di Cristo", lo stesso "The Departed" sono esempi altissimi di cinema che offre una visione realistica, strutturata e allo stesso tempo disincantata dell'uomo e dei suoi limiti, valicabili solo da una pietas che si astenga da ogni giudizio. "Shutter Island" si pone in questo contesto: l'orrore vissuto dal protagonista in due momenti-chiave della sua esistenza (Dachau e il massacro dei tre figli da parte della moglie) lo porta a una fuga dalla realtà talmente strutturata - ma anche talmente motivata - da portare gli stessi inquietanti dottori che lo devono curare a decidere di diventarne complici e coprotagonisti (ma con quale fine? la sua guarigione o piuttosto la validazione del metodo di cura "innovativo" su cui si basa l'isola stessa?). Lungo tutto il film - evidente - vi è un richiamo, altissimo, con Hitchcock. Scorsese lo cita di continuo, sia nelle movenze stesse dei protagonisti che nell'uso della musica e soprattutto della fotografia in diverse scene: Di Caprio a Dachau e sulla scogliera, ma anche la scena del faro e quelle con la moglie. In questa struttura rigorosamente e intellettualmente formale e in questo richiamo classico stanno tuttavia, a mio avviso, anche i limiti invalicabili del film: un esercizio tecnicamente perfetto - supportato da interpretazioni notevoli anche se non indimenticabili - ma fondamentalmente algido, senz'anima. Questo - si badi - è un'osservazione che vale nel contesto di un regista comunque sublime: il film è assolutamente "worth the money", vale il biglietto, ma non rimane dentro.
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(di alespiri)
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tank87
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domenica 21 marzo 2010
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chiamasi: capolavoro
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Martin Scorsese è uno dei migliori registi al mondo e lo continua a dimostrare con questo film, un capolavoro assoluto del cinema mondiale! Capace di coinvolgere, catturare l'attenzione per 2 ore e 20 di fila senza lasciare un attimo di respiro!
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patrickbateman47
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domenica 21 marzo 2010
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magistrale
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Shutter Island è l'ultima fatica del maestro Scorsese con Leonardo Di Caprio ed entrambi ci insegnano cosa vuol dire fare vero cinema.
Il film è un dramma psicologico camuffato da thriller,il film affronta temi profondi ed intimi di come la mente umana affronti il dolore,di come cerca di difendersi,un viaggio onirico e profondo nell'animo umano in un mondo trasformato in inferno dal dolore;il film non cade mai in clicchè ne in facile retorica ma affronta i temi con serietà e creando un climax di angoscia sempre più grande,la scena quando il personaggio di Di Caprio abbraccia la moglie e diventa cenere è da storia del cinema,l'interpretazione Di Caprio ovviamente straordinaria confermando la mia idea di miglior attore nella scena contemporanea,insomma Shutter Island è un film da non farsi perdere,un grande film in un modo di fare cinema che piano piano scompare,quel cinema artigianale fatto di idee ,idee non banalizzate ma affrontate con profondità.
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Shutter Island è l'ultima fatica del maestro Scorsese con Leonardo Di Caprio ed entrambi ci insegnano cosa vuol dire fare vero cinema.
Il film è un dramma psicologico camuffato da thriller,il film affronta temi profondi ed intimi di come la mente umana affronti il dolore,di come cerca di difendersi,un viaggio onirico e profondo nell'animo umano in un mondo trasformato in inferno dal dolore;il film non cade mai in clicchè ne in facile retorica ma affronta i temi con serietà e creando un climax di angoscia sempre più grande,la scena quando il personaggio di Di Caprio abbraccia la moglie e diventa cenere è da storia del cinema,l'interpretazione Di Caprio ovviamente straordinaria confermando la mia idea di miglior attore nella scena contemporanea,insomma Shutter Island è un film da non farsi perdere,un grande film in un modo di fare cinema che piano piano scompare,quel cinema artigianale fatto di idee ,idee non banalizzate ma affrontate con profondità.
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moviefan
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domenica 21 marzo 2010
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???
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Sarà colpa mia che non l'ho capito, ma proprio non mi è piaciuto. Mi è sembrato un modo scorretto di giocare con il pubblico: far vedere cose, poi annullarle come prodotto di fantasia malata. Non mi è piaciuta l'insistenza con cui venivano utilizzati espedienti da film horror come per creare volutamente disagio in noi spettatori. All'uscita il pubblico era decisamente sconcertato.
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(di tank87)
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[+] ecco perché in italia non si capisce nulla di film
(di momomoma)
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(di catinka)
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melania
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domenica 21 marzo 2010
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emozionante viaggio nella follia
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Grande film che non scade mai e tiene desta l'attenzione sino alla fine.Si presta a più interpretazioni ma è comunque un viaggio nella follia che fa prendere coscienza delle nostre paure anche inconsce,delle nostre angosce nascoste e delle nostre ambiguità.Eccezionale l'interpretazione di Leonardo Di Caprio.Ottima la colonna sonora.Consigliabile
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saramarini2002
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domenica 21 marzo 2010
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un puzzle con troppe tessere
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Nel carcere criminale di Ashecliffe, sull’isola di Shutter Island, i due agenti federali Teddy Daniels (Leonardo DiCaprio) e Chuck Aule (Mark Ruffalo) indagano sulla misteriosa sparizione della paziente omicida Rachel Solando. Indizi misteriosi e rivelazioni inattese depistano di continuo le ricerche del protagonsta che a poco a poco sembra venire contagiato dalla follia che agita la mente dei ricoverati. I confini tra certezza e dubbio sfumeranno fino a rendere dubbia l’identità e il ruolo di ogni personaggio.
La tensione narrativa è altissima sin dalle prime scene dominate da una luce livida e da un ingresso nel manicomio degni di un film horror.
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Nel carcere criminale di Ashecliffe, sull’isola di Shutter Island, i due agenti federali Teddy Daniels (Leonardo DiCaprio) e Chuck Aule (Mark Ruffalo) indagano sulla misteriosa sparizione della paziente omicida Rachel Solando. Indizi misteriosi e rivelazioni inattese depistano di continuo le ricerche del protagonsta che a poco a poco sembra venire contagiato dalla follia che agita la mente dei ricoverati. I confini tra certezza e dubbio sfumeranno fino a rendere dubbia l’identità e il ruolo di ogni personaggio.
La tensione narrativa è altissima sin dalle prime scene dominate da una luce livida e da un ingresso nel manicomio degni di un film horror. Tuttavia quello che in base al libro di Dennis Lehane avrebbe dovuto essere un thriller psicologico si tramuta, in mano a Scorsese, in una sorta di poliziesco contaminato dai germi della malattia mentale. Un convincente DiCaprio diventa preda sempre più inerme dei fantasmi del passato mentre lo spettatore comincia a intuire senza troppa difficoltà chi potrebbe essere il misterioso paziente che i dottori sembrano voler nascondere con ostinazione.
I tasselli che di continuo si aggiungono al puzzle che l’agente Daniels cerca di ricomporre confondono anche lo spettatore. Il regista, grande narratore di storie di grande respiro dall’ architettura classica, sembra faticare nel tenere insieme questo amalgama di colpi di scena che ci accompagnano per tutta la durata della pellicola. La scala a chiocciola che conduce alla verità simboleggia la direzione presa dalla mente del protagonista ma anche quella assunta dal plot che si avvita intorno alla soluzione del giallo della sparizione di Rachel Solando.
Malgrado tante piccole forzature, il magnetismo di Ben Kingsley e di Max von Sydow, nonché la fotografia, impreziosiscono un tessuto narrativo che scivola sotto i nostri occhi senza noiosi appesantimenti ma non è all’altezza di altre ben più memorabili regie di Scorsese.
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marv89
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sabato 20 marzo 2010
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thriller psicologico di alta scuola
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Thriller di altissima scuola sfornato da un grandissimo Scorsese che si conferma uno dei migliori registi viventi. Pellicola mai banale e scontata con la quale il maestro italo-americano cerca di colpire lo spettatore con giochi psicologici e ripetuti colpi di scena, tanto da porre un punto interrogativo sul film stesso, il quale si appresta a diverse interpretazioni. Uno dei migliori film del genere; la sua visione e comprensione a 360 gradi necessitano di un attenzione ai particolari maniacale...geniale la regia che per più di un ora prende in giro lo spettatore che vede il tutto con gli occhi della pazzia, tanto da convincerlo a pensare come il pazzo al punto tale che tutto il film viene messo in discussione.
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Thriller di altissima scuola sfornato da un grandissimo Scorsese che si conferma uno dei migliori registi viventi. Pellicola mai banale e scontata con la quale il maestro italo-americano cerca di colpire lo spettatore con giochi psicologici e ripetuti colpi di scena, tanto da porre un punto interrogativo sul film stesso, il quale si appresta a diverse interpretazioni. Uno dei migliori film del genere; la sua visione e comprensione a 360 gradi necessitano di un attenzione ai particolari maniacale...geniale la regia che per più di un ora prende in giro lo spettatore che vede il tutto con gli occhi della pazzia, tanto da convincerlo a pensare come il pazzo al punto tale che tutto il film viene messo in discussione. Un grandissimo lavoro figlio dell'infatuazione che ha colpito Martin Scorsese nel leggere il romanzo L'isola della paura di Dennis Lehane, che lo ha spinto a mettere il tutto su pellicola. Interpretazioni brillanti da parte di Di Caprio, che invecchiando migliora come il buon vino, Mark Ruffalo eccellente spalla, e di Ben Kingsley il quale interpreta al meglio il ruolo dell'ambiguo dottor John Cawley meritandosi la partecipazione nel prossimo progetto del maestro Scorsese The invention of Hugo Cabret. Fotografia da oscar, Scorsese sceglie per le scene nel manicomio l'ospedale di Medfield, e per quelle sull'isola l'isola di Peddocks. Il regista entra nei meandri del protagonista analizzando perfettamente la sua mente pazza e le cause di tale pazzia. Teddy Daniels usa la follia per negare a se stesso tutti i peccati fatti e traumi subiti dalla vita, inscenando nella sua contorta mente un film nel film che lo vede vittima di tutto e tutti; i direttori del centro psichiatrico considerano Teddy il paziente piu pericoloso e importante dell'intera struttura subordinando la riuscita del loro progetto alla sua guarigione totale...ecco allora che ricreano intorno a lui la scenografia che si era creato e che raccontava da anni al fine di guarirlo totalmente dato che tutte le precedenti cure hanno avuto esito negativo.Geniale il finale che vede il protagonista tornato lucido dopo la cura e quindi consapevole dei reati che cercava di nascondere a se stesso,il quale però finge a questo punto la pazzia costringendo il dottor Cawley a lobotomizzarlo preferendo quindi la morte mentale, una sorta di purificazione dai peccati sotto forma di intervento alla testa. PER CONCLUDERE VI DICO: questa è una di quelle pellicole che bisogna rivedere più volte, un capolavoro del genere e un ottimo film. 5 STELLE IN RAPPORTO A FILM DELLO STESSO GENERE, 4 VOTO GENERALE
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(di slowine)
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(di tommaso battimiello)
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paride86
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venerdì 19 marzo 2010
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buono
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Un film diverso dal solito per Martin Scorsese che, stavolta, si addentra nei labirinti della mente e della psichiatria. Lo fa con un film facile e girato per uno spettatore onnisciente
altrimenti non si spiega il cambio di prospettiva operato alla fine della storia. Per tutta la sua durata, infatti, lo spettatore è messo nella prospettiva del protagonista; quando si svela il mistero, ingiustificatamente, lo spettatore passa alla prospettiva del mondo esterno.
Questo meccanismo narrativo e questo genere di colpi di scena non sono esattamente nuovi, però c'è da dire che il film è girato davvero bene, con maestria, e l'interpretazione di Di Caprio è sorprendentemente sentita.
Elogi particolari li meritano anche la fotografia e l'audio, compresa la colonna sonora.
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Un film diverso dal solito per Martin Scorsese che, stavolta, si addentra nei labirinti della mente e della psichiatria. Lo fa con un film facile e girato per uno spettatore onnisciente
altrimenti non si spiega il cambio di prospettiva operato alla fine della storia. Per tutta la sua durata, infatti, lo spettatore è messo nella prospettiva del protagonista; quando si svela il mistero, ingiustificatamente, lo spettatore passa alla prospettiva del mondo esterno.
Questo meccanismo narrativo e questo genere di colpi di scena non sono esattamente nuovi, però c'è da dire che il film è girato davvero bene, con maestria, e l'interpretazione di Di Caprio è sorprendentemente sentita.
Elogi particolari li meritano anche la fotografia e l'audio, compresa la colonna sonora.
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val88
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venerdì 19 marzo 2010
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meglio morire da mostro...
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è questo l'ennesimo capolavoro del più grande regista dei nostri tempi, che questa volta ci lascia con un dubbio che riassume tutto il significato profondo del film: è meglio vivere da mostro o morire da persona per bene...
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august robert fogelbergrota
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giovedì 18 marzo 2010
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un capolavoro assoluto
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Martin Scorsese è come il vino piú invecchia piú diventa un regista migliore. Shilten Isld é sicuramente il suo film più inquietante é piú maturo ,dove leopardo Di caprio nei panni del ex agente della CIA Teddy Daniels non che reduce che ha massacrato senza piet?a gli aguzzini nazisti di dacau dá un interpretazione molto intensa. é violento delirante e pericoloso ma molto di quello che dice è vero corrisponde alla realtà. Mark Ruffalo é molto più che una psalla nel ruolo dell'amico Chuck Aule. Bravissimi sono i due dottori l'aggressivo e perbenista Jeremiah Naehring unodei migliori ruoli di max von sydow da sempre e il buono ma anche durissimo John Cawley che é un ruolo come sempre né sopra e neanche sotto le righe di Ben Kingsley .
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Martin Scorsese è come il vino piú invecchia piú diventa un regista migliore. Shilten Isld é sicuramente il suo film più inquietante é piú maturo ,dove leopardo Di caprio nei panni del ex agente della CIA Teddy Daniels non che reduce che ha massacrato senza piet?a gli aguzzini nazisti di dacau dá un interpretazione molto intensa. é violento delirante e pericoloso ma molto di quello che dice è vero corrisponde alla realtà. Mark Ruffalo é molto più che una psalla nel ruolo dell'amico Chuck Aule. Bravissimi sono i due dottori l'aggressivo e perbenista Jeremiah Naehring unodei migliori ruoli di max von sydow da sempre e il buono ma anche durissimo John Cawley che é un ruolo come sempre né sopra e neanche sotto le righe di Ben Kingsley . Bravisisma anche la moglie di danieels che ha il fascino quotidiano di Michelle Williams che dá nel ruolo di Dolores Chnale un'interpretazione veramente sofferta. prr non parlare del vero pazzo furioso arend che ha la grintà ed il carisma Ted Levine . la recitazione sempre molto curata classica fino in fondo ma anche naturalissima passa in secondo piano rispetto alla fotografia di Robert Richardson meravigliosa e al montaggio di Thelma Schoonmaker che é fuso con la scenografia di Dante Ferretti troppo poco attivo nel cinema italiano e dai costumi di Sandy Powell oltre che dalle musiche di robert Robertson che ha presnetatao delle bellissime melodie di Ligreti , con alcune aggiunte di Mahler e del Jazz per identificar e il periodo. Un film classico forse non grintoso come taxi Driver o Gangs of New york ma bellissimo in ogni minimo particolare. Un film che deve solo essere visto dove si ha la sensazione di essere accanto al protagonista. Un film sulle nostre paure e sulle nostre cattive sensazione. Un film da non perdere
Robert Fogelberg Rota
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(di pulp05)
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(di belbon)
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