mr.duff
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domenica 28 marzo 2010
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bel film ma a tratti enigmatico...
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Film complesso, da seguire attentamente, l'interpretazione di Di Caprio l'ho trovata più ke buona, trama veramente interessante che subito t prende. C'è una scena veramente stomachevole che è quell dei topi che secondo me rovina il film soprattutto xkè nn ha senso soprattutto xkè se è una visione del protagonista nn viene spiegata qst sua ossessione x i ratti...cmq il film è buono e con un finale a sorpresa ke però nn fa altro ke confondere lo spettatore...insolito ma bello!
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carry84
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sabato 27 marzo 2010
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viaggio al centro della pazzia!
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tutto è il contrario di tutto,in questa ultima fatica del mio regista preferito!in coppia con il suo fidato amico DiCaprio,Scorsese confeziona un thriller psichedelico dove la realtà si fonde con l'allucinazione;ti confonde e ti scuote come un elettroshock,accompagnandoti in un viaggio ai confini della pazzia, ponendosi e ponendoti un quesito:dov'e' il paziente n.67?...la risposta finale vi assicuro che vi farà rimanere a bocca aperta!personaggi di contorno ben riusciti come gli squilibri che li affliggono,la più inquietante è la paziente che DiCaprio incontra all'inizio nel giardino del manicomio,con il suo aspetto sinistro e il gesto sospetto che fà ti rimane impresso quasi fino alla fine;l'unica cosa che mi ha infastidita è la durata(troppa!),a mio parere alcuni pezzi erano in eccesso!c
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tutto è il contrario di tutto,in questa ultima fatica del mio regista preferito!in coppia con il suo fidato amico DiCaprio,Scorsese confeziona un thriller psichedelico dove la realtà si fonde con l'allucinazione;ti confonde e ti scuote come un elettroshock,accompagnandoti in un viaggio ai confini della pazzia, ponendosi e ponendoti un quesito:dov'e' il paziente n.67?...la risposta finale vi assicuro che vi farà rimanere a bocca aperta!personaggi di contorno ben riusciti come gli squilibri che li affliggono,la più inquietante è la paziente che DiCaprio incontra all'inizio nel giardino del manicomio,con il suo aspetto sinistro e il gesto sospetto che fà ti rimane impresso quasi fino alla fine;l'unica cosa che mi ha infastidita è la durata(troppa!),a mio parere alcuni pezzi erano in eccesso!comunque sia all'uscita dal cinema metterete in dubbio anche la vostra sanità mentale!buon trip a tutti voi!
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silver340
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sabato 27 marzo 2010
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scorsese difficilmente delude
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Gran bel film, davvero inquietante anche se ad un certo punto la fine è intuibile. La scelta di di caprio come protagonista assoluto non è secondo me delle migliori, però il film è ottimo. Ve lo consiglio.
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edward teach
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sabato 27 marzo 2010
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copiato di sana pianta
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Copiato dal Gabinetto del dottor Caligari.
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nikopol89
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venerdì 26 marzo 2010
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bel prodotto ma nulla di più
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Nulla più di un prodotto commerciale ben confezionato, bendiretto e ben recitato.
Si è sentito parlare sopratutto della mancanza di personalità in questo progetto di ripetitività e tanti altri difettuci minori che hnno però impedito a critica e e pubblico di gridare al capolavoro.
Per quanto mi riguardare ho da ridire su una cosa sola: non mi ha sconvolto, un film che mette in scena certi argomenti dovrebbe farmi uscire dal cinema con un magone tale da non riuscire a dormire per una settimana, ma così purtroppo(o per fortuna) non è stato;ne sono uscito esattamente come ne sono entrato,stesso stato d'animo.
Dunque secondome Shutter island ha mancato l'obbiettivo, pur restando un film ben confezionato senza cadute di stile ma del quale non si sarebbe certo sentita la mancanza.
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Nulla più di un prodotto commerciale ben confezionato, bendiretto e ben recitato.
Si è sentito parlare sopratutto della mancanza di personalità in questo progetto di ripetitività e tanti altri difettuci minori che hnno però impedito a critica e e pubblico di gridare al capolavoro.
Per quanto mi riguardare ho da ridire su una cosa sola: non mi ha sconvolto, un film che mette in scena certi argomenti dovrebbe farmi uscire dal cinema con un magone tale da non riuscire a dormire per una settimana, ma così purtroppo(o per fortuna) non è stato;ne sono uscito esattamente come ne sono entrato,stesso stato d'animo.
Dunque secondome Shutter island ha mancato l'obbiettivo, pur restando un film ben confezionato senza cadute di stile ma del quale non si sarebbe certo sentita la mancanza.
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federico p.
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venerdì 26 marzo 2010
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situazione kafkiana o agnizione finale ?
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Teddy (un ottimo Leonardo DiCaprio) e Chuck, due agenti dell' FBI, sono inviati su un'isola dove sorge un manicomio criminale per svolgere una delicata indagine. Si inizia col piglio del thriller poliziesco tra gli ostacoli del direttore e dello psichiatra dell'istituto ma si finisce ben presto in un incubo onirico-psichiatrico.
La bellezza dell'opera di Scorsese è insita nelle tematiche affrontate: la violenza (dell'istituzione, dei campi di concentramento, cioè dell'uomo) che non si vuole riconoscere in sé e negli altri, la colpa, il rimorso, la responsabilità individuale e sociale.
Ma i “fantasmi” che si cercano sono sull'isola o sono stati portati sull'isola ? La risposta è nella personale “regola del quattro” che scompone e ricompone la vita del protagonista in un angosciante dialogo e viaggio interiore in cui strazianti visioni e traumi della vita si confondono in una realtà paranoica.
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Teddy (un ottimo Leonardo DiCaprio) e Chuck, due agenti dell' FBI, sono inviati su un'isola dove sorge un manicomio criminale per svolgere una delicata indagine. Si inizia col piglio del thriller poliziesco tra gli ostacoli del direttore e dello psichiatra dell'istituto ma si finisce ben presto in un incubo onirico-psichiatrico.
La bellezza dell'opera di Scorsese è insita nelle tematiche affrontate: la violenza (dell'istituzione, dei campi di concentramento, cioè dell'uomo) che non si vuole riconoscere in sé e negli altri, la colpa, il rimorso, la responsabilità individuale e sociale.
Ma i “fantasmi” che si cercano sono sull'isola o sono stati portati sull'isola ? La risposta è nella personale “regola del quattro” che scompone e ricompone la vita del protagonista in un angosciante dialogo e viaggio interiore in cui strazianti visioni e traumi della vita si confondono in una realtà paranoica. Il tormento eterno si tramuta così nell'incessante tempesta, nell'impossibilità di una via di fuga dal proprio status mentale.
Nell'ultima scena il protagonista sceglie coraggiosamente l'oblio e il definitivo rifiuto della realtà, ma in quell'ultimo e breve momento di lucidità vede finalmente l'isola per quella che è: un posto pacifico, assolato e tranquillo, ben lungi dall'inferno delle ore (anni?) passati.
Il taglio della scenografia sul punto è impeccabile e schiacciante: ad inizio film il mare urla tempestoso ma non tira vento e mancano gli schizzi d'acqua, segue la familiarità col posto e coi detenuti, le inquadrature “ad hoc” sullo psichiatra, e ancora bicchieri che scompaiono, fiammiferi che fanno luce anche se ormai consumati, ecc.
Eppure io non me la sentirei di escludere del tutto una interpretazione diversa e forse il bello del film è anche nella sfacciata ambivalenza della massima “è preferibile vivere da mostro o morire da uomo perbene ?”
Da vedere almeno una seconda volta nella vita.
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shakes
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giovedì 25 marzo 2010
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law of4
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Martin dimostra come al solito le sue straordinarie capacità da regista. Più che un film lo definerei la realtà su uno schermo poichè la realizzazione di alcune scene è talmente ben realizzata che sembra di essere dentro a questa storia di essere coinvolto emotivamente: la scena che forse maggiormente ci da' un'idea della drammaticità della guerra e dello sterminio nei lager, ma soprattutto degli effetti collaterali che esse producono sui reduci è forse la sequenza ambientata a Dachau, nel momento in cui il capo della sorveglianza del campo di concentramento cerca di suicidarsi ma prima di morire passerrà ancora un'ora di agonia.
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Martin dimostra come al solito le sue straordinarie capacità da regista. Più che un film lo definerei la realtà su uno schermo poichè la realizzazione di alcune scene è talmente ben realizzata che sembra di essere dentro a questa storia di essere coinvolto emotivamente: la scena che forse maggiormente ci da' un'idea della drammaticità della guerra e dello sterminio nei lager, ma soprattutto degli effetti collaterali che esse producono sui reduci è forse la sequenza ambientata a Dachau, nel momento in cui il capo della sorveglianza del campo di concentramento cerca di suicidarsi ma prima di morire passerrà ancora un'ora di agonia. Questa scena è ancor più resa drammatica dalla colonna sonora fantastica e dallo svolazzare di fogli che ci suggerisce la confusione del momento. Inoltre ci sono scenari fantasici e il modo in cui vengono realizzati sia flashback che incubi sono parrticolarmente suggestivi, sebbene leggermente paurosi. Inoltre la scelta degli attori è senza dubbio ben curata: la presenza di attori come Ben Kingsley (Oscar come migliore per Gandhi) e ovviamente il pluricandidato agli oscar Di Caprio rendono il film ancora più avvincente. La storia può sembrare molto contorta al pubblico distratto, poichè la vicenda si ribaltà circa tre volte, deviando lo spettatore dal comprendere la trama.
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jack j.
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giovedì 25 marzo 2010
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shutter island !!!
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Secondo me uno dei migliori film degli ultimi anni,che ti prende dall'inizio alla fine e che è abbellito da una splendida ed intensa interpretazione di DiCaprio che x me meriterebbe x questo ruolo almeno una nomination agli oscar
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iansolo197
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giovedì 25 marzo 2010
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onirico
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gran bel film anche se prevedibile
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alespiri
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mercoledì 24 marzo 2010
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scorsese ci trascina nel labirinto della follia
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Entrare a Shutter Island con i due agenti federali protagonisti nel film è come addormentarsi e risvegliarsi in un incubo ad occhi aperti. La capacità registica di Scorsese nel condurci con loro per ricerca di una presunta verità è perfetta quanto manipolatoria. La scena iniziale in cui la telecamera segue dall’alto l’ingresso dell’autovettura verso l’interno desolato e selvaggio dell’isola ricorda quella di Shining, ed il “padiglione C” del manicomio criminale presente su di essa, coi suoi esperimenti sulla mente, è un po’ l’Overloock Hotel di Kubrik, per intenderci. Il colloquio tra Di Caprio e la mostruosa pazzia di un detenuto in cella nella struttura per la sua pericolosità, ricorda Il Silenzio degli Innocenti.
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Entrare a Shutter Island con i due agenti federali protagonisti nel film è come addormentarsi e risvegliarsi in un incubo ad occhi aperti. La capacità registica di Scorsese nel condurci con loro per ricerca di una presunta verità è perfetta quanto manipolatoria. La scena iniziale in cui la telecamera segue dall’alto l’ingresso dell’autovettura verso l’interno desolato e selvaggio dell’isola ricorda quella di Shining, ed il “padiglione C” del manicomio criminale presente su di essa, coi suoi esperimenti sulla mente, è un po’ l’Overloock Hotel di Kubrik, per intenderci. Il colloquio tra Di Caprio e la mostruosa pazzia di un detenuto in cella nella struttura per la sua pericolosità, ricorda Il Silenzio degli Innocenti. L’ambientazione onirica in cui si muovono i protagonisti ricorda in alcuni momenti Nightmare di Craven e la natura disambigua della narrazione, ci inquieta come in un film di Polansky. Dunque uno Scorsese fuori dagli schemi classici del suo modo di fare cinema; questo al contempo ci spiazza e ci conferma la sua intelligente capacità evolutiva e di sperimentazione.
Viene fuori un film teso, tecnicamente perfetto che riflette sulla lucida follia della mente umana quale risultato di confitti insanabli e ci fa perdere terreno sotto i piedi.
La dissimulazione diviene unica via d’uscita pur di negarsi alcune verità, perché, come dice il protagonista del film (Di Caprio) “è meglio morire da persone perbene che sopravvivere, accettando la realtà, da criminali”. Inquietante ed elegante dramma psicologico. Di Caprio appare in gran forma e si muove a suo agio con un regista che ne esalta le qualità, Ben Kingsley è perfetto nella parte dello psichiatra ambiguo. Max Von Sidow mette in scena tutta la sua esperienza nel creare un personaggio affascinante e provocatoriamente manipolatorio.
La fotografia è splendida come la sceneggiatura. Da vedere.
Stelle : 3,5
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