antrace
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mercoledì 19 maggio 2010
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un bignè alla crema
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E' un bignè alla crema , l'ultimo film di Virzì , con sfoglia colma di intenti dolci e di
note benevole per tutti i personaggi , sui quali svetta con maestria e abilità interpretativa Anna in Michelucci , l'intramontabile Stefania Sandrelli . Sembra che la trama le sia cucita addosso,come una Filumena Marturano in versione toscana, più serena, sbarazzina , irriverente
dell'omologa partenopea . Sullo sfondo , con gradevole esposizione , i figli , il marito, il
genero , i nipoti ed altri affini , tutti chiamati a sciogliere ansie e tormenti dinanzi al suo letto terminale . Una famiglia sgangherata e inquieta si ricompone infine per merito di Anna ,grazie alla sua ostinata fiducia nella vita .
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E' un bignè alla crema , l'ultimo film di Virzì , con sfoglia colma di intenti dolci e di
note benevole per tutti i personaggi , sui quali svetta con maestria e abilità interpretativa Anna in Michelucci , l'intramontabile Stefania Sandrelli . Sembra che la trama le sia cucita addosso,come una Filumena Marturano in versione toscana, più serena, sbarazzina , irriverente
dell'omologa partenopea . Sullo sfondo , con gradevole esposizione , i figli , il marito, il
genero , i nipoti ed altri affini , tutti chiamati a sciogliere ansie e tormenti dinanzi al suo letto terminale . Una famiglia sgangherata e inquieta si ricompone infine per merito di Anna ,grazie alla sua ostinata fiducia nella vita . Mano a mano i balbettii dei ragazzi , le frasi incerte di Valeria sul futuro , i ricorsi di Bruno a stupefacenti , gli stessi tormenti del distacco da parte di Mario , tutti i grovigli si sciolgono , e i singulti mutano in rassicuranti risposte di fronte alla fervida testimonianza della donna .Il film è fresco e popolare, si svolge in una Livorno tersa ed ammiccante ,come spesso vuole il regista nelle sue opere , è condito con le canzoni degli anni sessanta, una prospettiva retrò che non guasta mai ed appare come il tocco del cuoco navigato . Non un opera prima , sicuramente,
nè per intensità nè per ritmo , ma un bon bon gustoso , di ottima pasticceria , che lascia gli spettatori sazi e appagati .
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100spindle
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lunedì 10 maggio 2010
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bella la prima
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BELLO SPACCATTO D'ITALIA. BRAVISSIMA LA RAMAZZOTTI. NON CREDO SIA FACILE PER NESSUNO IMITARE LA CADENZA E IL TONO DELLA SANDRELLI SEMPRE IN BILICO TRA LO SVAMPITO E LA CIVETTERIA.
TRAMA SEMPLICE MA PERSONAGGI RICCHI SOPRATTUTTO DI UMANITA'. IL FILM NON HA UN GRAN RITMO MA SI LASCIA GUADARE CON PIACERE. VOLENDO TROVARE QUALCHE DIFETTO IN PIU' POSSIAMO DIRE CHE ALCUNE SCENE E ALCUNI MOMENTI SONO AL LIMITE DELLA NOIA, MA POI SI TORNA VERSO UN PERCORSO A TRATTI VIVACE.
MI E' PIACIUTA MOLTO ANCHE LA PANDOLFI; NON HO APPREZZATO INVECE L'IMPOSTAZIONE CHE MASTRANDREA HA DATO AL PROPRIO PERSONAGGIO A MIO AVVISO LA RECITAZIONE E' STATA TROPPO TEATRALE E FORSE LONTANA DALL'ESSERE CREDIBILE.
[+] c' eravamo..." dopo 40 anni
(di giuliano traversari)
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g. romagna
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sabato 24 aprile 2010
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la prima cosa bella
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Bruno (Valerio Mastandrea), professore di scuola superiore con problemi di alcol e droga, e la sorella Valeria (Claudia Pandolfi) ricordano, in occasione dello stato terminale di malattia dell'ancor vitale madre Anna (Stefania Sandrelli) il passato della loro famiglia. Un'infanzia colma di travagli quella dei due, contraddistinta da un forte legame con l'ingenua e sventurata madre ed un padre, violento ed oppressivo, che ha abbandonato la consorte e rivendica il possesso dei figli. Poco prima della sua morte, Anna decide di sposarsi con Loriano, vecchio amico di famiglia, e, per l'occasione, Bruno svela a Valeria un ulteriore segreto: l'esistenza di un fratello, Cristiano, nato da Anna in una delle sue molteplici relazioni.
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Bruno (Valerio Mastandrea), professore di scuola superiore con problemi di alcol e droga, e la sorella Valeria (Claudia Pandolfi) ricordano, in occasione dello stato terminale di malattia dell'ancor vitale madre Anna (Stefania Sandrelli) il passato della loro famiglia. Un'infanzia colma di travagli quella dei due, contraddistinta da un forte legame con l'ingenua e sventurata madre ed un padre, violento ed oppressivo, che ha abbandonato la consorte e rivendica il possesso dei figli. Poco prima della sua morte, Anna decide di sposarsi con Loriano, vecchio amico di famiglia, e, per l'occasione, Bruno svela a Valeria un ulteriore segreto: l'esistenza di un fratello, Cristiano, nato da Anna in una delle sue molteplici relazioni. Anch'egli viene invitato alla cerimonia, ed è presente, assieme agli altri, al momento del decesso, il quale, con la sua dirompente forza, potrà potenzialmente farsi cagione di un nuovo inizio per i figli... Dramma sincero, schietto, a tratti commovente e capace di non strizzare giammai l'occhio al sentimentalismo, La Prima Cosa Bella è un film che affronta il dualismo amore-conflitto all'interno dell'ambito familiare offrendo una visione non solo umanamente triste della morte, ma anche potenzialmente fonte di riscatto e rinascita (tema già più e più volte affrontato dal cinema: si pensi ad esempio, fatte le debite distanze e proporzioni, al Dies Irae di Dreyer), senza trascurare alcun particolare dell'ondeggiante gamma di sentimenti che non può che contraddistinguere dei personaggi così veri e travagliati come i protagonisti della vicenda in questione.
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luca aprea
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venerdì 23 aprile 2010
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la prima cosa bella è...
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La prima cosa bella che voglio dire è che Paolo Virzì ha firmato un film splendido, un capolavoro.
La seconda cosa bella è che è girato a Livorno. La mia città. A poche centinaia di metri da casa mia. Uscivi di casa ed eri negli anni '70. Ganzo.
La terza cosa bella è che ho visto le riprese der firme. Posso dire "io c'ero". Va bè ci s'era tutti a curiosare, a ciacciare. Molti di noi han fatto anche le comparse. E poi dicono che lo spirito del popolo labronico si è estinto. Il film di Virzì ci ha visto tutti coinvolti, tutti stretti attorno a questa 'creatura'.
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La prima cosa bella che voglio dire è che Paolo Virzì ha firmato un film splendido, un capolavoro.
La seconda cosa bella è che è girato a Livorno. La mia città. A poche centinaia di metri da casa mia. Uscivi di casa ed eri negli anni '70. Ganzo.
La terza cosa bella è che ho visto le riprese der firme. Posso dire "io c'ero". Va bè ci s'era tutti a curiosare, a ciacciare. Molti di noi han fatto anche le comparse. E poi dicono che lo spirito del popolo labronico si è estinto. Il film di Virzì ci ha visto tutti coinvolti, tutti stretti attorno a questa 'creatura'. E quasi senza rendercene conto siamo tornati ad essere una comunità.
La quarta cosa bella è che più o meno c'erano tutti: 'ir Marmugi, 'ir Ruffini, 'ir Crestacci, Abi, 'ir Favilla, 'ir Ballantini, 'ir Messeri, la mallia n.9 di Danilo, 'ir Caproni via graffito, Bobo...la Serchi!!
La quinta cosa bella è che Virzì aveva detto che in questo film "si piange, si ride non si fa in tempo a piangere che si ride di nuovo..." . 'Un aveva scazzato. E' vero, cazzo se è vero.
La sesta cosa bella è sentire Valerio Mastandrea parlare livornese.
La settima cosa bella è che la storia di Bruno Michelucci è un po' come la mia. Anch'io come lui sono emigrato a Milano. "Perché Livorno dà gloria soltanto all'esilio e ai morti la celebrità".
L'ottava cosa bella è un risvolto del film solo in apparenza marginale ovvero che alla fine ir vigilino, come è giusto che sia, resta quel che è:un becco malidetto. =)
La nona cosa bella in realtà è anche un pochino brutta. O quantomeno scomoda. Il sottoscritto, insieme alla sua consorte, il film non l'ha visto comodo in poltrona ma seduto sui gradini della sala. Perché, pensate, alla proiezione delle 19.25 del lunedì la sala era zibilla. Presentarsi al botteghino con mezzora di anticipo non è servito a nulla: quarta fila laterale attaccati alla parete. Inevitabile l'accentramento semi-abusivo.
La decima cosa bella è il mare. Perché qua tutto si risolve con un ber bagno (lo dice anche il dottore in una scena). Anche i film. Non appare mai, non si vede mai. Ma alla fine trionfa. E libera tutti.
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burton99
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mercoledì 24 marzo 2010
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da oscar
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a mio parere questo film e' bellissimo, bravi gli attori e bella la storia, viva il buon cinema italiano
[+] per carità....
(di lucalip)
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kronos
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domenica 21 marzo 2010
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bel soggetto, modesta realizzazione
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Nell'ultima commedia di Virzì è netto il contrasto tra la qualità del soggetto, potenzialmente all'altezza di molti classici italiani del passato, e la modesta qualità realizzativa.
Lo script è interessante e cresce nella seconda parte, raggiungendo nel finale momenti di sincera commozione. Peccato che non funzioni tutto il resto: un cast di attoruncoli di quart'ordine su cui spicca per incompetenza Micaela Ramazzotti, recitazione improvvisata in slang toscano, qualità del sonoro pessima (in alcuni momenti è un insieme indecifrabile di squittii), regia tirata via a braccio.
Un filmetto guardabile ma nulla più.
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pier39
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sabato 20 marzo 2010
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la prima cosa bella italiana dopo anni
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Da vedere assolutamente. Uno spaccato di vita che da' molti spunti di riflessione. Attori superlativi e su tutti la Sandrelli che accoglie con levità e sorriso una terminalità angosciante. Un film che ti fa crescere.
[+] buuuuumm!
(di kronos)
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redrose
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martedì 16 marzo 2010
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la prima cosa.....non bella.
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Questo film ha tutti gli ingredienti per essere definito “un bel film” e Virzì ha saputo dosare con sapiente maestria tutti i giusti ingredienti: soggetto toccante e commovente, cast buono e affiatato (compresi i superbi attori-bambini), location di provincia come la migliore tradizione della commedia all’italiana vuole…eppure c’è qualcosa che stona e che ci lascia non proprio convinti (e non sono solo Mastandrea e la Pandolfi che parlano livornese!)
Le stazioni di questo ‘amarcord’ Virziniano (così come sono state definite), nella Livorno degli anni '70, ripercorrono la vita e le imprese di Anna, madre esuberante e bellissima che si concede in maniera ingenua e a volte goffa agli uomini e alla vita: domestica, segretaria, ragioniera, ‘attricetta’ senza mai avere un reale successo, passa attraverso tutti i dolori della vita col sorriso sulle labbra e l'intenzione di essere soltanto una brava mamma.
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Questo film ha tutti gli ingredienti per essere definito “un bel film” e Virzì ha saputo dosare con sapiente maestria tutti i giusti ingredienti: soggetto toccante e commovente, cast buono e affiatato (compresi i superbi attori-bambini), location di provincia come la migliore tradizione della commedia all’italiana vuole…eppure c’è qualcosa che stona e che ci lascia non proprio convinti (e non sono solo Mastandrea e la Pandolfi che parlano livornese!)
Le stazioni di questo ‘amarcord’ Virziniano (così come sono state definite), nella Livorno degli anni '70, ripercorrono la vita e le imprese di Anna, madre esuberante e bellissima che si concede in maniera ingenua e a volte goffa agli uomini e alla vita: domestica, segretaria, ragioniera, ‘attricetta’ senza mai avere un reale successo, passa attraverso tutti i dolori della vita col sorriso sulle labbra e l'intenzione di essere soltanto una brava mamma.
A reggere il peso di questa angoscia che ci pervade per tutta la durata della visione, c’è d’altro canto una instancabile Stefania Sandrelli ed il film è tutto nel suo personaggio che, libero di pregiudizi, vive in uno stato di perenne disponibilità nei confronti della vita, offrendo agli uomini e a noi spettatori quello che può e sente ed è proprio la sua incompletezza ma anche la sua naturale gioia di stare al mondo a renderla un personaggio unico e delicato.
In fin di morte, sposerà chi le è stato accanto da una vita e riconcilierà il figlio Bruno alla vita con un pallido messaggio di redenzione (il liberatorio e catartico bagno al mare): troppo poco però per tutta la violenza che abbiamo visto durante un film che si presenta come "commedia" ma che invece appartiene forse più al genere drammatico o melo -drammatico (botte, violenza, disperazione, povertà) : forse il regista da buon ‘stratega’ del cinema ha saputo scegliere e miscelare tutti gli ingredienti in maniera fluida e vibrante in modo da toccare le corde più sensibili della nostra anima, e sicuramente lo ha fatto bene ed il risultato è convincente.
Il riferimento, lo dice per primo il regista, è la commedia all'italiana, esplicitata dall'omaggio a Dino Risi che vediamo nel film in una breve apparizione. E dunque di un cinema sentimental-popolare d'altri tempi non si può trattenere evidentemente la stessa leggerezza e nella moderna versione Virziniana, forse contaminata da troppe distrazioni, gli uomini sono tutti irrisolti e problematici e le donne maltrattate, fisicamente e psicologicamente, soffocate dalla loro energia e voglia di vivere. E così non possiamo non portarci a casa un sapore dolce-amaro e la sensazione di aver ricevuto la stessa pallonata in faccia che prende Bruno (Mastandrea) all’inizio del film.
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[+] e' vero.
(di marezia)
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paride86
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domenica 14 marzo 2010
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bello
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Virzì firma un bel film ambientato a Livorno, rispolverando l'infanzia sui generis di due fratelli molto diversi tra loro. E' una commedia dolce-amara, in cui si piange e si ride ma sempre senza volgarità.
Ruoli molto azzeccati, anche se Micaela Ramazzotti imita Stefania Sandrelli.
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lofoten
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sabato 13 marzo 2010
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un bel film di un bravo autore di questi anni
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Ritorna nella sua Lvorno , Virzì per raccontarci ed accompagnarci in un bel film italiano, ottimamente interpretato e che fotografa in pieno la sua visione-vita degli anni della sua generazione.
Bravo lui e gli attori,
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