sky73
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venerdì 12 marzo 2010
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...zzzzzz...
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...purtroppo ho rischiato di cadere tra le braccia di Morfeo più di una volta...
Il film mi è sembrato decisamente "piatto", a parte il finale alla "cavaliere vs drago".....mi aspettavo un guizzo di "genialità" alla Burton che non c'è stato.........peccato.
Burton ha saputo fare di meglio.
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m.fabbiano
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venerdì 12 marzo 2010
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bellissimo in 3d ma dalla storia mi aspettavo più
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bellissima la grafica, coloratissimo e dettagliato, ma dalla storia mi aspettavo di più, il paragone nopn può essere retto se confrontato alla versione animata che tutti conoscono.
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nikita
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venerdì 12 marzo 2010
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delusa ma consapevole
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acconsento alla visione del film pur essendo contraria all'abuso del 3D.. mi ritrovo inchiodata a vedere un film noioso e mediocre, senza colpi di scena, permeato da un buonismo imperante (ma che non fa nè ridere nè tantomeno sorridere).. mai un'emozione o una sorpresa.. grande il lavoro dei truccatori (ho passato il film a chiedermi "chissà quanto tempo sotto trucco e parrucco, che noia!) bisogna ammetterlo.. ma il grande cinema è altro.. deludente
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flavio ferrara
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venerdì 12 marzo 2010
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credevo meglio....e basta con questo 3d !!!
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Visto stasera, posso dare tre stelline per la scenografia degna di Burton ma la storia è decisamente piatta.... nn un punto saliente ne una scena emozionante. Il tutto scorre con lo stesso ritmo dall'inizio alla fine e quasi ci si immagina man mano la scena successiva. Visto la base di partenza e la decisione di "rivedere la storia" si poteva puntare a qualcosa di realmente più eccitante...la storia mi è sembrata un pò una forsatura per dar più rilievo alla figura di johnny deep che alla fine si rivela il vero protagonista. Ultimo appunto : Basta con questi finti 3D...Escluso il vero 3D visto in " Viaggio al centro della terra " tutti gli altri film usciti in seguito ( compreso Alice in wonderland e Avatar ) hanno mostrato, secondo me, un'uso davvero superfluo e irrilevante di questa tecnica.
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Visto stasera, posso dare tre stelline per la scenografia degna di Burton ma la storia è decisamente piatta.... nn un punto saliente ne una scena emozionante. Il tutto scorre con lo stesso ritmo dall'inizio alla fine e quasi ci si immagina man mano la scena successiva. Visto la base di partenza e la decisione di "rivedere la storia" si poteva puntare a qualcosa di realmente più eccitante...la storia mi è sembrata un pò una forsatura per dar più rilievo alla figura di johnny deep che alla fine si rivela il vero protagonista. Ultimo appunto : Basta con questi finti 3D...Escluso il vero 3D visto in " Viaggio al centro della terra " tutti gli altri film usciti in seguito ( compreso Alice in wonderland e Avatar ) hanno mostrato, secondo me, un'uso davvero superfluo e irrilevante di questa tecnica....Mi sembra più un fenomeno per vendere di più che nn poi una reale innovazione....provare per credere.....per il 90% del film se togliete gli occhiali l'immagine si vede limpida...ciò vuol dire che l'effetto 3d nn è nemmeno usato. Credo che nn regalerò più 10 euro per un film in 3d.
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mr blonde
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giovedì 11 marzo 2010
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meno male che ci sono i cattivi...
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Poteva benissimo essere chiamato “Alice in Tim Burton’s Land”, quanto agli spettacolari scenari in cui si articola la storia, nei quali lo spettatore, se appassionato dell’indimenticato romanzo di Lewis Carrol, si può perdere per poi ritrovarsi come tra le pagine dell’opera.
Il riadattamento Burtoniano tuttavia scorre piacevole e fedele alla storia, senza però (ahimè) prendersi alcuna licenza interpretativa, nonostante sappiamo di che pasta sia fatto il regista de “La Sposa Cadavere”. (colpa della produzione Disney?)
E qui la primissima (e sicuramente non grave) pecca, per avere maggior risonanza il titolo “Alice Nel Paese Delle Meraviglie” è quello del prequel della storia trattata nel film, tant’è che fa quasi rabbia sentire persone abbandonare la sala a fine proiezione con commenti tipo “Ma non era mica quella la storia…”.
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Poteva benissimo essere chiamato “Alice in Tim Burton’s Land”, quanto agli spettacolari scenari in cui si articola la storia, nei quali lo spettatore, se appassionato dell’indimenticato romanzo di Lewis Carrol, si può perdere per poi ritrovarsi come tra le pagine dell’opera.
Il riadattamento Burtoniano tuttavia scorre piacevole e fedele alla storia, senza però (ahimè) prendersi alcuna licenza interpretativa, nonostante sappiamo di che pasta sia fatto il regista de “La Sposa Cadavere”. (colpa della produzione Disney?)
E qui la primissima (e sicuramente non grave) pecca, per avere maggior risonanza il titolo “Alice Nel Paese Delle Meraviglie” è quello del prequel della storia trattata nel film, tant’è che fa quasi rabbia sentire persone abbandonare la sala a fine proiezione con commenti tipo “Ma non era mica quella la storia…”.
Seconda nota stonata, a parer mio, la sterile interpretazione di Mia Wasikowska (Alice), che si riesce a rendere quasi indolente agli occhi dello spettatore, mettendo tanta anima quanta ne avrebbe garantita anche un tostapane al suo posto.
Probabilmente se la vera Alice avesse avuto la sua determinazione il libro si sarebbe concluso nel modo diametralmente opposto con il sopravvento dei “cattivi”.Irritante.
Giunti a questo punto sarebbe impossibile ed ingiusto non menzionare la splendida Helena Bonham Carter (La regina di Cuori), che riesce ad essere la più cruda,un po’ pazza, spietata, ed allo stesso tempo insicura, Regina di Cuori pensabile.
Non determinante come ci si potrebbe aspettare Johnny Depp (Il cappellaio matto), è forse l’ora di smettere i panni del “pazzo-Jack Sparrow”.
Per terminare, 3D quasi totalmente ininfluente...
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[+] fedele a carrol???
(di linus2k)
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[+] senza prendersi licenze interpretative??
(di yng river)
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frank guarnaccia
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giovedì 11 marzo 2010
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alice non abita più qui
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Delle avventure della piccola Alice che cade letteralmente in un onirico mondo sotterraneo fatto di stramberie, di illogicità e di controsensi resta davvero poco in questa pellicola targata (povero Walt!) Disney e (“tu quoque” Tim) Burton. A parte un obsoleto 3D, che non aggiunge nulla ad una visione sedativa di un film che sembra già visto, e che mi è parso più una trovata commerciale per alzare il prezzo del biglietto che un valore “allucinogeno” aggiunto, il film non lascia tracce di sé e si smarrisce in una sceneggiatura tagliata con la stessa accetta con la quale il boia “non taglia” la testa dei protagonisti (la nostalgia insegue il ricordo del gotico Sleepy Hollow).
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Delle avventure della piccola Alice che cade letteralmente in un onirico mondo sotterraneo fatto di stramberie, di illogicità e di controsensi resta davvero poco in questa pellicola targata (povero Walt!) Disney e (“tu quoque” Tim) Burton. A parte un obsoleto 3D, che non aggiunge nulla ad una visione sedativa di un film che sembra già visto, e che mi è parso più una trovata commerciale per alzare il prezzo del biglietto che un valore “allucinogeno” aggiunto, il film non lascia tracce di sé e si smarrisce in una sceneggiatura tagliata con la stessa accetta con la quale il boia “non taglia” la testa dei protagonisti (la nostalgia insegue il ricordo del gotico Sleepy Hollow).
Se è vero che lo schermo sogna, e noi con lui, quale storia ideale se non quella di una bambina che ne vive uno? Tuttavia Tim Burton affronta le avventure (non più psichedeliche) di un Alice (non più bambina) con la mano sinistra confezionando una pellicola insipida su commissione senza avere il coraggio di inoltrarsi negli aspetti più oscuri di quello stesso sogno che da più di un secolo continua a “meravigliarci”. Così ci addormentiamo dentro una scenografia déjà vu (nell’attesa che passi di lì il grande puffo), cullati da una colonna sonora di un Danny Elfmann che fa il verso a sé stesso, e ci lasciamo trasportare verso un’improbabile (e annunciato) scontro con un drago sfigato (ho fatto il tifo per lui, sono sincero) ed un lieto fine nel quale persino il cappellaio (non era matto?) sembra rinsavirsi. Forse i veri matti siamo noi, poveri spettatori, che inforcati gli occhiali finiamo nella tana sbagliata. E povera regina di cuori (lei sì, vera protagonista) che, preferendo farsi odiare, non deve temere l’alibi del politicamente corretto made in Disney.
Per tutti coloro che hanno amato il cinema di Tim Burton consiglio caldamente di ignorarne l’ultima “fatica” e di stare attenti al coniglio che avete intenzione di seguire sullo schermo, potreste cadere nel buco sbagliato!
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angie1981
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giovedì 11 marzo 2010
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deludente
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il film è discreto, johnny depp è un ottimo attore, il trailer sembra avvincente, ma poi da metà film in avanti la trama diventa davvero noiosa.
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el diablo
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giovedì 11 marzo 2010
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appena sufficiente
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Sinceramente questa volta da Burton mi aspettavo di più...visionario come sempre ma ha cambiato totalmente la fiaba di Carol rendendola appena sufficiente...un' insolita Alice ventenne che si muove in un paesaggio ricostruito perfettamente e con fantasia anche se il supporto della tecnologia 3d è molto approssimato....e questo fa capire come il film non sia nato per il 3d...sinceramente a chi deve ancora vederlo consiglio la visione normale almeno si risparmiano i soldini...per il resto buona l'interpretazione di Deep(ma ha fatto di meglio),di Mia Wasikowska (Alice) e della Carter (la regina rossa)...belli gli scenari...un pò lenta la trama...Voto 6,5
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(di iosonogina)
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cometad2
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giovedì 11 marzo 2010
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le aspettative
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Film che ha riempito tutti noi di aspettative...io personalmente ho prenotato i biglietti appena mi è stato possibile...sicuramente non è un Burton libero di agire come in altri suoi capolavori (il suo tocco è palese nel fossato di sangue e teste mozzate) Deep è sempre in grado di dare il tocco di follia ai personaggi...ovviamente subisce la trama. La Bonham Carter è altrettanto brava nel dare espressione alla regina rossa che a volte risulta quasi tenera nella sua cattiveria un pò goffa. Io trovo che sia perfetto per il tipo di pubblico che ha, soprattutto nei contenuti fiabeschi.
Se poi noi grandi vogliamo vedere un Burton "vero" possiamo affidarci ad altri titoli.
Il 3D non era gradito al regista che se lo è trovato imposto da delle regole di commercio ben precise.
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Film che ha riempito tutti noi di aspettative...io personalmente ho prenotato i biglietti appena mi è stato possibile...sicuramente non è un Burton libero di agire come in altri suoi capolavori (il suo tocco è palese nel fossato di sangue e teste mozzate) Deep è sempre in grado di dare il tocco di follia ai personaggi...ovviamente subisce la trama. La Bonham Carter è altrettanto brava nel dare espressione alla regina rossa che a volte risulta quasi tenera nella sua cattiveria un pò goffa. Io trovo che sia perfetto per il tipo di pubblico che ha, soprattutto nei contenuti fiabeschi.
Se poi noi grandi vogliamo vedere un Burton "vero" possiamo affidarci ad altri titoli.
Il 3D non era gradito al regista che se lo è trovato imposto da delle regole di commercio ben precise...
purtroppo, a volte, ci si deve piegare davanti alle imposizioni.
Continuo a ritenerlo migliore di Avatar che, personalmente, ho ritenuto spettacolare dal punto di vista grafico ma pessimo da quello della trama.
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massimiliano morelli
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giovedì 11 marzo 2010
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un bruco nell'acqua
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3D. Deludente, discutibile, discontinuo. Poteva essere il climax di una carriera visionaria brillante e irresistibile, ma Tim fallisce l’affondo, costringendo la sua Alice, algida come il cornetto omonimo, ad un viaggio ben lontano dalle fantasmagoriche burle del suo papà letterario. C’è tutto e niente nel calderone fantasy messo a lucido dal burattinaio dei sogni gotici, e la frenesia di creare un paese delle meraviglie nouvelle vague, si infrange su di uno specchio deformante, che di fatto non viene attraversato mai, semmai va in frantumi, con le nostre aspettative. Dispiace vedere un’ Alice che fu sognatrice frastornata trasformata in una militante radicale femminista e guerrafondaia, che corre in lungo ed in largo per l’oltretomba, con l’unico scopo di affettare il ciciarampa di sotto, per poi correre a sbolognare il cicisbeo che l’aspetta di sopra.
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3D. Deludente, discutibile, discontinuo. Poteva essere il climax di una carriera visionaria brillante e irresistibile, ma Tim fallisce l’affondo, costringendo la sua Alice, algida come il cornetto omonimo, ad un viaggio ben lontano dalle fantasmagoriche burle del suo papà letterario. C’è tutto e niente nel calderone fantasy messo a lucido dal burattinaio dei sogni gotici, e la frenesia di creare un paese delle meraviglie nouvelle vague, si infrange su di uno specchio deformante, che di fatto non viene attraversato mai, semmai va in frantumi, con le nostre aspettative. Dispiace vedere un’ Alice che fu sognatrice frastornata trasformata in una militante radicale femminista e guerrafondaia, che corre in lungo ed in largo per l’oltretomba, con l’unico scopo di affettare il ciciarampa di sotto, per poi correre a sbolognare il cicisbeo che l’aspetta di sopra. Tutto si sa troppo presto, un gioco già bello e svelato dai ricordi disneyani prima, e dalla sceneggiatura un po’ telefonata, poi. Venuta meno la delicata ragnatela ironica e mattacchiona che ci si aspettava da un ragazzaccio come Burton, perdono colore anche tutti i colpi d’ala che comunque sono sparsi qua e là, con riconoscibile e riconosciuto talento. Molti personaggi animati saltellano davanti agli occhi lasciando un ricordo e un impatto visivo notevole, lo Stregatto è sornione e vaporoso al punto giusto, i cicciotti Pincopanco e Pancopinco sono di per sé irresistibili, così come piace lo squinternato convivio agli ordini del cappellaio. Ma è l’artificio narrativo che lascia a desiderare, non si può ricucire una tela bizzarra, forzandola in schemi stucchevoli triti e ritriti che finiscono nella banale epopea di un’eroina che ammazza lancia e spada il dragoncello per ridare la luce al regno avvolto dalle tenebre. Non ha senso a quel punto portarsi dietro un bel cappellaio matto, che Depp tratteggia con il consueto, delirante, istrionismo hippy. Svanisce nel nulla, anche il tocco da fiaba anarchica di quella deliranza che ci sarebbe piaciuto sniffare dal primo all’ultimo centimetro di pellicola. Menzione d’onore per le signore reali. Sia la bella che la bestia sono all’altezza del ruolo, isterico-svampite quanto basta per lasciarsi apprezzare e ricordare nei commenti dagli spogliatoi. Non piace tutto il bestiario cagnesco-draghesco, troppo preso in prestito dalla carica di centouno film tolkeniani usciti nei paraggi, né tantomeno il re di cuori, tanto sorcino da sembrare Renato Zero, o peggio, per lui, il neoeletto vincitore del GF.
Sui dialoghi si apre l’ardua sentenza. In italiano tutto si basa su un’osservante dedizione alla causa dell’ Alice disneyana, per addomesticare orecchie già allenate. E allora suona bene. Ma fu lo stesso oltreoceano? Al momento teniamoci il dubbio. Il divertentissimo Bianconiglio saltellante tra i cespugli iniziali, lasciava sperare in un qualcosa di più di un passatempo d’autore per marmocchi comunque estasiati, ma il girotondo, incompiuto come il finto 3D, lascia delusi con un palmo di occhiali hi-tech sul naso. E’ immensamente vero che i migliori sono matti. Ma se lo sveli dopo dieci minuti di film, anche quel bel cappellaio diventa una cappellata.
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