Horse Boy - L'amore di un padre

Film 2009 | Documentario, 93 min.

Titolo originaleThe Horse Boy
Anno2009
GenereDocumentario,
ProduzioneUSA
Durata93 minuti
Regia diMichel Orion Scott
AttoriTemple Grandin, Simon Baron-Cohen .
Uscitamercoledì 2 aprile 2014
TagDa vedere 2009
DistribuzioneFeltrinelli Real Cinema
MYmonetro 3,21 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Michel Orion Scott. Un film Da vedere 2009 con Temple Grandin, Simon Baron-Cohen. Titolo originale: The Horse Boy. Genere Documentario, - USA, 2009, durata 93 minuti. Uscita cinema mercoledì 2 aprile 2014 distribuito da Feltrinelli Real Cinema. - MYmonetro 3,21 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 13 novembre 2017

Il viaggio di una famiglia in cerca di una cura per l'autismo del figlio.

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Consigliato sì!
3,21/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 2,92
CONSIGLIATO SÌ
Un documentario dall'impressionante realismo che racconta 'una storia vera' senza violenze finzionali.
Recensione di Gabriele Niola
Recensione di Gabriele Niola

Una storia vera che sembra ricalcare quelle fasulle di esplorazione spirituale in un altrove esotico. Ai coniugi Isaacson nasce un figlio che, dopo qualche anno, capiscono essere autistico. Ha problemi di comunicazione ma soprattutto improvvisi scoppi di disperazione ed ira, inspiegabili e insanabili se non, scoprono ad un certo punto, in sella ai cavalli. Il bambino ha infatti un rapporto intimo e peculiare con tutti gli animali. Come molti autistici è fissato con qualcosa in particolare, un ambito del quale sembra conoscere e capire tutto: gli animali.
Disperati per i molti problemi e le poche risposte della medicina i coniugi intraprendono un folle viaggio verso la Mongolia perchè hanno saputo che lì lo sciamanesimo è una forma di medicina riconosciuta e in una certa regione è praticato assieme all'ippoterapia.
La prima cosa a stupire di Horse Boy è la dedizione documentaristica e l'occhio spietato con il quale i genitori hanno concesso di riprendere le crisi e la malattia del figlio. Non c'è niente di edulcorato e l'impressione è che si volesse rendere senza sconti lo sfinimento umano cui un figlio autistico a questo livello può portare dei genitori. Scelta significativa perchè aiuta a comprendere come sia stato possibile decidere di intraprendere un simile folle viaggio (si parla di giorni interi a cavallo e settimane in tenda con un bambino che urla di continuo e non è capace ad andare di corpo autonomamente) misurando la caparbietà degli esseri umani in campo, la caratura dei loro sentimenti, la forza della loro determinazione e facendoli passare immediatamente da persone reali a personaggi, identificabili per solo alcune caratteristiche salienti (la madre addirittura non ama cavalcare).
Il viaggio degli Isaacson, quel che succederà prima con gli sciamani e poi al ritorno a casa, è materia da grandissima narrativa che solo una decade fa sarebbe arrivata al cinema sotto forma di cinema di finzione, come adattamento "tratto da una storia vera" (esiste una tradizione florida in materia di racconti su genitori che si battono per curare i propri figli) e non stupisce che in questo periodo di maturazione del documentario, inteso come genere, possa essere raccontata senza violenze finzionali ma mantenendo intatto il suo coefficente di impressionante realismo, i suoi volti normali, i suoi corpi medi e le sue reazioni mostruosamente normali.
A parte questa scelta il resto del documentario però non brilla per sapidità e capacità di narrare la realtà, specie considerata l'eccezionalità della materia che maneggia. In più momenti si ha l'impressione che siano i veri eventi a salvarlo dalla deriva noiosa e monotona che sta prendendo e non la capacità del regista di creare un racconto a più livelli, sufficientemente complesso da associare al clamore dei fatti anche il fascino di una loro lettura da parte di un terzo soggetto, dotato di idee e visioni proprie che orchestra attraverso le immagini.
Non solo i fatti (clamorosi di loro) sono presentati nella chiave più semplicistica possibile ma non sono nemmeno narrati bene (vedasi l'uso pessimo delle interviste). Apprezzabile unicamente la maniera in cui ogni esagerato sentimentalismo è rifiutato a favore di una contenuta esposizione di gioie e dolori. Nondimeno il pubblico può facilmente commuoversi.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Gary Goldstein
The Los Angeles Times

Director Michael Orion Scott's lovely documentary "The Horse Boy" follows author and human rights activist Rupert Isaacson and his psychology professor wife, Kristin Neff, as they grapple with raising their autistic 5-year-old son, Rowan, a beautiful but near-unmanageable child prone to severe tantrums, incontinence and inward retreat. But when Rowan shows an affinity for a neighbor's old mare -- [...] Vai alla recensione »

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