Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, Haiti |
Regia di | Raoul Peck |
Attori | Nicole Dogue, Oris Erhuero, Tasha Homan, Jimmy Jean-Louis, Elli Medeiros . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 15 marzo 2017
CONSIGLIATO SÌ
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In una fortezza, un presidente democraticamente eletto si prepara per una cerimonia di Stato. Molti ospiti stranieri sono tenuti a partecipare alla manifestazione. Tuttavia, quando il giorno della cerimonia arriva, il presidente trova il suo paese in sommossa. L'intera nazione è nella morsa di una rivolta che è scoppiata la notte e, uno dopo l'altro, gli ospiti stranieri sono obbligati ad uscire di scena della cerimonia.
Haiti e la sua situazione socioeconomica disastrosa sono entrate sotto i riflettori di tutto il mondo dopo il tragico terremoto che ha devastato l'isola. Nel passato recente Jonathan Demme con The Agronomist ci aveva mostrato che la lotta contro la corruzione dilagante era ancora possibile ma a costo della vita come accaduto al protagonista del documentario, Jean Dominique. Ora a parlare di Haiti con una storia di finzione più verosimile di tante storie 'vere' è qualcuno che l'isola la conosce dall'interno e ne sa analizzare anche i più segreti risvolti politici essendo stato Ministro della Cultura e della Comunicazione dal 1996 al 1997: Raoul Peck. Il regista, insignito del Premio Irene Diamond per i Diritti Umani nel 2001 così descrive il proprio lavoro: "Con questo film ho voluto esplorare il lato spesso nascosto del potere".
Indubbiamente si tratta di un'occasione per rivisitare anche la mia esperienza politica ad Haiti ed altrove. Com'è l'ultimo giorno per un uomo di potere la cui supremazia non è mai stata messa in discussione che si trova a precipitare in una cascata di avvenimenti incontrollabili? Volevo esplorare cosa accade dietro le porte chiuse durante un tragico e privo di regole "addio alle armi" quando tutto diventa possibile e irrimediabile al contempo. Con questo film ho anche voluto tornare nel mio Paese. Volevo riesaminare in una prospettiva shakespeariana il tragico e folle nonsense degli ultimi 60 anni di rivolgimenti. Una battaglia per la "democrazia" che non ha fatto prigionieri.
In nessun altro luogo come Haiti la realtà ha prodotto così tanta confusione e così tante contraddizioni. Abbiamo deciso di girare il film in una sola location, la Cittadella Henry edificata da re Henry Christophe all'inizio del 19°secolo sulla cima di una montagna. Date le sue dimensioni risulta essere la più ampia fortezza nell'emisfero occidentale.
Forse è ancora più importante quale simbolo della sola nazione n ella storia umana creata da schiavi vittoriosi. La sola e unica volta in cui la tratta degli schiavi, che iniziava nell'isola di Gorée (altro simbolo), venne spezzata senza appello. Ma a quale prezzo?"