Every Day Is a Holiday

Libano. Due giovani corrono dentro un tunnel vestiti in abiti nuziali, gli abiti della festa e dell'amore. Al termine del tunnel li attende un tuffo in mare. È una fuga, non è un gioco, non è (solo) un film, nonostante il bacio subacqueo. Lo sposo finisce in manette. Tempo dopo, la giovane donna prende posto sull'autobus diretto alla prigione, insieme con la moglie di una guardia che ha dimenticato a casa la pistola e con una bella donna decisa a far firmare al coniuge le carte del divorzio.
Sono tutte donne su quel bus, colorate, assonnate, determinate. Gli uomini sono fuori vista, chiusi dentro i carri armati o le prigioni. Tocca alle donne fare la strada, camminare sopra le macerie, portare i carichi. L'unico maschio che le scorta, l'autista, incontra presto una fine subitanea e irrevocabile.
Chaque jour est une fête recita sarcasticamente il titolo del film della regista Dima El-Horr, e non c'è dubbio che se la festa è sinonimo di sottrazione alla normalità e, magari, imprevisto, ci sia del vero. Se il film si apre con l'immagine del tunnel (alla fine del quale non c'è salvezza), la storia vera e propria parte da un incidente: l'autobus, il cavallo di ferro, si rompe e la carovana è costretta ad attraversare il deserto a piedi, armata di un'inutile pistola e di una volontà senza rivali. Un'ambientazione da western, dunque, ma tutt'altro che un inno alla libertà. Su una terra di frontiera che è una piaga aperta, su tacchi che feriscono chi li indossa anziché speronare, le donne conoscono solo la fatica e la solitudine dei cowboys e fanno gruppo per rifiutarla.
La regista si formalizza sulle inquadrature, usa le armi del proprio mestiere per dire la bellezza delle protagoniste (Hiam Abbass de La sposa siriana e Il Giardino dei Limoni, Manal Khader di Intervento divino e l'esordiente Raia Haidar) e la lotta epica che devono ingaggiare con il territorio, aspro e sterminato, ma difetta in fiato narrativo. È vero che è il viaggio che conta, ma il racconto di viaggio conta di più e qui se ne sente la mancanza. 