
Anno | 2008 |
Genere | Commedia drammatica |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Peter Marcias |
Attori | Paolo Bonacelli, Ana Caterina Morariu, Rosario Lisma, Fiorenza Tessari, Farida Joseph Kpoghomou, Roberto Nobile, Carla Buttarazzi, Nino Frassica, Jane Robez, Andrea Dianetti, Iryna Hirnyak, Ettore Bertolini, Vincenzo Scuruchi, Miriam Bernardini Codrignani. |
Uscita | venerdì 5 dicembre 2008 |
MYmonetro | 2,83 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Cinque sopravvissuti affrontano un mondo ormai alla deriva. In Italia al Box Office Un attimo sospesi ha incassato 2,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Le vite di cinque persone dalle personalità piuttosto complesse si incrociano, si intrecciano e si perdono fra loro nella Roma di oggi, di pari passo con quelle di altre figure satelliti orbitanti attorno a loro. Ognuna di esse porta con sé una falda di passato che gli impedisce di vivere a pieno il proprio presente, un presente sul cui sfondo sta gradualmente prendendo forma una catastrofe umanitaria.
È un film che opera attorno a delle contraddizioni quello del giovane filmmaker Peter Marcias, tanto che dell'antinomia sembra fare quasi un elogio inconsapevole. Un attimo sospesi racconta un'apocalisse senza toni apocalittici, anzi come fosse una favola; descrive la realtà ricorrendo a personaggi bizzarri, fobici, asociali, distratti, come a voler dare ad intendere che la "normalità" di oggi è fatta di un tessuto di anomalie; rappresenta infine quest'umanità alla deriva con empatia, eppure seguendola allo stesso tempo mediante una narrazione rapsodica, attraverso brevi episodi e percorsi continuamente incrociati l'uno con l'altro, quasi ad evitare una totale compartecipazione.
Costruita su queste piccole e continue contraddizioni che vanno progressivamente a sommarsi, Un attimo sospesi potrebbe tuttavia anche apparire un'opera sperimentale, ambiziosa e interessante. E invece quel che sconfessa anche una valutazione di questi tipo è che il film risulta in sostanza privo di quel coraggio e di una certa dose di impudenza che sono il principio motore in un tipo di operazioni intente a far conciliare gli opposti, e a trarre da questi l'armonia di un messaggio per i nostri contemporanei. È come se il regista e sceneggiatore mescolasse l'apocalisse e la fiaba, il tono realistico e quello fantascientifico, "Il piccolo principe" e "Le cosmicomiche", titillando continuamente la realtà di oggi e l'attuale crisi globale ma senza mai volerle toccare veramente. Ed anche prendendo in considerazione le strutture più profonde del testo si ottiene solo un riflesso dei meccanismi dissociati di superficie, con un'interessante operazione di costruzione dei personaggi che si accompagna ad un lavoro con gli attori che ne enfatizza le impari capacità anziché cercare di amalgamarle.
La sospensione come crisi dell'attimo di un individuo e di un mondo in distruzione, è in fondo anche la croce di un film che appare quasi incompiuto e sul quale risulta davvero difficile dare una valutazione concreta. Un attimo sospesi richiede appunto un giudizio "in sospeso", tanto il film pare animato da una schizofrenia di fondo, tale da sfuggire ad una classificazione o a parametri critici consueti.