Anno | 2008 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Davide Ferrario |
Attori | Kasia Smutniak, Fabio Troiano, Gianluca Gobbi, Cristiano Godano, Luciana Littizzetto Francesco Signa, Paolo Ciarchi, Linda Messerlinker, Angela Vuolo, Christian Konabitè, Valentina Taricco, Ladis Zanini, Dante Cecchin, Riccardo Tesio, Luca Bergia. |
Uscita | venerdì 10 aprile 2009 |
Tag | Da vedere 2008 |
Distribuzione | Warner Bros Italia |
MYmonetro | 3,20 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 21 dicembre 2012
Il film si svolge nel carcere delle Vallette a Torino e racconta la storia di una regista che su richiesta del cappellano del carcere, a scopo educativo, deve mettere in scena la Passione di Cristo. Il film ha ottenuto 4 candidature ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Tutta colpa di Giuda - Una commedia con musica ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 276 mila euro e 78,1 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Irena Mirkovic è una giovane regista teatrale da sempre attenta alla sperimentazione e in fase di distacco sentimentale dal suo compagno attore Cristiano. Decide di accettare la proposta dal cappellano di un carcere, don Iridio: mettere in scena con i detenuti un musical sulla passione di Cristo. Il direttore del penitenziario è favorevole, molto meno lo è la rigida, ma in fondo molto pragmatica, suor Bonaria. I carcerati accettano di partecipare al progetto ma quando giunge il momento di assegnare le parti nessuno intende interpretare Giuda. Per il semplice motivo che l'apostolo è il traditore, cioè l'"infame" per eccellenza. Come risolvere il problema? Irena sente nascere dentro di sé una domanda: si può pensare a Cristo senza Giuda? Forse sì.
Davide Ferrario realizza un film importante per il cinema italiano. Un film 'nel' carcere e non 'sul' carcere come egli stesso ama sottolineare. Da ateo convinto Ferrario non rinuncia ad interrogarsi sul senso profondo della religione e sulle risposte che in essa gran parte dell'umanità cerca. Consapevolmente o no prende le mosse da quanto dice Gesù nel Vangelo di Matteo: "ero carcerato e siete venuti a trovarmi." Ferrario opera nelle carceri da un decennio circa ma lo fa lontano dai riflettori, con pudore. Qui 'va a trovare i carcerati' in piena luce non per suscitare un pietismo ipocrita offrendo invece l'occasione alla ventina di detenuti della sezione VI, blocco A della Casa Circondariale "Lo Russo e Cutugno" di Torino per confrontarsi con un complesso lavoro di messa in scena e con una domanda: è possibile evitare il negativo della vita, ciò che ti trascina in basso, è indispensabile sprofondare in ciò che ti annulla per poi poter rinascere? Si può pensare a un colpevole senza il carcere e, più filosoficamente, a un Cristo senza la Croce?
Mel Gibson risponderebbe di no. Anzi, considerato lo spazio minimale lasciato alla resurrezione in The Passion, per lui solo il patire può essere considerato il fulcro della missione di Gesù sulla terra. Il termine passione invece qui viene letto con un'altra accezione. Ecco allora che Irena e i suoi 'attori/cantanti', in questo Jesus Christ dietro le sbarre (che si vedono però volutamente molto poco dopo la prima inquadratura), possono pensare che la Croce possa essere evitata.
Gesù nell'orto degli Ulivi dice "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice di dolore. "(Lc, 22, 42). Se don Iridio, che si scandalizza dinanzi all' idea di Irena, avesse pensato a questo passo del Vangelo, si sarebbe accorto che lo stesso Messia ha avuto, come vero uomo, il desiderio di poter evitare il tradimento di Giuda (e la conseguente sofferenza e morte) proprio poco prima che tutto accadesse. Il sacerdote aveva chiesto alla regista di puntare sull'umanità di Cristo. Irena lo ha fatto. Perché solo a partire da lì si può cominciare a sperare e la Croce può trasformarsi in una rampa di lancio verso un mistero a cui ognuno di noi tenta di dare una spiegazione.
Il cinema si può fare in tanti modi: all’americana, con effetti speciali, con grandi mezzi oppure con grandi idee. E’ proprio questo caso. Tutto ha il suo rilievo. Assumono aspetti accattivanti le inquadrature dei lunghi corridoi con mille termosifoni azzurri, le facciate grigie intrise di umido del carcere, i cortili in cemento visti di dietro le sbarre, il giubbotto jeans di un detenuto, il cielo [...] Vai alla recensione »
L'impressione che si ha durante la proiezione è di vivere il teatro in un film, la ricerca, la realizzazione di uno spettacolo. Personalmente mi ha sorpresa Kasia Smutniak positivamente più per aspetti che non avevo mai visto affrontare da parte sua prima d'ora, la danza, l'imbattersi nel suonare uno strumento musicale, pur aspettandomi di più sulla sua qualità della recitazione, non sempre le battute [...] Vai alla recensione »
“TUTTA COLPA DI GIUDA” di DAVIDE FERRARIO; ITA,09. In un reparto soft del carcere delle Vallette di Torino, una regista teatrale è ingaggiata per mettere su un musical sulla Passione con i detenuti: ma nessuno vuole fare Giuda. Il regista è un autore completo: si è scritto la sceneggiatura e ha pure prodotto il film. Il suo è uno sperimentalismo irriducibile che personalmente apprezzo molto, anche [...] Vai alla recensione »
Regista e coreografa di origini serbe, Irena Mirkovic è stata incaricata di mettere in scena un musical sperimentale all'interno di una sezione speciale del carcere delle Vallette di Torino. Tra curiosità e diffidenza, il supproto del prete del carcere, l'intesa sentimentale con il direttore ed il convolgimento di alcuni detenuti riuscirà nel difficile intento di concepire una rappresentazione della [...] Vai alla recensione »
originale, da leggere nelle righe di un ritmo ben percosso. Non scontata la tematica su chi è davvero colpevole, o se ha senso essere riconosciuti colpevoli. Quanto stigmatizzata è la figura di Giuda? Gesù non sarebbe stato comunque condannato, con tutta l'"opinione pubblica" che allora contava, contro, anche senza Giuda? Sono più delinquenti e pericolosi i detenuti reali o quelli c he per vie traverse [...] Vai alla recensione »
Davide Ferrario, regista dichiaratamente ateo, affronta in "Tutta colpa di Giuda" la passione di Cristo ambientandola in un carcere e prendendo lì spunti e attori. Il problema di questo film è la premessa di fondo - ripetuta anche nella martellante canzoncina -, ovvero il parallelismo tra Gesù e i carcerati (come Gesù sono stato condannato/ non avevamo un buon avvocato/ [.
Molti italiani, più per abitudine che per conoscenza, sparano a zero sulla produzione cinematografica nazionale. Poi quando escono films originali e ben confezionati come questo, non li vanno a vedere ... gentaglia? Fatto sta che il film di Ferrario, al di là del discorso ideologico che potrebbe infastidire i cattolici acefalo-fanatici, è una ventata di freschezza: bello, originale, ben confezionato. [...] Vai alla recensione »
intelligente e divertente, anzi molto intelligente e molto divertente. da vedere
Ho visto questo film dopo aver letto la trama, la quale mi ha molto incuriosito. Una storia con una struttura narrativa diversa e avvincente girata all'interno di un carcere e con detenuti veri. Il musical torna al cinema e lo fa in maniera ineccepibile
Fa ridere, riflettere e, perchè no, anche voglia di ballare. Lo consiglio davvero
originale, da leggere nelle righe di un ritmo ben percosso. Non scontata la tematica su chi è davvero colpevole, o se ha senso essere riconosciuti colpevoli. Quanto stigmatizzata è la figura di Giuda? Gesù non sarebbe stato comunque condannato, con tutta l'"opinione pubblica" che allora contava, contro, anche senza Giuda? Sono più delinquenti e pericolosi i detenuti reali o quelli c he per vie traverse [...] Vai alla recensione »
Il tentativo misero di una regista di inscenare la passione di Cristo coi detenuti di un carcere torinese: nobilissimo intento che naufraga quando nessuno vuole interpretare Giuda. E ci si metterà pure l'indulto a complicarle i piani! Simpatico (e nulla più) esperimentino di cinema low cost, dai buoni propositi, dal cast giovane ed allegro che vuole affrontare temi seri con leggerezza [...] Vai alla recensione »
Nel mio film girato in carcere nessuno voleva fare Giuda, l’infame Davide Ferrario (Dopo Mezzanotte) ha realizzato una commedia-musical alle Vallette di Torino. Lo spunto: che ne sarebbe stato di Gesù senza il cattivo? Gli attori: i detenuti, che non volevano fare il «traditore». Le difficoltà: l'indulto, che gli ha azzerato il cast. E se Giuda si fosse ribellato al suo destino e non avesse dato [...] Vai alla recensione »
Se uno non riconoscesse gli attori "veri" - Kasia Smutniak, Fabio Troiano, Gianluca Gobbi, Luciana Littizzetto - farebbe fatica a distinguere tra professionisti e non. Cioè a capire che tutti o quasi tutti gli altri sono veri detenuti del vero carcere di Torino dove il film è stato girato. Due cose, quindi, si segnalano subito di Tutta colpa di Giuda.
Non c'è che dire,Giuda non è mai stato molto popolare, tanto meno dietro le mura di un carcere... Ma da qui ad affermare che sia davvero Tutta colpa di Giuda ( è il titolo del film-"commedia con musiche"di Davide Ferrario) ce ne corre: perché in quella prigione di Torino, dove la pellicola è stata girata, mettendo insieme attori professionisti e detenuti, si racconta una storia diversa.
Un film che parla di carcere e di religione oggi in Italia, di garantismo e di giustizialismo, di giustizia divina , o meglio dogmatica e di stato, di quel fatto personale che è o dovrebbe essere dio. E lo fa col tono giusto, scanzonato e in leggerezza, senza appesantire né sottolineare con la retorica dei Grandi Temi (che mica produce maggior spessore), giocando invece tra finzione e documentario, [...] Vai alla recensione »
Antico quanto il cinema, il genere carcerario di rado incrocia generi forti come musical e documentario. A tentare il salto mortale è Davide Ferrario, non nuovo a film-scommessa (come l'eccellente Dopo mezzanotte), che qui usa l'occasione "penitenziaria" per riflettere proprio su questo. Sulla libertà sempre condizionata di cui gode un regista. Sul contratto che lega un autore agli attori che sceglie [...] Vai alla recensione »
Le prime immagini di questo film fanno un po’ temere il polpettone carcerario con afflati documentaristici: immagini sgranate da digitale leggero e frasi, più o meno fatte, pronunciate con fortuna alterna dai non-attori carcerati. Poi si capisce che si vira verso la fiction. Un musical realista (e questo ossimoro stilistico è la cifra principale del film) di veri detenuti di un braccio speciale, in [...] Vai alla recensione »
Davide Ferrario tenta la commedia carceraria, proponendo al pubblico ciò che lui fa da tempo per i detenuti di Torino: rappresenta la passione di Cristo coi sottintesi del caso: Cristo crocifisso fra i ladri, «beati gli ultimi», ecc. Il suo alter ego è una giovane regista (Kasia Smutniak), che in carcere non trova un delinquente disposto a interpretare Giuda, perché è l'infame.