Titolo originale | Baksy |
Anno | 2008 |
Genere | Fantascienza |
Produzione | Kazakhistan, Russia, Germania |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Gulshat Omarova |
Attori | Neisipkul Omarbekova, Farkhad Amankulov, Almat Ayanov, Tolepbergen Baisakalov, Asel Abutova Nurlan Alimzhanov, Toktar Beksenov, Sayat Merekenov, Oldzhas Nusupbayev. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Nelle sconfinate solitudini della steppa kazaka, Aidai, una donna, sciamana rispettata da tutti, vive da sempre circondata da una piccola comunità di contadini e pastori.
CONSIGLIATO SÌ
|
Nelle spietate e aride distese del Kazakistan una maga locale compie piccoli miracoli e magie dozzinali ogni giorno attraverso riti tribali. Ma nessuna terra è più libera e così quando il proprietario con la collusione di associazioni mafiose e governo locale decide di edificarci una pompa di benzina e un motel, violentando proprio quella terra da cui la maga trae la forza della sua magia, essa scompare come fosse morta.
Quando però dopo un anno un incidente casuale fa scoppiare la pompa di benzina e il motel la mafia accusa il proprietario terriero di averlo fatto apposta e per costringerlo a pagare i danni gli rapisce il figlio. L'unica speranza di recuperarlo è ritrovare la maga per scoprire il luogo in cui è tenuto.
Con uno spiccato interesse per la grande e assolata desolazione di alcune zone del Kazakistan (riprese con obiettivi grandangolari) e per una vita ai margini dell'impero della conoscenza, quindi ancora a contatto con una realtà magica tradizionale, la ormai ex-documentarista Guka Omarova confeziona un insolito gangster movie desertico colmo di ironia e originalità.
Se la prima parte del film descrive lo scenario con i modi documentaristici (e un gusto molto raffinato per la composizione delle immagini) che sono propri alla Omarova, la seconda, più secca e incentrata su un intreccio che placidamente attende di sciogliersi nel cinetico finale, è un curioso adattamento di dinamiche americaneggianti a un cinema e una realtà che stanno ad anni luce di distanza eppure forse sono più pregnanti. La malavita russa infatti è parte integrante del cinema moderno ma la realtà della piccola delinquenza e dell'ordinaria violenza delle zone rurali trovano giustizia solo in quest'opera anticonvenzionale.
Come spesso capita quando registi che solitamente non praticano il terreno del cinema d'azione ci si devono cimentare Baksy presenta delle insolite trovate, specialmente a livello di montaggio, utili a rendere la reale frenesia dei momenti in cui esplode la violenza dal nulla, con un gusto per il ritmo che non ci aspetterebbe da chi ha lavorato con Sergei Bodrov.