Anno | 2008 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia, Sri Lanka, Germania |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Uberto Pasolini |
Attori | Dharmapriya Dias, Gihan De Chickera, Dharshan Dharmaraj, Namal Jayasinghe, Sujeewa Priyalal . |
Uscita | venerdì 12 settembre 2008 |
Tag | Da vedere 2008 |
Distribuzione | Mikado Film |
MYmonetro | 3,19 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 settembre 2013
Un gruppo di ventitré singalesi emarginati si spaccia per la Nazionale di palla a mano dello Sri Lanka per ottenere l'agognato visto per la Germania e perseguire il sogno di una vita migliore. In Italia al Box Office Machan ha incassato 160 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Manoj e l'amico d'infanzia Stanley hanno provato più e più volte, invano, a ottenere il visto per trasferirsi in Germania e trovare lavoro in modo da poter mantenere le proprie famiglie nello Sri Lanka. Truffato da un "trafficante di uomini" responsabile della bancarotta di Suresh - il cognato che ha elargito il denaro occorrente per il viaggio clandestino - Stanley è aggravato dal senso di colpa e dal fallimento, soprattutto ora che la sorella è costretta a trasferirsi in Medio Oriente per sostenere, da lontano, marito e figlia. Venuto a sapere che la Germania sarebbe lieta di invitare la Nazionale di palla a mano dello Sri Lanka a un torneo in Baviera, Stanley si ingegna a mettere insieme la squadra tra le sue conoscenze - tutti uomini relegati ai margini della società - e man mano che la voce inizia a girare, si uniscono sempre più personaggi desiderosi di abbandonare una vita di stenti per la propria affermazione come individui.
Colpito da un trafiletto di giornale che riportava la notizia (vera) di un gruppo di ventitré singalesi che si erano spacciati per la Nazionale di palla a mano, senza neanche conoscere le regole del gioco, e una volta arrivati nel paese ospitante si erano dileguati nel nulla, il produttore Uberto Pasolini, nipote del Maestro Luchino Visconti, ha sentito la necessità di trasformare quella curiosa storia in un film. Deciso a passare dietro la macchina da presa per dirigere "persone vere che vivono nel mondo reale", Pasolini si è circondato di alcune figure chiave dello Sri Lanka (l'autrice teatrale Ruwanthie de Chickera, l'attrice Damayanthi Fonseka e il regista Prasanna Vithanage che in Machan vestono i rispettivi ruoli di sceneggiatrice, responsabile casting e produttore) per tramutare il sogno di ventitré squattrinati organizzati in una fiaba cinematografica a lieto fine.
Se il dramma diretto da Pasolini è alleggerito dalle tinte lievi della commedia e sembra rimarcare le orme (narrative) del Full Monty che il neo-regista aveva prodotto per Peter Cattaneo, le storie individuali dei personaggi toccano nel profondo e commuovono per la loro onestà. Il lavoro svolto dal Nostro nel tentativo di capire un paese dilaniato dai conflitti etnici è ottimamente risolto in fase di scrittura e descritto ancor più approfonditamente nella messa in scena realizzata nelle reali baraccopoli di Colombo, Sri Lanka. Affrontando un argomento come quello dell'immigrazione (e delle politiche che la regolano), con delicatezza, empatia e umorismo, Pasolini si incarica di ricordare allo spettatore la "disperata situazione nei paesi di origine dei tanti illegali che vediamo per le strade della nostra città" lasciando il pubblico con un sorriso sulle labbra e una stretta al cuore.
Manoj e Stanley sono due giovani ragazzi cingalesi che hanno provato diverse volte ad ottenere un visto di immigrazione per la Germania dove vorrebbero costruirsi una vita migliore. Decidono di inventare una nazionale di pallamano che iscrivendosi ad un torneo organizzato in Baviera dovrebbe ottenere i visti per tutti i componenti dell’equipe, circa 16.
Io non sono cingalese... io no, ma mio figlio si. Chi conosce la società cingalese si ritrova pienamente nel film. Tenero e divertente, sullo stile de "i soliti ignoti", anche qui si ride insieme a un gruppo di poveri disgraziati che venderebbero l'anima pur di uscire dalla miseria. Questo film ha il pregio di sottolineare tante piccole cose che all'occhio di un [...] Vai alla recensione »
Nel passare alla regia, il produttore Pasolini si ispira(Ma non abbastanza) a un piccolo caso di oltre dieci anni fa,"Full Mnty", che portava il suo marchio di fabbrica.Prima non ci risparmia vari bozzetti, alcuni però simpatici, riguardanti le vite difficili dei suoi protagonisti.Già non siamo messi benissimo, vedi i dialoghi arraffazzonati e personaggi come l'imbroglione che poi seguirà i protagonisti.Ma [...] Vai alla recensione »
Ha ricevuto un'ottima accoglienza di pubblico a Venezia questa commedia dolceamara con cui Uberto Pasolini, produttore di Full Monty, esordisce nella regia. Nella loro diversità, i due film condividono alcuni tratti: l'impianto corale, la simpatia per i diseredati e un tono dolceamaro che là virava al grottesco, in Machan inclina piuttosto alla malinconia.
Se a Venezia si fosse votato per il film più simpatico, le vecchiette di Pranzo di ferragosto se la sarebbero giocata con i cingalesi di Machan, curiosissimo esordio nella regia di un signore, Uberto Pasolini, che in carriera ha già prodotto film famosi come Full Monty, e I vestiti nuovi dell'imperatore. Pasolini è italianissimo, ma il suo curriculum cinematografico è super-internazionale: si è fatto [...] Vai alla recensione »
Fuga per la vittoria: nel 2004, per cambiare destino, 23 uomini inventano la squadra nazionale di palla a mano dello Sri Lanka per partecipare a un campionato in Germania, poi spariscono nel nulla, ricercati ancora oggi. Con giusta fiducia nella cronaca, il produttore del fenomeno d’incassi Full Monty, nipote di Visconti, ma non parente di Pasolini, esordisce nella regia recependo la dose di umorismo [...] Vai alla recensione »
Uberto Pasolini, con questo cognome e la parentela con Visconti, era condannato a fare cinema. E lo ha fatto, ma nella produzione, scovando quella geniale commedia precaria che ha aperto un genere, The Full Monty. Ma non poteva non passare anche dietro la macchina da presa e allora ha pensato bene di scegliersi una storia altrettanto potente nella sua "normale" umanità.
Poveri cristi cingalesi somigliano a gruppo di disoccupati inglesi di qualche anno fa. Gli inglesi si spogliavano. I cingalesi si fingono giocatori di pallamano. È Machan di Uberto Pasolini, già produttore di Full Monty qui al suo esordio registico. Un gruppo di poveracci dello Sri Lanka pur di emigrare si finge la nazionale di palla a mano. Arrivato in una Germania molto accogliente lo Sri Lanka National [...] Vai alla recensione »
Mondo precario. Se l'Armata Brancaleone incontra Fuga per la vittoria , con le debite proporzioni, avrete Machan . Uberto Pasolini, produttore internazionale, tra gli altri, di The full monty (che da questo film ha qualche credito da riscuotere), prende spunto da un'incredibile e grottesco fatto di cronaca per regalare un gioiello di drammatico umorismo, ennesima bella scoperta delle Giornate degli [...] Vai alla recensione »
Il film amazzonico dalla parte dei Guaranì-Kayowa del regista italo-argentino Marcio Bechis (più radicale, almeno nelle intenzioni, di Mission e di Fitzcarraldo , perché mette al centro del sistema narrativo gli aborigeni drastici , come il miglior Herzog, anche se poi si tiene a distanza di sicurezza dalla loro potenza sciamanica), cioè La terra degli uomini rossi , è eccentrico rispetto al cinema [...] Vai alla recensione »
Un film gradevole, appena appesantito da un pizzico di retorica superflua, che affronta in forma di tragicommedia l’emergenza dell’immigrazione. «Machan», selezionato dalle Giornate degli autori alla recente Mostra di Venezia, segna l’esordio dietro la macchina da presa di Uberto Pasolini, il brillante produttore di «Palookaville», «Full Monty» e «I vestiti nuovi dell’imperatore» che ha tratto da una [...] Vai alla recensione »
Difficile unirsi agli entusiasmi che la critica di sinistra chic ha riversato su questo film. La storia vera di un gruppo di cingalesi, che emigrano in Germania spacciandosi per rappresentanti della nazionale di palla a manoe quindi costretti a giocare una buffa partita, è accattivante masiamo alle solite. Il regista, Eriprando Visconti (nipote di Luchino), vive in Inghilterra ed è un «politicamente [...] Vai alla recensione »