| Anno | 1998 |
| Genere | Commedia, |
| Produzione | USA |
| Durata | 100 minuti |
| Regia di | Woody Allen |
| Attori | Joe Mantegna, Kenneth Branagh, Melanie Griffith, Judy Davis, Leonardo DiCaprio Sam Rockwell, Charlize Theron, Winona Ryder, J.K. Simmons, Debra Messing, Dylan Baker, Famke Janssen, Bebe Neuwirth, Jeffrey Wright, Allison Janney, Larry Pine, Wood Harris. |
| Uscita | lunedì 17 novembre 2025 |
| Tag | Da vedere 1998 |
| Distribuzione | Filmclub Distribuzione |
| MYmonetro | 2,94 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 6 ottobre 2025
"Help" è la scritta che compare nel cielo alleniano all'inizio del film. Occorre davvero aiuto per districarsi nel mondo delle star hollywoodiane, in ... Al Box Office Usa Celebrity ha incassato 3,3 milioni di dollari .
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CONSIGLIATO SÌ
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Lee Simon è uno scrittore, sceneggiatore e giornalista che ha appena divorziato dopo un lungo matrimonio con Robin la quale trova nel produttore televisivo Tony Gardella un nuovo compagno. Lee invece tenta di passare da una donna all'altra ma rimanendo sempre senza un vero amore, nonostante i buoni propositi. Quando si invaghisce di Nola, una cameriera aspirante attrice, mette in gioco nel rapporto anche Bonnie, una editor di una casa editrice che potrebbe essere determinante per la pubblicazione del suo nuovo romanzo. Intorno a questi personaggi si agita un mondo di ego più o meno dilatati.
Allen affronta un mondo che conosce bene, facendosi coadiuvare da star che conoscono ricavi e costi della celebrità.
Va detto subito che non si tratta di uno dei film più riusciti di Woody Allen. Alla base c'è l'affidamento del ruolo di protagonista a Kenneth Branagh che, benché Allen lo neghi, finisce con il rappresentare una brutta copia del suo modo di proporsi sul grande schermo. Balbettii, frasi interrotte, incertezze sia sul piano professionale che su quello sentimentale. Troppi sono gli elementi che fanno pensare a un film scritto e pensato da Woody sul personaggio Woody non trasferibile sullo schermo per ovvie ragioni anagrafiche. Succederà qualcosa di analogo (a posizioni invertite, cioè un giovane che parla da vecchio) con lo Chalamet di Un giorno di pioggia a New York. Questo fa sì che, sia nella versione in lingua originale che in quella doppiata in italiano, si crei uno strano effetto di straniamento che è difficile da superare.
L'idea di utilizzare vere star, tra cui un DiCaprio letteralmente sopra le righe pronto a distruggere l'immagine romantica creata nell'universo femminile con le sue interpretazioni precedenti, risulta però adeguata a un film in cui la parola HELP tracciata dai gas di scarico di un aereo sul cielo di Hollywood sintetizza il pensiero del regista in materia. Come tanti dei suoi personaggi precedenti, ma con una necessità ancora più cogente, questi uomini e queste donne cercano la celebrità come se fosse un'ancora di salvezza alle loro esistenze per poi scoprirne l'estrema fragilità. L'apparenza è ciò che più conta sia che si tratti delle curve su cui perdersi di una Charlize Theron giovanissima (a cui Branagh rivolge una delle battute più inattese del cinema dell'ipocondriaco Woody) sia che, nella scena dell'incontro tra Tony e Robin si equivochi sugli interventi di una star della chirurgia estetica.
Le battute ad effetto che colpiscono al centro come sempre non mancano anche se finiscono con il disperdersi nel caos delle sfilate, dei locali, delle feste. Colpiscono però alcune incongruenze narrative che rimandano a ciò che Woody può aver vissuto in altri tempi o che sperimenta ancora in forma del tutto personale. Un esempio per tutti: Allen all'epoca (non sappiamo se continui tuttora, scriveva le sceneggiature con la macchina per scrivere. Ecco allora che il Lee romanziere ha solo la copia dattiloscritta del suo ultimo libro. Il che lo rende poco credibile se collocato come autore quarantenne che si muove in quel contesto nel 1998.
N.B.: A un certo punto compare anche Donald Trump.
"Help" è la scritta che compare nel cielo alleniano all'inizio del film. Occorre davvero aiuto per districarsi nel mondo delle star hollywoodiane, in cui le nevrosi si sprecano, in cui il sesso (quello orale in testa) dilaga ma l'amore scarseggia. Allen (sempre più "volgare" dicono alcuni, sempre più "realista" affermiamo noi) ci porta a spasso in questo nuovo girone infernale (ricordate Harry a pezzi?), assegnandoci come guida il suo nuovo alter ego Kenneth Branagh. Ma non si limita a ragionare delle persone celebri (e quindi anche di se stesso), gioca anche perfidamente con uno dei suoi attori: il romantico Di Caprio di Titanic entra in scena sfasciando una camera d'albergo e picchiando una donna. Anche questo è il Woody di fine millennio. Forse meno graffiante ma certamente più vicino, con quella ribadita richiesta di aiuto, a chi ne ammira il cinema.
Il mondo della celebrita' e' sempre stato un chiaro mistero per il pubblico impotente.Le domande di ogni fan verso la sua star preferita e' chiaramente:come e' nella realta' il mio idolo.Lee e' un giornalista e lavora come intervistatore di celebrita',ed il suo compito e' soddifare appunto i pettegolezzi o le curiosita' sulle celebrita'.
"Celebrity" è uno dei film più riusciti di Woody Allen che ci racconta, col suo perfido sarcasmo, il mondo delle celebrità americane e dell'alta borghesia newyorchese. Non mancano i temi cari al regista, vita di coppia e religione, ma il discorso è parecchio più ampio. Si tratta forse del suo film più felliniano, visti gli espliciti riferimenti a "la Dolce Vita" e "Ginger e Fred", il bianco e nero [...] Vai alla recensione »
sceneggiatura intelligente, certo è di Woody Allen, come potrebbe non esserlo? Tipico squarcio sulla vita americana in particolare newyorkese, che è cosa in sé assai diversa... molti personaggi, continui cambi di scena, dialoghi serrati, humor aspro e tenero tipico di Allen, attori semplicemente trepitosi. un film da vedere, poco noto al pubblico per quanto riguarda altri titoli di Allen, ma semplicemente [...] Vai alla recensione »
Alle soglie del 2000,il regista tenta una sorta di analisi sia di se stesso(impostando Branagh sulla sua persona)che del mondo del cinema(e dello spettacolo in generale)ironizzando sulle nervosi,la fenesia e le crisì artistiche-sentimentali.Il meccanismo da film corale è efficace nella descrizione sarcastica dei rapporti frenetici e vuoti negli ambienti "in",ma non nel ritratto [...] Vai alla recensione »
Non è la migliore commedia di Allen. Non mancano le trovate comiche e le battute divertenti, ma entrambi perdono la metà della loro efficacia se non c’è lo stesso Allen nel ruolo di protagonista. In questo film, che va avanti per inerzia e spesso risulta scontato e noioso o altrimenti inutilmente turbolento nelle sequenze affollate in cui si mima Fellini, Allen sembra un ventriloquo nascosto dietro [...] Vai alla recensione »
Non c'è che dire.Woody Allen,un maestro nel mostrare le proprie nevrosi sentimentali e non solo,riesce sempre,con ogni pellicola,ad illuminarci e certamente stupirci.Ottima interpretazione di Judy Davis,un giovane Leonardo Di Caprio,una stupenda Charlize Theron e in particolare un bravissimo Kenneth Branagh,determinano l'ennesimo successo cinematorgafico di Allen.
Ok, forse non è il miglior film di Woody Allen, ma sicuramente questa ennessima opera del regista newyorkese si presenta subito vera e affascinante con un bianco e nero sfolgorante. Gli interpreti riesco ad emergere dallo schermo, la regia incanta e dalla sceneggiatura spiccano squisitezze squisite. Nel complesso davvero un bel film, non più una sorpresa dall'interprete artistico [...] Vai alla recensione »
un film tanto frivolo quanto carico di intensi sentimenti, un risultato davvero esemplare ottenuto anche grazie ad un cast d' eccellenza
Dura la vita per le stelle di Hollywood, ma soprattutto per chi vuole spondare in questo ambiente patinato. Allen in questa pellicola girata in bianco e nero (scelta poco apprezzabile) si concentra su di una coppia che divorzia: Lee e Robin Simon. Lui, giornalista autore di articoli sulle celebrità, e con molti grilli per la testa; lei professoressa.
Ancora una volta la critica promuove un film, il film non è granchè. Una coppia divorzia. I due si rifanno una vita, lui scrive e non riesce a sfondare; a lei va meglio. Deja vù? Si, si è già visto e rivisto all'infinito nei film di Allen. Battute fulminanti? forse un paio. Da vedere? Trascurabile. Solo per estimatori di quei di Woody drammatici.
«Anch'io scrivo sceneggiature. Hai mai sentito di Cecov? Io scrivo come lui». Così dice a Lee (Kenneth Branagh) una ragazzotta che il caso e una sniffata gli hanno messo tra le lenzuola. Basterebbe quest'idiozia "superlativa" a giustificare il grido d'aiuto che riempie il cielo all'inizio e alla fine di Celebrity (Usa, 1998). D'altra parte, tra gli eroi e le eroine del film di Woody Allen si fanno [...] Vai alla recensione »
Non esageriamo coi paragoni, e lasciamo stare La dolce vita. Celebrity, per quanto intelligente, brillante, impeccabilmente confezionato, fa parte dei film "minori" di Woody Allen. Non nelle intenzioni, suppongo, ma nei risultati. È certamente meno personale, tanto per dire, di Harry a pezzi, dove in effetti Allen, sotto la glassa del divertimento, faceva a pezzi se stesso e il suo mondo.
A New York è l'ora dei mediocri. Mediocri che hanno fatto carriera, idolatrati dai mass media, rimpinzati di dollari: nullità vestite a festa, incapaci di provare sentimenti autentici. Uno zoo ripugnante, ma che non dispiace poi del tutto a Lee (Kenneth Branagh), giornalista alla ricerca del pettegolezzo nella Grande Mela, con qualche romanzo nel cassetto e molti sogni di celebrità.
Diventare celebri, anche solo per quindici minuti - come preconizzava Warhol -, sembra essere diventata l'ossessione privilegiata del nostro tempo: e Woody Allen si diverte a metterla a nudo col rigoroso (nonché vagamente surreale) bianco e nero del suo ultimo film, Celebrity. I protagonisti principali di questa commedia corale metropolitana sono il giornalista Lee e la moglie Robin: dopo la separazione, [...] Vai alla recensione »
Un giornalista giovane, mediocre, frustrato, piacevole, con vaghe velleità di scrittore, con una brutta vita amorosa intricata e una splendida spyder, attraversa quella capitale del mondo che è New York incontrandone i ricchi e i famosi, gli squallori e le enormità, il cinismo e l'amoralità, la stravaganza, guardando tutto con curiosità, ironia, compassione: Woody Allen avrebbe fatto con Celebrity [...] Vai alla recensione »