Una studentessa è ossessionata da un attore. Va a vivere con lui ma le cose non avranno un risvolto positivo. Espandi ▽
Con un padre violento e una madre remissiva, Bona vive una difficile quotidianità, da cui preferisce evadere frequentando set cinematografici. In particolare quelli in cui lavora Gardo, una comparsa che le ha autografato una foto e verso cui Bona ha sviluppato una sorta di ossessione. Pur di vivere insieme a Gardo, Bona accetta di servirlo e accudirlo: l’uomo se ne approfitta e non esita a ubriacarsi e a portare a casa donne di facili costumi per umiliarla. Ripudiata dalla famiglia e sfruttata da Gardo, Bona è infelice ma persevera nella sua ossessione, fino al punto di rottura.
Dominato dalla presenza della diva Nora Aunor, che regge il film sulle proprie spalle, Bona è una pellicola ritenuta a lungo perduta e poi recuperata e restaurata grazie al prezioso lavoro di Kani Releasing and Carlotta Films nel terzo millennio. Da sempre attento al lato sociale, Brocka gira con crudo realismo nei sobborghi di Manila, che Nora sceglie di abitare pur di sfuggire a una dimensione domestica opprimente, seppur lievemente più agiata. Bona è una parabola cruda e realista del gap incolmabile tra sogni e realtà, ambizioni e obblighi, tra dominazione maschile e sottomissione femminile. E Brocka denuncia questo stato di cose senza edulcorare nulla di una società vanesia e iniqua, in bilico tra crudeltà e facezie, disperatamente subalterna.