Titolo originale | The Dead Zone |
Anno | 1983 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Canada, USA |
Durata | 103 minuti |
Regia di | David Cronenberg |
Attori | Christopher Walken, Brooke Adams, Martin Sheen, Herbert Lom, Tom Skerritt, Anthony Zerbe Colleen Dewhurst, Nicholas Campbell, Sean Sullivan, Jackie Burroughs, Geza Kovacs, Roberta Weiss, Simon Craig, Peter Dvorsky, Julie-Ann Heathwood, Barry Flatman. |
Tag | Da vedere 1983 |
MYmonetro | 3,07 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 dicembre 2012
Risvegliatosi dopo cinque anni di coma profondo, Johnny trova la sua vita sconvolta. Come affronterà le novità?
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CONSIGLIATO SÌ
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Risvegliatosi dopo cinque anni di coma profondo, Johnny trova la sua vita sconvolta: non soltanto l'amatissima fidanzata ha sposato un altro uomo, ma anche il suo lavoro di insegnante sembra definitivamente perduto e gli amici di un tempo scomparsi. Per di più, Johnny scopre di essere entrato in possesso di poteri paranormali, di visioni che gli permettono di prevedere il futuro. In queste "luccicanze" esiste però una "zona morta", un piccolo margine di intervento che il povero Johnny userà per salvare l'umanità sacrificando la vita. Stephen King e David Cronenberg: due maestri dell'horror (soggetto e regia) per un film emozionante.
Entrato in coma a seguito di uno spaventoso incidente stradale, il professor Smith (Christopher Walken) riprende coscienza dopo 5 lunghi anni. Il risveglio, nonostante le attenzioni del dottor Weizak (Herbert Lom), suo terapista, è per Smith un'esperienza traumatizzante: non soltanto egli apprende che Sarah, la sua fidanzata, si è nel frattempo sposata ed è diventata madre, ma avverte di aver acquisito una straordinaria facoltà intuitiva che gli permette di predire il futuro delle persone alle quali sfiora fugacemente la mano. Il "dono", che gli si rivela per improvvise visioni e si accompagna a stati di profonda prostrazione fisica, gli consente di salvare la figlia di un'infermiera da un incendio, un suo allievo dall'annegamento e di guidare la polizia nella cattura di un serial killer, ma gli predice anche che il leader politico Greg Stillson (Martin Sheen), attualmente impegnato nella campagna elettorale, sarà un giorno presidente degli Stati Uniti e condurrà il paese nel baratro di un conflitto nucleare contro la Russia. Posto di fronte ad una tragica scelta, Smith decide di adoperarsi per risparmiare all'umanità un futuro apocalittico e, armatosi di un fucile, si prepara ad uccidere Stillson durante la celebrazione di un comizio...
Come tutti i film di Cronenberg, anche questo è un'escursione nella dimensione dei poteri sconosciuti del corpo e della psiche, ma a differenza di altre occasioni, in questo caso, lo scontro dialettico con una realtà oggettiva che - dietro l'ordine rassicurante dei ruoli sociali dei personaggi - rimanda ad altro da sé, non si concretizza in allucinanti descrizioni di metamorfosi bio-metafisiche, rimanendo costantemente su un piano più astratto e suggerito. La "seconda vista" che perseguita Smith come un dono maledetto, è la porta di ingresso ad una "zona morta" nella quale è forse possibile rimodellare il corso degli eventi: sollecitata dal contatto fisico, che da casuale diventa via via sperimentato e voluto, agisce come una droga che produce assuefazione; i suoi effetti, desiderati e insieme temuti, danno al protagonista una vitalità creativa di sapore quasi divino che apre prospettive di onnipotenza ma indebolisce il fisico, stordisce la mente e carica l'anima di nuove, dolorose ansie. Allontanandosi in parte dallo spunto del romanzo di Stephen King (che pure ha considerato il film come tra le migliori trasposizioni cinematografiche delle sue opere) Cronenberg, significativamente, colloca il dramma esistenziale del protagonista tra le soglie della vita e della morte (l'incidente e il coma) costruendo un thriller parapsicologico e fantapolitico sull'irrisolvibile dicotomia tra finitezza della condizione umana e spinta ad una libertà trascendente.Ottima prova di interpreti e di un regista che, pur alle prese con un prodotto destinato alla grande distribuzione, non rinuncia alle sue ossessive tematiche e al suo abituale rigore stilistico.
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Il film ha perfettamente trasposto il pathos del libro, ovviamente in scala ridotta perchè un film dura 90-120 minuti e non si può divagare troppo altrimenti viene fuori il classico "polpettone" che dice tutto e niente: in un libro l'emozione è estensibile e stuzzica la tua fantasia, mentre nel film si è praticamente passivi.
Tratto dal celebre romanzo di stephen king ,David Cronenberg (rabid,scanners ,brood) dopo il successo di videodrome torna con un film interessante ma diverso nel suo genere.Johnny e' innamorato di sara ,e fino a qualche tempo prima della tragedia sembra tutto perfetto .Ma appena Johnny entra in coma a causa di un incidente automobilistico(che ricorda molto una scena di rabid),si teme il peggio.Risveglia [...] Vai alla recensione »
Uno dei meno celebri tra i film di Cronemberg, tuttavia uno di quelli che preferisco. L'atmosfera ovattata che permea la pellicola fa decisamente la differenza: la stessa storia messa in scena in modo più frenetico non avrebbe reso altrettanto splendidamente. Fondamentale in questo senso l'ambientazione nel suggestivo paesaggio innevato.
La Zona Morta, tratto dall'omonimo romanzo si Stephen King, parla di un uomo che, dopo essersi risvegliato dopo 5 anni di coma, acquisisce degli strani poteri e riesce a vedere il futuro delle persone solamente toccandole. Il film racconta del protagonista (Johnny Smith) costretto a convivere con il suo "dono" (che lui vede più come una maledizione).
Cronemberg nello stesso anno in cui scrive e dirige lo straordinario Videodrome, 1983, realizza questo fantathriller dal soggetto banale e dolciastro ispirato ad un romanzo dell’ovvio King. Ma è sempre un film di Cronemberg e lo si riconosce dalla prevalenza nella scenografia dei toni caldi del colore, dalla solitudine del suo eroe protagonista, Walken, che vede ciò che gli altri non vedono.
Solo un genio visionario e introspettivo come Cronenberg poteva trasporre in modo convincente un romanzo di Stephen King, al punto che egli stesso ammetterà che si tratta di una delle trasposizioni più riuscite. Un thriller fantascientifico certo, ma credibile e non eccessivamente lontano dalla realtà. La pellicola funziona anche perchè i poteri attribuiti al protagonista [...] Vai alla recensione »
Finalmente nel pieno dell'estate è passato un buon film in tv. Cronenberg è decisamente un regista superiore rispetto ad altri della sua generazione. Non c'è confronto rispetto ai registi nostrani italiani e ad altri nordamericani. Film pacato, tranquillo, ben costruito, ma con improvvise accelerazioni di ritmo nel tipico stile del maestro canadese, con scene di azione nel più puro stile hitchcockiano, [...] Vai alla recensione »
L'ennesimo romanzo del genio di Stephen King tramutato in cinema sotto la supervisione e la regia di Cronenberg che confeziona un ottimo film, uno dei migliori del genere. La storia coinvolge e scorre via con interesse, senza soffermarsi troppo su alcune vicende, non si ha il tempo di risolve una questione che se ne propone un'altra davanti, il finale poi è davvero interessante; Walken [...] Vai alla recensione »
Indubbiamente un’idea intrigante, quella che viene a svilupparsi, ma a mio parere non sufficiente per catturare l’attenzione dello spettatore. Il film sembra farsi piuttosto ripetitivo, prendendo una piega realmente interessante quando ormai la concentrazione è calata. Se da un lato può sembrare affascinante osservare la progressiva consapevolezza ed il rifiuto del dono che [...] Vai alla recensione »
Che cosa sia, o possa diventare, l'"Uomo-Macchina" è stato oggetto di più di un lavoro del regista canadese. In "Crash"l'incidente era un pretesto per parlare di sesso, mostrando la tensione a esso connessa come espressione della drammaticità umana (In generale), e conseguenza del trauma (Specifico): in "ExistenZ" i protagonisti erano artefici e vittime di un gioco più grande di loro, anche se alla [...] Vai alla recensione »
Un film che si lascia guardare, senza troppa suspance ne scene memorabili ma si sente l'impronta di King nella storia anche se non è horror. Non avendo letto il libor non posso fare un paragone ma da cio che ho visto sicuramente si poteva fare di meglio ma il succo del racconto è ben percettibile e moralistico al punto di farselo piacere.
A mio parere un film datato e ebbastanza inconsistente. Non ho letto il libro e quindi non posso giudicare la trasposizione cinematografica. Non mi convince Christopher Walken poco espressivo con un'espressione sempre smarrita. I dialoghi ( non so se sia colpa della traduzione... ) sono banali e contribuiscono a rendere il film poco avvicente e credibile.
Se Cronenberg avesse preso spunto da tutti gli eventi narrati nel romanzo anziché prendere solo la trama e modificare tutto il resto si sarebbe trattato del capolavoro migliore tratto da king. Tutto il merito della bellezza del film va a C. Walken che sicuramente avrà letto a fondo il romanzo di King per a offrirci un indimenticabile J.
In questo film viene mostrato cosa sarebbe accaduto se avessero ucciso Hitler, cioè egli sarebbe passato per vittima o per martire, e nessuno avrebbe capito i veri motivi di quel gesto. Il protagonista di questo film mi fa una pena pazzesca... aveva nobili intenzioni ma tutti lo hanno preso per assassino... anche la donna che amava...
Non so cosa dire, vedo tutti compiaciuti invece questo film mi ha deluso, io ho letto il libro di King, è uno dei libri più belli che abbia mai letto, quando ho visto il film volevo solo piangere, tutte quelle magiche volte che leggevo La Zona Morta (lo avrò letto 5 volte) stroncate da questo scempio, tutto sbagliato, io non voglio che sia fedele al libro, sarebbe impossibile, [...] Vai alla recensione »
E' il genere di film che mi piace vedere e rivedere nel tempo, il tipo di racconto che per quanto incredibile può essere reale più di quanto riusciamo a credere. WALKEN è perfetto nei panni di JOHNNY SMITH, e la domanda:- avresti fermato hitler a costo della tua vita sapendo già quello che avrebbe fatto all'umanità?.
La storia, del solito Stephen King, è superficiale e banale. Il regista la manipola con una certa abilità, facendosi aiutare da attori in stato di grazia. L'unica nota interessante è la non scontatezza delle realizzazioni visive. King furbescamente introduce l'elemento imponderabile, pasticciando (bene) la nota tesi di Heisenberg.