lily
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domenica 27 marzo 2005
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un film che lascia il segno
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Una storia grande e coinvolgente, personaggi profondi e scenografie spettacolari. Spero proprio che questo film continui ad essere apprezzato e non sia accantonato perla sua "età".Il principe Giuda Ben Hur viene tradito dall'ambizioso amico Messala, nuovo tribuno di Gerusalemme.Viene così condannato alle galee e rimane in vita pensando alla vendetta. Durante una battaglia salva la vita al console Quinto Ario,che avendo perso il figlio, prima lo porta a Roma con se come auriga, poi lo adotta. Tuttavia Ben Hur pensa sempre alla madre e alla sorella, imprigionate con lui e di cui non ha più notizie, e a vendicarsi,così si risolve finalmente a tornare in Giudea. Qui ritrova l'amata Esther , che cercando di proteggerlo da Messala gli fa credere che madre e sorella sono morte, mentre in realtà vivono, anche se lebbrose in seguito alla lunga prigionia.
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Una storia grande e coinvolgente, personaggi profondi e scenografie spettacolari. Spero proprio che questo film continui ad essere apprezzato e non sia accantonato perla sua "età".Il principe Giuda Ben Hur viene tradito dall'ambizioso amico Messala, nuovo tribuno di Gerusalemme.Viene così condannato alle galee e rimane in vita pensando alla vendetta. Durante una battaglia salva la vita al console Quinto Ario,che avendo perso il figlio, prima lo porta a Roma con se come auriga, poi lo adotta. Tuttavia Ben Hur pensa sempre alla madre e alla sorella, imprigionate con lui e di cui non ha più notizie, e a vendicarsi,così si risolve finalmente a tornare in Giudea. Qui ritrova l'amata Esther , che cercando di proteggerlo da Messala gli fa credere che madre e sorella sono morte, mentre in realtà vivono, anche se lebbrose in seguito alla lunga prigionia. Ben Hur decide di sfidare Messala nel circo, guidando i magnifici cavalli dell'astuto sceicco Ildherim.Qui in effetti Giuda vince la corsa mentre Messala muore, calpestato dai cavalli dopo aver perso il controllo della sua biga. Prima che muoia Giuda riesce a sapere la verità su madre e sorella. A questo punto, indurito dalle sofferenze, il suo odio per Roma è tale che rinuncia all'adozione di Ario e vorrebbe organizzare una rivolta per ridare la libertà alla Giudea. Ma mentre è tormentato da questi propositi vi è la condanna di Gesù, che lo aveva aiutato quando, schiavo, era condotto verso le galee. La madre e la sorella vengono guarite miracolosamente dopo aver assistito al calvario, sofferenti e impietosite. Vedendo la mitezza di Gesù sulla croce e sentendo le sue parole di perdono i propositi di Ben Hur vengono meno e finalmente ritrova la pace.
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lady libro
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lunedì 21 febbraio 2011
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capolavoro del cinema
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Questo film è senza dubbio uno dei più prestigiosi gioielli del cinema: un film meraviglioso, spettacolare, toccante, commovente, mozzafiato e impossibile da dimenticare.
William Wyler era fra i più grandi registi d'America, così come il bravissimo attore Charlton Heston nel suo drammatico e perfetto ruolo di Giuda Ben Hur.
Le scenografia è stupenda, così come i costumi e tutto il cast.
In parole semplici: uno dei più bei film al mondo!
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(di stellina88)
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(di butler)
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roberto, "barce"
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mercoledì 19 aprile 2006
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ben hur_la rivincita del giudeo
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Il film "Ben Hur" narra la storia del principe giudeo Giuda Ben Hur, interpretato eccezionalmente dal grande Charlton Heston.
Il film inizia con l'incontro tra Ben Hur e l'amico Messala, tribuno romano. Ben Hur si rende subito conto che l'amico romano non è più quello conosciuto nella giovinezza, ma si trova ormai imbevuto di orgoglio e sete di potere. Tanto è vero che, al rifiuto di Ben Hur di allearsi con i romani per sottomettere definitivamente i giudei, il rapporto tra i due si incrina definitivamente. Il tutto culmina nel giorno in cui, per fatalità, la sorella di Ben Hur, Tirza, fa accidentalmente scivolare una tegola in strada durante una parata, rischiando di colpire il nuovo governatore romano appena giunto in città.
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Il film "Ben Hur" narra la storia del principe giudeo Giuda Ben Hur, interpretato eccezionalmente dal grande Charlton Heston.
Il film inizia con l'incontro tra Ben Hur e l'amico Messala, tribuno romano. Ben Hur si rende subito conto che l'amico romano non è più quello conosciuto nella giovinezza, ma si trova ormai imbevuto di orgoglio e sete di potere. Tanto è vero che, al rifiuto di Ben Hur di allearsi con i romani per sottomettere definitivamente i giudei, il rapporto tra i due si incrina definitivamente. Il tutto culmina nel giorno in cui, per fatalità, la sorella di Ben Hur, Tirza, fa accidentalmente scivolare una tegola in strada durante una parata, rischiando di colpire il nuovo governatore romano appena giunto in città. Messala coglie questo pretesto per condannare alle galee Ben Hur e per rinchiudere in prigione madre e sorella. Ben Hur si ritrova pertanto condannato ad un triste futuro, e riesce a trovare la forza di continuare solo grazie all'intervento di Gesù che gli da bere durante il tragitto per le galee. Dopo alcuni anni, in seguito ad un conflitto navale con i temibili macedoni, Ben Hur salva la vita al console Quinto Arrio. Questi si affezzionerà a Ben Hur e ne farà suo figlio adottivo (Arrio il Giovane). Ben Hur però cova vendetta nei confronti di Messala, e soprattutto vuole ritrovare sua madre e sua sorella. Tornato alla propria casa, ritrova Ester, la schiava a cui aveva dato la libertà, e della quale si era innamorato. Dopo qualche tempo, si reca da Messala, e con tono deciso esorta il tribuno a liberare madre e sorella, forte del titolo romano in possesso. Druso, fedele subordinato di Messala, scopre che le due donne sono state confinate nei sotteranei della "Cittadella", e sono ormai diventate lebbrose. Si decide pertanto di liberarle. Ester le vede, ma promette loro di non dire nulla a Ben Hur. In realtà Ester rivela a Ben Hur di averle viste morte, tempo prima, anni addietro. Accecato dall'odio, Beh Hur, grazie all'aiuto datogli dallo sceicco IIderim, affronta Messala nella corsa delle bighe, sconfiggendolo, e provocando indirettamente la sua morte. Il tribuno, prima di morire, rivela a Beh Hur la verità sulla madre e sulla sorella. Il giudeo, straziato, dopo un duro confronto con Ester, si reca alla valle dei lebbrosi,recuperando sorella e madre. La famiglia cosi riunita assiste alla salita al Calvario di Cristo, e Ben Hur riconosce nel condannato a morte l'uomo che gli aveva "ridonato" la vita anni prima. Intanto, Ester e le due donne si allontanano, con lo scopo di ritornare alla valle. Lungo il tragitto, in seguito ad un violento temporale, si riparano in una grotta,e un miracolo divino fa ritornare le due lebbrose in condizioni normali. Beh Hur, affranto per la crocifissione di Cristo, torna alla propria casa. Qui, commosso, ritrova madre e sorella come non le vedeva da quattro anni, e nell'abbraccio collettivo della famiglia "ritrovata" il film giunge a conclusione.
Un vero capolavoro, premiato con ben 11 Oscar. Spettacolare la corsa delle bighe, per la quale occorsero più di 3 mesi di prove.
Il film, datato 1959, è tratto dall'omonimo libro del Generale Wallace, del 1925.
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gianluca stanzani
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giovedì 19 febbraio 2009
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kolossal epico
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Sullo sfondo delle vicende di nascita, vita e passione del redentore, Ben-Hur (Charlton Heston), discendente di una ricca famiglia di Giudei entra in contrasto con Messala (Stephen Boyd), suo vecchio amico d'infanzia ma anche capo della legione romana di stanza a Gerusalemme. La tensione tra Giudei e Romani è palpabile, e basterà un semplice pretesto per riversare su Giuda Ben-Hur le ritorsioni e le mire di potere di Messala. Tenuto prigioniero come vogatore sulle galee romane, manterrà vivo il suo spirito di ribellione e di tenace opposizione all'oppressore romano, senza per questo mancare di profondi slanci di grande umanità “cristiana”. Vedi alla parola “kolossal” e tuttora rammentiamo distintamente questo film del 1959 (girato a Cinecittà), terza versione dopo quelle mute del 1907 e del 1925.
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Sullo sfondo delle vicende di nascita, vita e passione del redentore, Ben-Hur (Charlton Heston), discendente di una ricca famiglia di Giudei entra in contrasto con Messala (Stephen Boyd), suo vecchio amico d'infanzia ma anche capo della legione romana di stanza a Gerusalemme. La tensione tra Giudei e Romani è palpabile, e basterà un semplice pretesto per riversare su Giuda Ben-Hur le ritorsioni e le mire di potere di Messala. Tenuto prigioniero come vogatore sulle galee romane, manterrà vivo il suo spirito di ribellione e di tenace opposizione all'oppressore romano, senza per questo mancare di profondi slanci di grande umanità “cristiana”. Vedi alla parola “kolossal” e tuttora rammentiamo distintamente questo film del 1959 (girato a Cinecittà), terza versione dopo quelle mute del 1907 e del 1925. Scena epica la battaglia, mascherata da corsa sulle bighe. Successo straordinario per questa pellicola che sbancò gli Oscar vincendo ben undici statuette sulle dodici candidature espresse (non giunse soltanto quella per la sceneggiatura): miglior film, regia (William Wyler), attore (Heston), attore non protagonista (Hugh Griffith), fotografia, colonna sonora, scenografia e arredamento, costumi, montaggio, suono ed effetti speciali. Questi sì che erano Oscar! Pur quasi a cinquant'anni di distanza il film è un classico della cinematografia, in grado ancora di trasmettere forti emozioni sullo spettatore “moderno”. Tra la moltitudine di comparse, i nostri Giuliano Gemma e Lando Buzzanca.
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paolo ciarpaglini
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domenica 30 dicembre 2007
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bhen hur. 3°parte.
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Hur uscirà vincitore dal duello, mentre Messala sbalzato dalla biga, maciullato. Per avere la vita salva devono amputare subito una gamba, ma si oppone: "non voglio che mi veda a metà..lui verrà..lo sò". Decidono di amputare nonostante il rifiuto, ma ecco che Hur appare all'ingresso. "Eccolo.. che vi avevo detto". "Allora.. il nemico è sconfitto la vendetta compiuta..
che cosa vedi un uomo maciullato..!". "Io non vedo nessun nemico". "Non mi odi ancora abbastanza..?..ti darò io il motivo. Miriam.. tua madre.. non sono morte, no, non sono morte come ti hanno detto". A quelle parole Hur afferra Messala: "Dove sono, dimmi dove sono!". Mentre stà spirando, con le ultime parole Messala dice: " Prova.
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Hur uscirà vincitore dal duello, mentre Messala sbalzato dalla biga, maciullato. Per avere la vita salva devono amputare subito una gamba, ma si oppone: "non voglio che mi veda a metà..lui verrà..lo sò". Decidono di amputare nonostante il rifiuto, ma ecco che Hur appare all'ingresso. "Eccolo.. che vi avevo detto". "Allora.. il nemico è sconfitto la vendetta compiuta..
che cosa vedi un uomo maciullato..!". "Io non vedo nessun nemico". "Non mi odi ancora abbastanza..?..ti darò io il motivo. Miriam.. tua madre.. non sono morte, no, non sono morte come ti hanno detto". A quelle parole Hur afferra Messala: "Dove sono, dimmi dove sono!". Mentre stà spirando, con le ultime parole Messala dice: " Prova.. prova se vuoi a cercarle.. nella valle dei lebbrosi". Hur lancia un'urlo di disperazione, Messala spira.
La parte finale è bellissima. Un'uomo predica alla gente, moltissimi si recano davanti a lui per ascoltarne le parole. Quando sarà condannato e porterà la croce, Hur lo riconosce. Durante il trasporto a Tiro un giorno quell'uomo, lo dissetò, contro la volontà di una guardia infuriata. Cerca di aiutarlo nel sostenere il peso della croce. La fine è vicina, il cielo si ottenebra in pieno giorno. E proprio nel momento in cui Cristo muore, Miriam e la madre di Hur guariscono. Kolossal di ineguagliata suggestione e bellezza narrativa.
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(di renato corriero)
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paolo ciarpaglini
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domenica 30 dicembre 2007
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ben hur. 2°parte.
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Giunti a Roma, Dario chiede clemenza a Cesare che risponde: "Quest'uomo è accusato di attentato. Certo un comportamento alquanto strano, attentare ad un mio governatore e salvare la vita di un console.. Torna domani, ne parleremo". Dario vede in Ben Hur, il figlio che non ha mai avuto ed annuncia a tutti che adesso è a tutti gli effetti suo figlio, 'Dario il giovane'. Ma nel cuore Ben Hur, porta ancora ben lucido il ricordo e la sete di vendetta, mai scordate. Una sera, mentre guarda il tramonto 'suo padre' gli chiede: "partirai è vero..?". "Sì debbo partire, ma sappi che ovunque andrò ti porterò nel cuore, con affetto. Come un vero figlio di Dario farebbe". Hur così parte per tornare in Galilea e durante il viaggio si imbatte in un ricco mercante, appassionato di cavalli.
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Giunti a Roma, Dario chiede clemenza a Cesare che risponde: "Quest'uomo è accusato di attentato. Certo un comportamento alquanto strano, attentare ad un mio governatore e salvare la vita di un console.. Torna domani, ne parleremo". Dario vede in Ben Hur, il figlio che non ha mai avuto ed annuncia a tutti che adesso è a tutti gli effetti suo figlio, 'Dario il giovane'. Ma nel cuore Ben Hur, porta ancora ben lucido il ricordo e la sete di vendetta, mai scordate. Una sera, mentre guarda il tramonto 'suo padre' gli chiede: "partirai è vero..?". "Sì debbo partire, ma sappi che ovunque andrò ti porterò nel cuore, con affetto. Come un vero figlio di Dario farebbe". Hur così parte per tornare in Galilea e durante il viaggio si imbatte in un ricco mercante, appassionato di cavalli. Cavalli che da lì a poco dovranno competere a Roma nel grande circo. Hur assiste all'addestramento, ma con occhio esperto, fa osservare che i cavalli sono mal disposti. Hunthares il più piccolo di statura posto all'esterno, rallenta gli altri ed i cavalli, non tengono la curva. "Dimmi straniero, com'è che ti intendi tanto di corse?". "Ho corso nel circo di Roma..". L'uomo sgrana gli occhi: "tu hai corso nel grande circo!?". "Certamente". "Saresti disposto a guidarli tu.. pensa Roma.. sconfiggere Messala..". A quel nome: "Cosa.. Messala correrà!?"... "Sì e vedo che la cosa ti alletta". Un anziano uomo seduto vicino (Pietro), anch'egli in viaggio per la Giudea in cerca del 'Liberatore' (Gesù Cristo che proprio in quegli anni stava portando la sua parola), scorge però odio nei suoi occhi e lo mette in guardia: "Tu devi uccidere qualcuno la, non è vero..?". Hur abbassa la testa. Quando giungerà a casa Hur, trova solo ricordi e dolore . Ma anche la figlia di uno dei suoi servi più fedeli. Le chiede di sua madre e sua sorella, ma la donna dice di non saper niente. Rivede anche il caro, vecchio amico ormai cieco e lo stringe a se come un figlio. Da lì a poco Messala riceve un 'regalo'. Un pugnale preziosissimo. Conosce il nome del donatore, ha sentito parlare di lui e delle sue imprese.. 'Dario il giovane', ma non il suo volto!. Dice alla guardia di farlo entrare per ringraziarlo personalmente, ma quando Ben Hur appare ai suoi occhi, vestito con abiti romani di alto ceto è sbalordito. "..Tu..!.. per quale magia porti il nome di Dario!?.. "Ricordi Messala!, fosti tu a mandarmi su quelle galee.. e giurai di tornare. Ad ogni colpo di remo a cui mi avevi condannato giurai di tornare per ucciderti.. ma adesso voglio solo una cosa. Cosa ne è stato di mia madre e mia sorella!?". Messala risponde che non può saperne niente... "Trovale!! e fa che siano vive o ti pentirai di non avermi ucciso!". Con il pugno chiuso Hur colpisce una tavoletta, lasciando il sigillo che obbliga Messala ad obbedire. Chiede ad un amico se sa qualcosa, ma per tutta risposta: "Sono trascorsi quattro anni, nessuno sopravvive tanto a lungo in quelle prigioni..". "Non m'importa cercale.. e se son morte son morte!". Recatosi alle carceri sottointerrate, l'amico chiede al carceriere ragguagli. "Il mangiare lo ritirano ancora..". Ma aperta ed illuminata l'angusta, fetiscente e buia cella scoprono.. "lebbra! fuori tutti..". Le due sono vive ma condannate. Flavia porta loro il mangiare di nascosto, nella Valle dei lebbrosi. Arriva il giorno della grande gara. Quelle che seguono sono forse le più belle scene mai girate senza 'effetti digitali'. 15 minuti di lotta all'ultimo sangue.
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domenico maria
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venerdì 16 novembre 2012
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piramide di dolore
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1958.Roma:Cinecittà.Per quasi tutto l'anno(circa 10 mesi)si gira "Ben Hur".Nel Filmato Bonus della splendida edizione blu-ray,il figlio dell'attore,rievoca,pur se in sintesi il diario dattiloscritto autografo,che il protagonista tiene durante le riprese.Durezza,Fatica,stress,sfinimento,sono termini che ricorrono incalzanti.Il nostro protagonista riconosce che in questo film William Wyler è bravissimo,ma di una pignoleria e di una disciplina verrebbe quasi da dire nazista,maniacale.Premesso che il riversamento è stupendo(in america ci deve essere una sorta di idolatria per i grandi peplum;films di 50 e più anni che il tempo non sembra quasi neanche scalfire).Sul discorso della pura invenzione del romanzo concordo pienamente.
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1958.Roma:Cinecittà.Per quasi tutto l'anno(circa 10 mesi)si gira "Ben Hur".Nel Filmato Bonus della splendida edizione blu-ray,il figlio dell'attore,rievoca,pur se in sintesi il diario dattiloscritto autografo,che il protagonista tiene durante le riprese.Durezza,Fatica,stress,sfinimento,sono termini che ricorrono incalzanti.Il nostro protagonista riconosce che in questo film William Wyler è bravissimo,ma di una pignoleria e di una disciplina verrebbe quasi da dire nazista,maniacale.Premesso che il riversamento è stupendo(in america ci deve essere una sorta di idolatria per i grandi peplum;films di 50 e più anni che il tempo non sembra quasi neanche scalfire).Sul discorso della pura invenzione del romanzo concordo pienamente.Ma mi chiedo.Quali corde suscita questo racconto da incastonarlo tra i capolavori assoluti del 20° secolo,per Hollywood ed,evidentemente,per milioni di persone?Alla base sentimenti forse semplici,ma fortissimi.Si comincia con il Vangelo,e si chiude con il Vangelo.Una amicizia fortissima tra due ragazzi che si ricrea alla stessa temperatura per un momento,per poi esplodere e trasformarsi in odio viscerale.Una attrazione per Ester che già dalle prime battute appare profonda,magnetica,che al primo duetto si conclude con un bacio "di dolore"(presagio di future catastrofi).L'arresto,la crudeltà,la schiavitù...e sempre una forza indomita...sopravvivere per rinascere a una nuova vita.Ancora;la crudeltà della battaglia marina,come della corsa delle bighe,e poi il marchio della lebbra.Un critico ha detto in sintesi,per "Titanic","storia d'amore e di coraggio".Quì verrebbe quasi da dire "storia di un amore disperato",che almeno alla fine,si scioglie nella gioia della famiglia,della "doppia famiglia",le radici e il nuovo.Mi torna in mente "I Promessi sposi":pure lì le infinite e crudeli prove della vita che,affrontate con fede,concedono,almeno alla fine,un piccolo spicchio di serenità.Di sfondo(e che sfondo)un impero potentissimo,affascinante e feroce insieme.E un popolo(quello ebreo)in un momento per tanti aspetti tragico della sua storia.Ci sarebbe da scrive un libro su questo film.Un solo esempio tra mille.Il Tema dell'Acqua(L'acqua che salva Giuda da schiavo:l'acqua del mare che salva Giuda e il console:l'acqua del ruscello ai piedi della collina dove si sta per tenere il famoso discorso della montagna:l'acqua che lava il sangue della croce e mescolandosi rigenera la vita e guarisce Miriam e Ester:L'acqua che calpesta Giuda tornando a casa,ovvero il preludio alla nuova vita).A un attento osservatore non sfuggirà l'espressione sfinita di Giuda ai piedi della croce.Dopo 10 mesi(utimo giorno di riprese) a questi ritmi e di questa intensità si sfinirebbe anche un elefante.Per lui un ricordo di Roma indelebile,indimenticabile.Per noi un capolavoro(in gran parte dovuto alle maestranze e alle comparse di Cinecittà,con Mario Soldati,Giuliano Gemma e Lando Buzzanca giovani,limitandoci all'essenziale).
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zelig46
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giovedì 27 giugno 2013
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qualche curiosità
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Per appassionati di cinema.
Come diceva "il redattore dello Shinbone Star" in un film, quando la realtà si scontra con la leggenda, vince le leggenda.
1) Il libro fu scritto in risposta a una vivace discussione avuta dal Generale Lew Wallace con un miscredente che metteva in dubbio l'esistenza di Dio.
2) Le riprese del film iniziarono senza che la Troupe avesse a disposizione i 4 cavalli bianchi, che furono trovati all'ultimo momento in Juvoslavia.
3) Le riprese della corsa delle Quadrighe (non Bighe) non fu fatta da Wylliam Wyler, ma dalla collaborazione di Andrew Marton, Yakima Canutt (capo Stuntman) da Mario Soldati e Sergio Leone (Aiuto regista).
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Per appassionati di cinema.
Come diceva "il redattore dello Shinbone Star" in un film, quando la realtà si scontra con la leggenda, vince le leggenda.
1) Il libro fu scritto in risposta a una vivace discussione avuta dal Generale Lew Wallace con un miscredente che metteva in dubbio l'esistenza di Dio.
2) Le riprese del film iniziarono senza che la Troupe avesse a disposizione i 4 cavalli bianchi, che furono trovati all'ultimo momento in Juvoslavia.
3) Le riprese della corsa delle Quadrighe (non Bighe) non fu fatta da Wylliam Wyler, ma dalla collaborazione di Andrew Marton, Yakima Canutt (capo Stuntman) da Mario Soldati e Sergio Leone (Aiuto regista).
4) Durante le riprese della corsa avvennero 2 incidenti, la distruzione di una Cinepresa "Camera 65" del valore di 100.000 Dollari ad opera di una quadriga uscita di traettoria in una curva e una quadriga che saltò un ostacolo troppo violentente, mandando Joshua Canutt , figlio di Yakima, all'ospedale per una ferita al mento (quella scena è presente nella versione attuale del film, opportunamente montata.
5) Parte della partitura della colonna sonora fu diretta da Carlo Savina a Roma, mentre il resto fu diretto da Miklos Rozsa negli States.
6) alcuni provini per la parte di Messala, ritraggono Leslie Nielsen (l'abbiamo scampata bella).
7) Kirk Douglas voleva a tutti i costi la parte di Ben Hur, ma Wylliam Wyler aveva in testa Paul Newman, Burt Lancaster Rock Hudson, Marlon Brando e Cesare Danova prima di scegliere Charlton Heston, così Kirk Douglas, quasi per vendetta si intestardì con "Spartacus", finanziandolo lui con la sua casa di produzione (Bryna).
8) Per l'ennesimo restauro (Blu Ray) ogni fotogramma del film è stato scansionato con il telecinema per 1/4 d'ora a 8k (praticamente 4 volte quello che serve per un HD (standard futuri?) e poi scalato un passo alla volta allo standard Blu Ray ), le musiche sono state rimasterizzate in High Resolution, il tutto per la durata di circa un anno, il restauro più costoso nella storia del Cinema.
9) Negli anni 80 questo film fu presentato nelle sale anche in "Cinerama", ma l'operazione era soltanto commerciale (lo standard "Cinerama" prevedeva 3 proiettori).
10) Lo slogan preferito delle nostrane riedizioni Natalizie e Pasquali nelle sale era "Il Film che non vedrete mai in TV".
11) Si vedono Lando Buzzanca, Giuliano Gemma, Marina Berti, Mino Doro, Otello Capanna, Tiberio Mitri (il pugile), Aldo Silvani in particine secondarie.
A proposito, il film citato all'inizio e "L'uomo che uccise Liberty Valance"
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aristoteles
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giovedì 22 ottobre 2015
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a tale of the christ
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Non è possibile che sia del 1959,non ci credo,sopratutto quando vedo tutte quelle comparse sullo schermo e mi rendo conto che non c'è nulla fatto al computer.
Sarei curiosissimo di conoscere il numero esatto delle persone coinvolte,solo per questo motivo andrebbe omaggiato.
Ma c'è molto di più,una storia meravigliosa che accarezza la religione e Dio ma con una sfaccettatura particolare, tale da poter essere indubbiamente apprezzata anche dal laico più accanito.
Una sceneggiatura e una trama così belle,le ho davvero viste poche volte sul grande schermo.
Meravigliosa la colonna sonora e costumi fantastici curati nei minimi dettagli.
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Non è possibile che sia del 1959,non ci credo,sopratutto quando vedo tutte quelle comparse sullo schermo e mi rendo conto che non c'è nulla fatto al computer.
Sarei curiosissimo di conoscere il numero esatto delle persone coinvolte,solo per questo motivo andrebbe omaggiato.
Ma c'è molto di più,una storia meravigliosa che accarezza la religione e Dio ma con una sfaccettatura particolare, tale da poter essere indubbiamente apprezzata anche dal laico più accanito.
Una sceneggiatura e una trama così belle,le ho davvero viste poche volte sul grande schermo.
Meravigliosa la colonna sonora e costumi fantastici curati nei minimi dettagli.
Le scene nel colosseo poi,sono di una classe infinita,"Il Gladiatore"di Crowe, al confronto, è una barzelletta diciamo la verità.
Charlton Eston superlativo ed emozioni infinite,tutte inspirate dai buoni e genuini sentimenti,ma senza sfociare mai nel melenso.
Che meravigliosa e tragica avventura questa vita del Giudeo Ben Hur.
Difetti il film non ne ha,forse potrebbero essere eccessive le quasi quattro ore di durata,ma a me non è venuto a noia neanche un secondo......
Non è che ne consiglio la visione,DOVETE vederlo.
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alanwake
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lunedì 12 agosto 2013
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epico capolavoro e parabola cinematografica
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In 220 minuti Ben Hur riesce a percorrere un lungo cammino di generi, andando dall'epico allo storico-sociale fino al drammatico, costruendo un capolavoro datato ma immortale.
Nonostante il film si basi su un'atmosfera epica e mastodontica, caratterizzatrice di questo genere, il film scorre su una sceneggiatura ottima e profonda in termini spirituali. L'unica pecca è forse lo "stampo d'epoca", riconoscibile dalla storia, dai dialoghi e dai personaggi che hanno delineato per un lungo periodo tale genere.
La trama ha bisogno di poco tempo per diventare avvincente ed interessante: Il principe giudeo Giuda Ben Hur, per il bene del suo popolo, è costretto ad entrare in conflitto con Messala, suo vecchio amico e comandante delle legioni romane, entrando in conflitto anche con Roma.
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In 220 minuti Ben Hur riesce a percorrere un lungo cammino di generi, andando dall'epico allo storico-sociale fino al drammatico, costruendo un capolavoro datato ma immortale.
Nonostante il film si basi su un'atmosfera epica e mastodontica, caratterizzatrice di questo genere, il film scorre su una sceneggiatura ottima e profonda in termini spirituali. L'unica pecca è forse lo "stampo d'epoca", riconoscibile dalla storia, dai dialoghi e dai personaggi che hanno delineato per un lungo periodo tale genere.
La trama ha bisogno di poco tempo per diventare avvincente ed interessante: Il principe giudeo Giuda Ben Hur, per il bene del suo popolo, è costretto ad entrare in conflitto con Messala, suo vecchio amico e comandante delle legioni romane, entrando in conflitto anche con Roma.
Messala, schiavo della sua avidità e della sua brama di potere, con l'inganno, costringe alla schiavitù Ben Hur, mandandolo alle galee, e rinchiude sua sorella e sua madre. Ma Ben Hur giura vendetta al suo amico d'infanzia passata e ora diventato la sua nemesi.
Le (dis)avventure di Ben Hur, che lo porteranno dalle galee al ritorno nei ranghi alti fino ad affrontare la sua vendetta, vengono accostante anche da una cruda, riassuntiva e drammatica rappresentazione di Roma nel primo secolo Dopo Cristo, una Roma, avida di potere e di denaro, malvagia e senza pietà, che ha inghiottito nelle sue fauci innumerevoli uomini, come lo stesso Messala.
A contrapporre Roma vi è la figura di Gesù Cristo, rappresentatore della misericordia, della speranza e dell'amore.
Con la rappresentazione del male da una parte e quella del bene dall'altra, il film pone nel mezzo Ben Hur, prima condotto alla violenza dalla malvagità di Roma (non si vendicherà contro Messala per proteggere i suoi cari) e poi influenzato dalla pietà e dall'amore che Gesù Cristo gli darà grazie ad un semplice gesto: tale sconosciuto offrirà a Ben Hur, in catene, assetato e pronto per essere spedito alle galee, senza alcun motivo apparente dell'acqua.
Proprio come se fosse una parabola biblica, questo amore creerà una vera e propria reazione a catena: Ben Hur salverà Arrio, console romano comandante della sua galea, rammentando che anche lui ricevette aiuto da uno sconosciuto, e a sua volta Arrio sarà così riconoscente nei confronti di Ben Hur da adottarlo come figlio.
Ben Hur torna così a Roma chiedendo la libertà della sorella e della madre a Messala. Credendole prima morte, per poi scoprire che sono diventate lebbrose, Ben Hur verrà così consumato dall'odio e dalla sete di vendetta che decide di affrontare Messala in una corsa con le bighe, cercando la sua sconfitta e sperando nella sua morte. E' proprio qui che il suo personaggio verrà paragonato a quello di Messala, il cui cuore è colmo d'odio e di collera, in una discussione con la sua amata Esther.
La parte finale è forse la più discutibile in quanto pomposa e di poco carattere. L'epicità che hanno voluto imporre, col miracolo della guarigione della sorella e della madre dopo la morte di Gesù, ha oscurato non poco il significato che quest'ultimo ha avuto nel film: la forza del bene, la dimostrazione della bontà di ogni uomo e l'importanza della scelta tra bene e male. Fondamentalmente l'unico scopo di questa parte finale della pellicola è quello di essere un finale lieto.
Il film gode di una sceneggiatura ottima ed ampia, che appassiona ed intrattiene durante tutte le 3 ore e 40 minuti (circa). La durata, ovviamente, si fa purtroppo sempre più pesante man mano che ci si avvicina il termine della visione.
La storia non annega nelle metafore, ma mantiene un organico concreto a volte mischiato ad elementi spirituali, che permette così di vedere senza troppa fatica i messaggi terreni ed umani che il film offre: la scelta di ogni uomo tra il bene e il male (amore e odio, misericordia e malvagità ecc...) e la potenza che essi esercitano su di noi e sul nostro prossimo, e così via...
Il film è in grado di emozionare, anche grazie a dei personaggi orientati in modo tale da avere un unico e determinato legame con lo spettatore, così come vuole la tradizione del genere epico (distinguibili l'eroe, l'anti-eroe, i prsonaggi buoni e quelli odiosi ecc...).
Il reparto tecnico è eccezionale (considerata anche l'epoca): la regia di Wyler è ottima, in grado di creare scene favolose (come quella della gara con le bighe, diretta anche da Leone) e di dare tanta qualità estetica al film, grazie anche ad un'ottima fotografia e ad un montaggio eccezionale.
Fantastiche le scenografie, che danno al film un senso di mastodonticità ed epicità (risultando a volte anche eccessive) e fantastici i costumi, vari e realistici, curati nei minimi particolari.
Esteticamente il film riproduce alla perfezione il periodo storico trattato.
Ottimi gli attori, da Heston (Ben Hur), ad Hawkins (Arrio) fino a Boyd (Messala). Meno bravo, a mio avviso, il reparto femminile.
Kolossal spettacolare e capolavoro che regala un'ottima visione.
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