paolo ciarpaglini
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domenica 30 dicembre 2007
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bhen hur. 1° parte.
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Giudea, anno domini 32. Due grandi amici d'infanzia si incontrano dopo molti anni ormai uomini, ma profondamente divisi ideologicamente. Hur (Charlton Heston) è gudeo, un uomo di grande spicco politico nella sua provincia. Messala (Stephen Boyd) è adesso un'ambizioso romano, inviato da Cesare, per governare la difficile provincia. Inizialmente entusiasti di rivedersi, si scontrano inevitabilmente. Messala chiede ad Hur di aiutarlo a placare gli animi, consegnando chì non vuol cedere. Faccia a faccia lo scontro degenera ed è la rottura: "Ben Hur.. o sei con me, o contro di me!". Heston profondamente dispiaciuto, ma convinto a difendere i principi e libertà del suo popolo risponde:" se questa è la scelta.
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Giudea, anno domini 32. Due grandi amici d'infanzia si incontrano dopo molti anni ormai uomini, ma profondamente divisi ideologicamente. Hur (Charlton Heston) è gudeo, un uomo di grande spicco politico nella sua provincia. Messala (Stephen Boyd) è adesso un'ambizioso romano, inviato da Cesare, per governare la difficile provincia. Inizialmente entusiasti di rivedersi, si scontrano inevitabilmente. Messala chiede ad Hur di aiutarlo a placare gli animi, consegnando chì non vuol cedere. Faccia a faccia lo scontro degenera ed è la rottura: "Ben Hur.. o sei con me, o contro di me!". Heston profondamente dispiaciuto, ma convinto a difendere i principi e libertà del suo popolo risponde:" se questa è la scelta.. allora sono contro di te". Messala se ne va ed accade l'impensabile. Il giorno dell'arrivo del console romano, mentre Hur si trova sulla grande terrazza e guarda la parata, sua sorella poggia una mano su tegole smosse, che cadono e colpiscono il console. è l'occasione che Messala attende. Hur senza nessuna pietà, viene arrestato insieme a tutta la famiglia. Viene rinchiuso in prigione e senza nessun processo sarà mandato a Tiro, sulle galee. In un gesto di disperazione riesce a liberarsi e raggiunto l'alloggio di Messala chiede dove sono la madre e sua sorella.. implora. Non riesce a capacitarsi: "come puoi Messala... una famiglia che ti ha sempre amato. Non sono pazzo ne un'assassino. Non ho attentato alla vita del console lo sai, devi saperlo..!". "Lo so!", questa la risposta di Messala che spiega il perchè della durezza del gesto: "condannando te sarò temuto". Hur è sul punto di trafiggerlo.. "uccidimi! e tua madre e tua sorella moriranno adesso!". Abbassata l'arma Hur, con gli occhi iniettati di odio giura che tornerà per vendicarsi. Messala sogghigna, sa bene che non vi è ritorno dalle galee. Imprigionato ai remi Hur sopravvive tre lunghi anni, finchè un giorno si trova davanti all'uomo che muterà per sempre il suo destino. Dario, comandante della flotta da guerra romana, nota Hur, la prestanza fisica ma soprattutto il suo spirito indomabile. Lo colpisce per provocarlo ma:"..i tuoi occhi sono pieni di odio 41, ma hai ancora il buon senso di non reagire.. bene, molto bene, l'odio alimenta la vita". La battaglia è prossima ed i rematori vengono incatenati alla caviglia, così da non poter fuggire. Quando una delle guardie addette, giunge ai piedi di Hur, non passa la catena nell'anello che cinge la sua caviglia. "Perchè l'avrà fatto 41?", chiedono i suoi compagni. "Non lo so..". La nave viene speronata ed è il panico. Hur cerca di liberare più schiavi possibile, poi salito sul ponte dove anche il comandante Dario stà combattendo, gli salva la vita due volte; prima abbattendo un nemico che stava per trafiggerlo e dopo gettandosi in acqua. Caduto in acqua l'armatura lo avrebbe annegato. Saliti su un relitto in legno, Dario cerca di togliersi la vita, mentre sullo sfondo vede le navi bruciare. Pensa che la battaglia sia persa, ma Hur glielo impedisce. Salvati da una nave che batte bandiera romana, Dario ed Hur vengono issati a bordo. "Credevamo fosse morto nella battaglia comandante..". "..sarebbe stato meglio così..la battaglia è perduta non è vero?". "No, è stata una vittoria su tutto il fronte". In quell'istante Dario comprende quanto sia stato prezioso il gesto di Hur e quando chiede dell'acqua per dissetarsi, la offre prima a lui. Un chiaro gesto di immenso rispetto, i romani stessi si guardano stupiti.
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onufrio
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martedì 18 aprile 2017
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il kolossal per eccellenza
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11 premi Oscar, Ben Hur è il capolavoro per eccellenza, Kolossal del 1959, rimarrà per sempre nella storia del cinema. Anno Domini 29. Tutto nasce dalla grande amicizia fra Giuda Ben-Hur e Messala nella Gerusalemme governata dai Romani, e sarà proprio la forza ed il potere di Roma a guastare l'animo di Messala che in un diverbio con Ben Hur lo condannerà ad un odissea lunga 4 anni.
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mondolariano
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martedì 10 maggio 2011
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un polpettone di raffinatissimo gusto
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“Ben-Hur” è un romanzo inventato, non un evento biblico inserito nella cultura universale. Quindi non è paragonabile ad altri film storico-religiosi che, per quanto discutibili, sono valorizzati dal loro stesso significato. E’ uno strano miscuglio di romani, ebrei e cristiani, un minestrone che alla fine rischia di lasciare la bocca asciutta. Gesù è soltanto un personaggio accessorio che funge da collante a qualcosa: l’avventura, la conversione cristiana di un ebreo, i romani buoni e cattivi. Non è possibile considerarlo un prodotto filo-cristiano, né filo-romano e nemmeno filo-giudaico (anche se la frase “la stella di David spenga gli occhi di Roma” è scopertamente faziosa). È soltanto un gran polpettone, ma un polpettone di raffinatissimo gusto, che si avvale esclusivamente delle qualità tecniche dello spettacolo.
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“Ben-Hur” è un romanzo inventato, non un evento biblico inserito nella cultura universale. Quindi non è paragonabile ad altri film storico-religiosi che, per quanto discutibili, sono valorizzati dal loro stesso significato. E’ uno strano miscuglio di romani, ebrei e cristiani, un minestrone che alla fine rischia di lasciare la bocca asciutta. Gesù è soltanto un personaggio accessorio che funge da collante a qualcosa: l’avventura, la conversione cristiana di un ebreo, i romani buoni e cattivi. Non è possibile considerarlo un prodotto filo-cristiano, né filo-romano e nemmeno filo-giudaico (anche se la frase “la stella di David spenga gli occhi di Roma” è scopertamente faziosa). È soltanto un gran polpettone, ma un polpettone di raffinatissimo gusto, che si avvale esclusivamente delle qualità tecniche dello spettacolo.
A parte l’arcinota gara delle bighe, segnalo la battaglia navale e l’impressionante scena dei rematori. Memorabile anche l’incontro con l’Imperatore, anche se Tiberio non governava dalla capitale ma da Capri (vedi “La tunica”), e il suo carattere misantropo non si sarebbe prestato ad una simile platealità. La sceneggiatura è molto avvincente e le uniche scene noiose sono quelle tra Heston e l’amante Ester. I cavalli hanno un ruolo di tutto rilievo.
Kirk Douglas, dopo aver rifiutato l’indegna parte di Messala, preferì vestire i panni di Spartacus. La madre di Ben-Hur fu anche la madre di Mosé ne “I Dieci Comandamenti”, mentre Frank Thring (Ponzio Pilato) sarà Erode Antipa ne “Il Re dei Re”. “Il Re dei Re” erediterà da “Ben-Hur” anche alcuni motivi musicali, opera dello stesso autore che attinse a piene mani dal brano classico “Marte”, di Holst (ma c’è anche un motivo fotocopiato da “I pini presso una catacomba”, di Otorino Respighi).
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