Roma, ore 11

Un film di Giuseppe De Santis. Con Maria Grazia Francia, Delia Scala, Massimo Girotti, Raf Vallone, Lucia Bosè.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, b/n durata 105 min. - Italia 1952. MYMONETRO Roma, ore 11 * * * 1/2 - valutazione media: 3,67 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Una perla del cinema neorealista finita nell'oblio Valutazione 4 stelle su cinque

di jos_d


Feedback: 1615 | altri commenti e recensioni di jos_d
sabato 27 giugno 2009

Nel gennaio del 1951 -questa è storia- a Roma, in via Savoia, un numero imprecisato di donne si ammassa presso un vecchio edificio per cercare di ottenere un posto di lavoro come dattilografa. Dopo aver già aspettato a lungo fuori dal cancello, le donne proseguono poi l' attesa sulle scale del palazzo dove, resesi conto che non tutte avrebbero avuto l'opportunità di sostenere l'esame, cominciano a litigare per il turno. Sottoposte ad una pressione eccessiva, le scale cominciano però a crollare sotto i loro piedi, generando così una catastrofe che costerà la vita ad una delle più giovani aspiranti dattilografe. Scritto da uno "squadrone" di sceneggiatori, fra i quali lo stesso regista ed il coautore delle fortune di De Sica, Cesare Zavattini, questo film rappresenta certamente uno dei momenti più alti del neorealismo cinematografico italiano, offrendoci un intenso quadro sulle miserie dell' Italia post-bellica presentato attraverso le storie personali di alcune delle protagoniste della triste vicenda. Sebbene infatti la circostanza in cui è maturata la tragedia (c'erano due-trecento aspiranti per un solo posto di lavoro)parli già da sola, sono però le problematiche individuali delle ragazze che fanno calare lo spettatore nel contesto di estrema povertà in cui si sviluppa la vicenda, povertà che tuttavia non prende il sopravvento sulla dignità personale: così Angelina (Delia Scala), stanca di prendere ordini, preferisce tornare in campagna a fare la contadina piuttosto che la serva per dei signorotti di città, mentre Simona (Lucia Bosè), innamorata di un artista squattrinato (Raf Vallone), preferisce rassegnarsi ad una vita di stenti piuttosto che rinunciare al suo uomo. Una curiosità cui non tutti avranno fatto caso: il film si conclude con la stessa immagine con cui era cominciato.

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