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Alla data di pubblicazione di questo film Francesco Rosi aveva già meritoriamente puntato i riflettori su alcune pagine buie della recente storia italiana (Salvatore Giuliano, Il caso Mattei) e sui perversi meccanismi della politica, basati sulla logica dell’interesse e del compromesso (Le mani sulla città). Con Cadaveri eccellenti Rosi marcia evidentemente sulla stessa linea, proponendosi di fare emergere il preoccupante quadro politico caratterizzante gli anni settanta, ovvero quel periodo storico in cui maturò quella che molti osservatori definirono come “strategia della tensione”. I propositi del regista sono dunque, come sempre, apprezzabili, tuttavia quanto alla realizzazione concreta del lavoro qualche appunto va fatto. Innanzitutto la regia è troppo lenta, facendo sembrare la pellicola più datata di quanto non sia effettivamente, e secondariamente, sebbene il messaggio di fondo si colga facilmente, l’intrigo concreto che caratterizza la sceneggiatura -ispirata al romanzo di Leonardo Sciascia Il contesto (1971)- risulta poco chiaro, lasciando lo spettatore con più dubbi che certezze.
A Roma l’ispettore di polizia Amerigo Rogas (interpretato dal sempre efficace Lino Ventura) indaga sull’assassinio di alcuni giudici molto in vista. In un primo momento pensa alla vendetta di qualcuno condannato ingiustamente, ma poi scopre che c’è molto di più....I personaggi coinvolti nel caso sono però troppo potenti e non gli permetteranno di fare scoppiare lo scandalo.
Nel cast anche due altri grandi nomi: Max von Sidow (Il settimo sigillo, L’esorcista) e Fernando Rey ( Il braccio violento della legge, Il fascino discreto della borghesia).
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