Titolo originale | Die Büchse der Pandora |
Anno | 1928 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Germania |
Durata | 131 minuti |
Regia di | Georg Wilhelm Pabst |
Attori | Francis Lederer, Louise Brooks, Fritz Kortner, Carl Goetz, Krafft Raschig Michael von Newlinsky, Marcello Mastroianni. |
Tag | Da vedere 1928 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,28 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 30 agosto 2023
Un capolavoro del cinema ispirato alle due opere teatrali di Wedekind, Il vaso di Pandora e Lo spirito della terra.
CONSIGLIATO SÌ
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Un autentico capolavoro del cinema ispirato alle due opere teatrali di Frank Wedekind, Il vaso di Pandora e Lo spirito della terra, che al momento della loro pubblicazione vennero definite immorali. Anche il film, alla sua uscita, fece enorme scalpore, pur costituendo una delle vette del cinema di Pabst 'per il complesso equilibrio tra seducente sensualità e tragico senso dell'innocenza'. La forza del film nasce principalmente dall'incontro del talento di Pabst con la presenza magica dell'americana Louise Brooks, dal leggendario casco di capelli neri. Lulù, fioraia ambulante, giovane e bella, innocente e perversa, figlia di un mendicante, intrattiene rapporti altalenanti con diversi uomini: lo speculatore altoborghese Schön, l'atleta e saltimbanco Rodrigo, il giovane figlio di Schön, il vecchio protettore Schilgoch. In Lulu tutti si perdono poiché il suo istinto non conosce mascheramenti, e gli uomini che si imbattono in lei vi riconosceranno le falsità delle loro vite e la propria perdizione. Dopo drammatiche peripezie, la vita sempre in fuga di Lulù terminerà a Londra dove, ridotta ad adescare clienti per strada, cadrà sotto i colpi di Jack lo Squartatore.
Nel film le istituzioni vengono necessariamente svelate nella loro menzogna, dall'arte al matrimonio, dal mondo degli affari alla giustizia, e se storicamente il film permette di decifrare il disagio della Germania prehitleriana, esso può anche venire letto come lo scontro tra una civiltà che mente a sé stessa per sopravvivere e l'originaria asprezza della natura umana.
LO SAPEVATE CHE...
- Ai due drammi di Wedekind sono ispirati anche un film (1919) di Arzn Crerepy con Asta Nielsen, Lulu (1962) di Thiele con Nadja Tiller e Lulu (1980) di Borowczyk. Alban Berg ne trasse invece un'opera incompiuta di cui fu data un'esecuzione in concerto nel 1937 a Zurigo e la prima rappresentazione scenica alla Biennale di Venezia del 1949.
- Louise Brooks aveva spodestato dal ruolo di Lulu una certa Marlene Dietrich, scartata perché ritenuta troppo vecchia e troppo banale.
- Negli anni '60 Guido Crepax creerà il personaggio di Valentina ispirandosi proprio alla Brooks.
Dopo aver costretto il proprio amante a rompere il fidanzamento con un'altra, una ragazza lo sposa. La sera stessa delle nozze egli le chiede di ucciderlo.
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Quanto di Lulu ci sia in Louise Brooks non è facile saperlo, anche se la sua vita privata ha probabilmente attinto molto dal rapporto con gli uomini del personaggio Lulu. Non sappiamo la storia di Lulu, il film comincia con l'arrivo del vecchio Schilgoch (che Lulù dichiara poi essere suo padre) nella casa dove vive e attende il suo amante, il Dr. Schön, il quale le dice che sta per lasciarla per sposare [...] Vai alla recensione »
Parricidio secondo Wikipedia pare significare sia uccisione del padre che di un altro parente: nella lettura di Lulu, se inteso nel senso di patricidio, esso può diventare, in una possibile delle infinite e relative analisi di questo film adatto ai palati più smaliziati, parola chiave attorno al quale si annida il centro dell'azione. Non il centro nel senso di significato del film (nel senso che l'oggetto [...] Vai alla recensione »
Autodistruttiva, colta, solitaria e dannatamente affascinante, Louise Brooks è l'icona che non è mai diventata star e in questo film quello che era la Brooks e quello che è Lulù si amalgamano lasciando solo intuire dove inizia l'una e dove finisce l'altra e seducendo -è il caso di dirlo - ulteriormente il povero spettatore incastonato nel 21° secolo; [...] Vai alla recensione »