Titolo originale | Hitsuji no ki |
Anno | 2017 |
Genere | Thriller |
Produzione | Giappone |
Durata | 126 minuti |
Regia di | Daihachi Yoshida |
Attori | Ryô Nishikido, Fumino Kimura, Kazuki Kitamura, Yûka, Mikako Ichikawa, Shingo Mizusawa Min Tanaka, Ryuhei Matsuda. |
Tag | Da vedere 2017 |
MYmonetro | 3,22 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 6 febbraio 2018
Un gruppo di assassini che ha confessato i propri reati viene mandato a vivere in un paese sulla costa. Dove avviene un omicidio.
CONSIGLIATO SÌ
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Per un bizzarro progetto di ripopolamento delle città di provincia, il comune di Uobuka accoglie sei detenuti rei di omicidio, obbligati a vivere dieci anni lì per scontare la loro pena. Un esperimento rieducativo condotto all'insaputa degli abitanti, che intanto preparano la tradizionale festa in onore di Nororo, dio-pesce la cui statua incombe sulla cittadina.
Per apprezzare al meglio The Scythian Lamb è preferibile essere già sintonizzati sulle particolari frequenze del surreale nipponico. Quelle che Daihachi Yoshida ha già dimostrato di padroneggiare con Funuke, Show Me Some Love, You Losers!, gioiello datato 2007.
Il regista parte da elementi e problematiche che appartengono alla quotidianità giapponese e li tinge di una surrealtà che è tale nello stile - dialoghi frammentari, minimalisti - e nei contenuti - la cerimonia per il dio pesce Nororo. Con una chiave interpretativa che parte dal titolo e si dipana attraverso un plot di crescente bizzarria. L'agnello di Scizia, infatti, figura mitologica di animale nato da una pianta e destinato a morire una volta separato dall'albero, prefigura il destino dei sei condannati per omicidio, per cui è difficile ipotizzare un reintegro indolore nel mondo "normale", in cui "le persone sono gentili e il pesce è delizioso", come ripete Tsukisue per descrivere le delizie di Uobuka. Maschera del contrasto tra le falsità della vita di provincia e la purezza, che confina con la patologia, dell'omicida è ancora una volta Ryuhei Matsuda, perfetto per incarnare la privazione di umanità e l'interiorizzazione completa dei sentimenti. Benché alcune caratterizzazioni si fermino alla bozza e Yoshida scelga un approccio paziente al vivo della vicenda, The Scythian Lamb convince, soprattutto grazie a un epilogo che riconduce a Shoei Imamura e alle origini arcane, da rito pagano (o lovecraftiano?), della singolarità nipponica.