Titolo internazionale | Top Floor Left Wing |
Anno | 2010 |
Genere | Commedia |
Produzione | Francia, Lussemburgo |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Angelo Cianci |
Attori | Hippolyte Girardot, Mohamed Fellag, Aymen Saïdi, Judith Henry, Michel Vuillermoz Julie-Anne Roth, Georges Siatidis, Thierry Godard, Lyes Salem, Tassadit Mandi, Fabien Aïssa Busetta, Bruno Henry, Cédric Weber, Bachir Abdellnebi, Mohamed Baatchia, Mohamed Bencer, Massimo Brancatelli, Ocine Dahman, Sofiane Dahman, Chems Dahmani, Joël Delsaut, Gilles Droulez, Frédéric Frenay, Hichem Guechi, Franck Heslon, Elie Hicheur, Natacha Koutchoumov, Damien Laquet, Stéphane Margot, Fares Ouis, Laurent Pasquier, Tim Rauhut, Benjamin Robert, Guy Robert (II), Philippe Roux (II), Norbert Rutili, Annette Schlechter, Gilles Soeder, Alexandre Séne, Driss Tebib, Sofiane Tiet, Jérôme Varanfrain, Bernard Villanueva. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 22 dicembre 2014
François deve portare a termine il suo sfratto giornaliero. Le cose cambiano quando, per errore, viene preso in ostaggio.
CONSIGLIATO SÌ
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Rampante ufficiale giudiziario, François si reca in un caseggiato popolare per notificare uno sfratto esecutivo ad una famiglia algerina. Complice una girandola di equivoci, sarà sequestrato da Aki, il figlio del signor Mohand, che nasconde in casa un chilo di cocaina per conto di uno spacciatore locale. Mentre i tre uomini si apprestano a trascorrere una costretta quanto incredibile convivenza, la polizia chiama le Forze Speciali per fronteggiare la delicata situazione.
Divertente debutto nel lungometraggio del francese Angelo Cianci, Dernier étage gauche gauche utilizza la tipica cornice della banlieu, tra immigrazione, malavita e precarietà, per raccontare il bisogno tutto umano di conoscersi l'un l'altro. Toccando le varie temperature del registro comico, dalla commedia degli equivoci fino al comico puro con tanto di gag fisiche, si procede spediti sulla strada di un'apparente spensieratezza da cui fa capolino l'osservazione della disparità sociale e di una diffusa fragilità umana. È solo l'imbattersi casuale di un sicuro uomo di legge con un padre ed un figlio che poco sanno l'uno dell'altro a schiudere, in una situazione limite com'è quella mostrata, la possibilità di tirar fuori la verità più nascosta in ognuno di loro. Così come accadrebbe in una pièce ben orchestrata. Benché il regista riesca a tener lontano la polvere del palcoscenico, alternando ciò che succede nell'appartamento con i tentativi esterni delle forze dell'ordine di salvare la situazione, la struttura principale della pellicola risulta a forte tenitura teatrale. Organizzando la progressione drammatica per "scontri binari", i due adulti coalizzati contro la maleducazione del giovane, padre e figlio avversi al conformismo del "sequestrato", quest'ultimo e Aki contro la rassegnazione dell'attempato algerino, Cianci garantisce continui ribaltamenti e sviluppi inaspettati, atti a mettere a nudo un divertente sistema di specchi che mette in gioco temi come la paternità, la sicurezza, le aspirazioni mancate. Ne risulta, in fine, un tracciato esistenziale in cui le differenze di classe non contano più, dove l'incomprensione personale sparisce sotto l'incertezza di un tempo in cui lo stereotipo ha la meglio sulla verità.
Su sceneggiatura dello stesso regista, il film risulta godibile e fresco per gran parte della sua durata sebbene, verso la seconda metà, il meccanismo mostri la corda per via di una leggera prevedibilità drammaturgica. È inevitabile che, nel reparto attori, Hippolyte Girardot spicchi su Mohamed Fellag e Aymen Saïdi.