
Titolo originale | En Solitaire |
Titolo internazionale | Turning Tide |
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 96 minuti |
Regia di | Christophe Offenstein |
Attori | François Cluzet, Samy Seghir, Virginie Efira, Guillaume Canet, Arly Jover Karine Vanasse, José Coronado, Dana Prigent, Jean-Paul Rouve, Guillaume Nicloux, François Jerosme, Emmanuelle Bercot, Philippe Lefebvre (II), Lucas Bonnifait, Laure Duthilleul, Léa Fazer, Antoine Godet, Stéphan Guérin-Tillié, Steve Suissa. |
Uscita | giovedì 21 novembre 2013 |
Tag | Da vedere 2013 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 2,76 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 25 novembre 2013
La storia dell'amicizia tra due uomini che non avrebbero mai dovuto incontrarsi e che invece, insieme, faranno il giro del mondo. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office In solitario ha incassato 517 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Yann Kermadec parte per partecipare alla Vendée Globe, una regata in barca a vela che consiste nell'effettuare il giro del mondo in solitario. Per dedicarsi a questa impresa Yann, vedovo 57enne, lascia a casa la figlia Léa, la fidanzata Marie e il collega di lavoro Franck, che avrebbe tanto voluto partecipare alla regata ma si è infortunato. È l'unica, forse l'ultima occasione di Yann di partecipare a una gara internazionale di quel livello, e lui conta di giocarsela fino in fondo, costi quel che costi.
Ma non è preparato all'incontro con alcune presenze inattese che si avvicendano a bordo della sua barca, trasformando la gara "in solitario" in un confronto fra Yann e quel mondo che, forse, la sua passione per la vela lo ha spinto fino a quel momento a evitare. La regata diventa dunque una metafora di come la vita non possa essere affrontata da soli, e come ci si debba sempre confrontare con gli altri, persino in mare aperto.
Girato all'altezza del pontile, spesso a pelo d'acqua, In solitario è un film d'azione che sposta il pathos dagli eventi esterni ai cambiamenti interiori del protagonista, concentrandosi soprattutto sulle dinamiche interrelazionali di Yann. Questo purtroppo rallenta non poco il movimento della narrazione: un problema, per un film che deve (anche) raccontare una gara di velocità.
Allo stesso modo l'introduzione degli elementi narrativi nella storia è scadenzata con una certa rigidità, come se seguisse le svolte di un format di sceneggiatura. E alcune vicende - la diagnosi a distanza di una malattia, la coesistenza di due barche non rilevata dagli osservatori della gara - appaiono davvero improbabili.
Restano valide la regia "acquatica" e la recitazione rabbiosa di Francois Cluzet, sempre efficace quando deve raccontare la battaglia interiore di un uomo che contrappone la propria natura equilibrata alle intemperanze imprevedibili della vita. Molto edulcorato appare invece il ritratto della compagna Marie, e Guillaume Canet è sottoutilizzato nel ruolo di Franck, sulla cui frustrazione di lupo di mare costretto a rimanere a riva si poteva costruire una maggiore tensione narrativa.
In solitario è un prodotto medio di buona qualità cinematografica che non scontenterà il pubblico ma non lascerà un segno profondo, anche perché almeno due film suoi contemporanei - Vita di Pi e All is lost - hanno aggiunto parecchio al tema dell'incontro-scontro fra l'uomo e il mare, in chiave cinematograficamente più memorabile.