Motel Woodstock

Film 2009 | Commedia, 121 min.

Regia di Ang Lee. Un film con Demetri Martin, Dan Fogler, Henry Goodman, Jonathan Groff, Eugene Levy. Cast completo Titolo originale: Taking Woodstock. Genere Commedia, - USA, 2009, durata 121 minuti. Uscita cinema venerdì 9 ottobre 2009 distribuito da Bim Distribuzione. - MYmonetro 2,95 su 23 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 11 agosto 2017

Un ragazzo cerca di riscattarsi durante i 'mitici' 3 giorni di Pace e Musica di Woodstock. In Italia al Box Office Motel Woodstock ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 451 mila euro e 154 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
2,95/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,83
PUBBLICO 3,03
CONSIGLIATO SÌ
La vitale epopea di Woodstock riletta da un punto di vista inusuale e nostalgico.
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 16 maggio 2009
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 16 maggio 2009

Elliot Theichberg lavora come arredatore al Greenwich Village ed è impegnato sul fronte del riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Ha però un grosso problema perchè i suoi genitori Jake e Sonia (due ebrei fuggiti dall'Europa dell'Est) stanno per perdere, a causa dei debiti, il decrepito motel che gestiscono a Catskill. Le soluzioni non sembrano a portata di mano fino a quando giunge la notizia che gli organizzatori di un'importante manifestazione musicale si sono visti ritirare l'autorizzazione dalla municipalità di Wallkill. Elliot telefona, offre il motel come base e presenta il vicino proprietario di un terreno di 600 acri. I 'mitici' 3 giorni di Pace e Musica stanno per realizzarsi.
Ci sono film d'occasione che tali sono e tali rimangono. Si sfrutta cioè l'opportunità di un anniversario per tuffarsi nella rievocazione nostalgica o illustrativa di un evento. Ricorrendo i quarant'anni da quando ebbe luogo l'epocale concerto di Woodstock si poteva pensare che un Ang Lee in surplace avesse accettato di fare un film quasi su commissione. Non è affatto così. Quasi fosse tornato alle sue origini conosciute in Occidente (ricordate Banchetto di nozze?) il regista coglie l'occasione per rileggere da un punto di vista inusuale l'epopea di Woodstock non rinunciando a uno sguardo critico, anche se sorridente, nei confronti dell'istituzione familiare.
Woodstock ha rappresentato per lui gli ultimi momenti di innocenza di una civiltà che metteva piede sulla Luna ma stava affontando un futuro carico di incognite. Il raccontare il grande evento collettivo dal punto di vista di Elliot Tiber vuol dire scegliere lo sguardo di colui che ci vide un'opportunità personale ancor prima di rendersi conto del valore che quei tre giorni avrebbero finito con l'assumere per la cultura tout court. Tiber ha scritto con Tom Monte il libro "Taking Woodstock. A True Story of a Riot, A Concert and a Life" ed Ang Lee prende le mosse dalla sua testimonianza non per raccontare il concerto (lo ha già fatto con grande adesione Michael Wadleigh che aveva tra gli aiuti un ragazzo che si chiamava Martin Scorsese) ma per descrivere una società. Lo fa attraverso una moltitudine di personaggi e di figuranti ognuno dei quali finisce con il rappresentare una delle facce di quel prisma che erano gli Stati Uniti all'epoca.
Si sorride e si ride (grazie anche alla superba caratterizzazione di Imelda Staunton nei panni della taccagna e iperattiva madre di Elliot). Ma soprattutto si percepiscono la vitalità e l'energia di un universo giovanile che, nonostante il Vietnam o forse anche grazie a quell'orrore insensato, sentiva ancora il bisogno di credere in un'utopia pacifista che sembrava però traducibile in realtà. Ang Lee non ha alcuna intenzione di proporre una lettura acritica dell'epoca. Ecco allora che al seguito dell'ideatore trasgressivo simile a un Jim Morrison in versione hippie ci sono le limousine nere da cui escono manager in giacca e cravatta. Come afferma Woody Allen si chiama Show Business perchè senza il business non c'è lo show. Alla fine resta però la sensazione di un sipario calato su uomini e donne forse ingenui ma sicuramente sinceri nelle loro aspirazioni. Una tipologia di esseri umani di cui, nonostante tutti gli eccessi loro attribuibili, il mondo ha sempre bisogno.

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MOTEL WOODSTOCK disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 10 ottobre 2009
Lisbeth

Intorno alla musica e interno alla musica,il film non celebra anniversari né racconta “come eravamo” a quei figli dei fiori,oggi anziani signori, incapaci di credere che le favole non abbiano sempre un lieto fine. Ang Lee presenta invece un pezzo di storia d’America,che poi è pure storia nostra,con le contraddizioni che abbiamo imparato a conoscere nei quaranta anni successivi,anche grazie al cinema:l’Ame [...] Vai alla recensione »

martedì 15 dicembre 2009
Fabian T.

Bisogna dirlo subito, film come "Motel Woodstock" sono sempre più rari a vedersi e il merito di Ang Lee è stato anzitutto quello di non cedere alla spettacolarizzazione o ai luoghi comuni che pullulano nel Cinema di oggi. La sua è un'opera quasi in sordina, sottile, affascinante, curatissima nei particolari, armoniosa e vagamente psichedelica. Sembrerebbe una commedia a sfondo musicale quando invece [...] Vai alla recensione »

martedì 8 ottobre 2013
Raffaele Montolivo

MOTEL WOODSTOCK. Ennesimo tentativo fallito per Lee che cerca, a quanto pare, di rendere del carisma a un altro suo film di commercio. Questo film non trova manforte nemmeno nei colori, nelle inquadrature e nelle scelte registiche: la trama scarsetta e priva di "originalità" e di "personalità"  metterebbe tutti noi di fronte alla speranza di trovare in questo [...] Vai alla recensione »

mercoledì 22 settembre 2010
volevosolodiventare

Motel Woodstock mi è piaciuto. Molto. Non urlerei certamente al capolavoro, né al film che se non lo vedi vivi peggio e in punto di morte c’hai da rimpiangerlo e augurarti che esista un UCI Cinema nell’aldilà - però è veramente, ma veramente carino. Anzi, CA-RIII-NO, con smorfia annessa.

venerdì 12 febbraio 2010
Giuseppe Marino - slowfilm

Avevo una sensazione legata ad un film visto qualche giorno fa, ma ci ho messo un po’ a ricordare quale fosse. È più o meno questa la cifra stilistica di Motel Woodstock: volatilità, scarsa consistenza. Che non sono caratteristiche negative, quanto vicine alle qualità che nel 1994 avevano fatto di Mangiare Bere Uomo Donna un film gradevole e particolare.

mercoledì 23 giugno 2010
LOMAX

Buona l'idea di base e anche la prima parte del film promette bene, ma ben presto perde di brio e di originalità trascinandosi stancamente allo scontato epilogo.

domenica 13 dicembre 2009
cannedcat

Come nella canzone di Tom Petty il futuro della mia generazione, quella dei ragazzi di Woodstock, il futuro era senza confini in qualsiasi campo e il film di Ang Lee, praticamente perfetto, rappresenta la forza di questa genrazione che veramente si è liberata in ogni senso e lo dimostra la scena epica della danza faunesca degli hippy durante la discesa dell'elicottero.

mercoledì 21 ottobre 2009
domas

Abbiamo visto il film “Motel Woodstock”, regia di Ang Lee. Tratto dal libro Taking Woodstock: A True Story di Elliot Tiber e Tom Monte. Racconta la storia autobiografica di Elliot, un giovane arredatore del Greenwich Village che torna nel modesto motel di famiglia, l’El Monaco, per l’estate per aiutare i suoi anzianotti genitori a salvare l’alberghetto dal fallimento.

domenica 18 ottobre 2009
francesca meneghetti

Riguardo su Google le immagini dello storico festival del 1969, pezzetti di realtà che compongono insieme quel caleidoscopio che fu Woodstock: hippy, pacifista, rockettaro, rivoluzionario, naturista, buddista. E le ritrovo tutte nel film di Ange Lee, che sottolinea questa pluralità di anime anche nel montaggio, quando incolla insieme, in una stessa videata, fotogrammi diversi.

martedì 29 marzo 2011
Francesco2

Credo di non esagerare se sostengo che negli ultimi dieci, o addirittura quindici anni, su Ang lee si sono costruiti due partiti. I sostenitori lo considerano un tessitore di raffinate ed intelligenti storie, come "Ragione e sentimento", che personalmente non ho mai visto , o "La tigre ed il dragone", che  come "Lussuria" intreccia la sensibilità americana [...] Vai alla recensione »

venerdì 26 marzo 2010
Vittorio

Film da dividere in due parti.... La prima ora è divertentissimo, coinvolgente, un inno alla musica e a quel periodo di grande ribellione.....poi l'ultima parte si perde in inutili qualunquismi (vedi la scena nel pulmino dove i ragazzi si drogano) e con un finale abbastanza scontato!! Comunque da vedere...

mercoledì 5 ottobre 2011
Liuk

film non eccelso ma che costruisce molto bene lo spaccato di Woodstock tanto da rimpiangere di non esserci stati. Peccato per la quasi totale assenza di musica, non avrebbe guastato.

FOCUS
INCONTRI
mercoledì 7 ottobre 2009
Tirza Bonifazi Tognazzi

Il cinema di Ang Lee, è noto, spazia tra epoche, generi e derivazioni regalando storie abitate da uomini e donne straordinari. Straordinario era lo chef/padre di Mangiare bere uomo donna che aveva perso il senso del gusto, la romantica eroina di Jane Austen in Ragione e sentimento, i cowboy amanti di Brokeback Mountain, Hulk, la famiglia disfunzionale di Tempesta di ghiaccio e straordinario è lo storico evento – la tre giorni di pace e musica già immortalata nel documentario premio Oscar Woodstock – che fa da sfondo alla nuova commedia del regista di Taiwan.

Frasi
Io so cosa sono,e questo rende tutto più facile.
Una frase di Vilma (Liev Schreiber)
dal film Motel Woodstock - a cura di Doriano
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RECENSIONI DELLA CRITICA
Elisa Battistini
Il Fatto Quotidiano

Ang Lee si diverte e regala agli spettatori un piacevole viaggio nel 1969. Con Motel Woodstock il regista di La tigre e il dragone dimostra ancora una volta il suo eclettismo e la capacità di muoversi tra i generi. Dopo i drammi che gli hanno fruttato due Leoni d'oro (Brokeback mountain e Lussuria) Ang Lee mette in scena un bel romanzo di formazione dallo sfondo leggendario, quello del concerto che [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Il raduno pop più famoso della storia visto con gli occhi di un giovanotto che non canta, non suona, non fuma erba, non porta nemmeno i capelli lunghi e vive ancora con mamma e papà. I famosi "tre giorni di pace, amore e musica" a cui si sono abbeverate almeno un paio di generazioni, rievocati da un film che osserva l'evento da lontano, come attraverso un cannocchiale rovesciato, ma ne coglie le vibrazioni [...] Vai alla recensione »

Luciana Vecchioli
L'Altro

Woodstock come non lo avete mai visto. Senza star, senza Jimi Hendrix, Janis Joplin o Joe Cocker. A quarant'anni dallo storico concerto ecco un bel film che racconta come è nato uno degli eventi più famosi della storia della musica e non solo. Tratto dal libro autobiografico di Elliot Tiber, è la storia di un ragazzo di provincia che per rilanciare il fatiscente hotel di famiglia creò le condizioni [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Niente Janis Joplin, Jimmy Hendrix o Joan Baez: il leggendario palco sul quale fra il 15 e il 18 agosto 1969 si avvicendarono le più grandi star del rock, in Motel Woodstock non si vede mai (e anche della loro musica se ne sente assai poca). Nell'affollato quadro della campagna di Bethel, NY - invasa per l'occasione da mezzo milione di ragazzi che amavano lo spinello e volevano fare l'amore e non la [...] Vai alla recensione »

Elisa Battistini
Il Fatto Quotidiano

La giovinezza è un'invenzione recente, probabilmente già consumata. Schiacciata tra l'eterna adolescenza che arriva ai 40 anni e l'età adulta che attraversa l'intera vita, come una condanna, anche quando si è bambini. Sarà per questo che ai nostri occhi, diventa sempre più necessario guardare alle nostre spalle, al momento più esaltante del XX secolo.

Alessio Guzzano
City

Come accadde che un onesto pascolo per vacche ospitò il concerto che richiamò oltre 500.000 giovani (o giovani dentro): fricchettoni, pacifisti, figli dei fiori, anarchici… E liberò energie di sesso, musica, droghe e utopie hippie nell'estate del 1969, tempo di allunaggi e di viaggi astrali. Un gay boy latente, reduce da Stonewall e in lutto per Judy Garland, si fa il mazzo nel fallimentare motel di [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
Liberazione

Altro che concertoni e megaraduni. Che siano organizzati da sindacati o sponsorizzati da una birra, sono tutti figli del mito di Woodstock, tre giorni di pace, amore e musica entrati nella storia (erano quasi quattro, contando che Jimi Hendrix suonò all'alba del quarto davanti ai "soli" 80.000 che avevano resistito). Quei giorni furono gli ultimi di una rivoluzione uccisa a colpi di pistola - Bob Kennedy, [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Pace, amore e musica: è questo il "santino" ufficiale della tre giorni di Woodstock, punto di svolta nella vita della generazione "che fece il '68".Già,ma quale fu il dietro le quinte di quel colossale, storico raduno? Ang Lee cerca di raccontarcelo in Motel Woodstock, concentrando la sua attenzione su un intraprendente giovanotto del luogo. Oppresso da una mamma quanto mai tirchia e possessiva, convinto [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Ferragosto 1969 arrivò nell’eco dello sbarco - reale o simulato, come sostiene il film Capricorn One? - americano sulla Luna e delle bombe, quelle reali, sul Vietnam e sulla Cambogia. Capo dello Stato in Italia era Saragat: per fargli piacere, la Rai fingeva che l’Italia fosse una socialdemocrazia scandinava. La primavera ’68 era passata solo per il calendario, in attesa del autunno caldo del ’69. [...] Vai alla recensione »

Jean-Luc Douin
Le Monde

"Hôtel Woodstock" : la philosophie Woodstock vue avec le regard généreux d'Ang Lee En août 1969 eut lieu le plus grand festival rock de l'histoire, attirant 500 000 jeunes pour "trois jours de paix et de musique" autour d'une scène où défilèrent entre autres Joan Baez, Joe Cocker, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Santana, The Who et Crosby, Stills, Nash and Young.

Mariuccia Ciotta
Il Manifesto

In concorso, Taking Woodstock di Ang Lee, il regista camaleonte di Taiwan, che va e viene spericolatamente da generi e stili. Dopo i cowboy amanti di Brokeback mountain (2005) eccolo alle prese con la cultura hippie nel film che rifà il verso al celebre documentario di Michael Waldeigh Woodstock - Tre giorni pace, di amore e musica ('70), realizzato sul concerto-evento del '69.

Peter Travers
Rolling Stone

Bright idea having the indisputably great director Ang Lee take us back to the garden to find the grit, grace and innocence that marked the Woodstock Music Festival in Bethel, New York, 40 years ago this month. Not so bright having the script by the estimable James Schamus focus on the sexual coming-out of Elliot Tiber (Comedy Central's Demetri Martin), whose failing family motel in the Catskills played [...] Vai alla recensione »

Betsy Sharkey
The Los Angeles Times

There are roughly half a million valid Woodstock stories, personal ones of lives transformed by the three days of peace, love, drugs, music and mud experienced by the masses who made their way to Max Yasgur's Catskills dairy farm for the legendary festival in the summer of '69. Director Ang Lee has chosen just one for "Taking Woodstock," a meticulously rendered and achingly authentic portrait of a [...] Vai alla recensione »

Karen Schoemer
The New York Times

JAGAT PANDEY and his wife, Asha, owners of the Valley Rest Motel here, stood forlornly next to their garage. Although most of their property was well maintained — neatly trimmed grass, freshly painted brick-red doors, newly gleaming paneling in the front office — one wall looked atrocious. Paint peeled on the clapboard. The window was caked with grime.

Michele Anselmi
Il Riformista

Bando alla nostalgia, cari cinquantenni o giù di lì. Il triplo album originale in vinile, se lo conservate ancora insieme al giradischi, lasciatelo per quando tornate a casa dopo aver visto Motel Woodstock. Esce oggi il bizzarro, toccante, non ricattatorio film di Ang Lee che, a partire dal titolo, si confronta con la memoria dell'epico concertone. Lo fa nel modo più intelligente: senza mostrare neppure [...] Vai alla recensione »

Piera Detassis
Panorama

Titolo azzeccatissimo nella traduzione italiana, perlomeno uno non si fa delle idee. Insomma, il film di Ang Lee non liscia il pelo ai nostalgici di Woodstock, di quell'epoca tutta droga e rock'n'roll, ma è proprio il microcosmo del fatiscente motel, investito dall'onda d'urto degli hippy, il cuore (ma un po' troppo angusto) della pellicola. Siamo a Catskills Town, N.

Valerio Caprara
Il Mattino

Ang Lee non è un cineasta raffinato, ma accattivante sicuramente sì. Lo conferma «Motel Woodstock», passato in concorso all'ultimo festival di Cannes, in cui il taiwanese americanizzato si propone di celebrare con adesione un po' posticcia il mito della controcultura americana fine anni sessanta: sia pure non incluso (caso raro) nella lista dei premiati, il film ripropone infatti un'atmosfera, un'ambientazi [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Com'era Woodstock prima di Woodstock? Non ve lo siete mai chiesti, vero? Era un paesino di campagna presso New York, già frequentato da rockettari (Bob Dylan aveva una casa, la Band vi aveva inciso Music from Big Pink), ma sonnacchioso e tranquillo. Poi, nell'estate del 1969, il giovane Elliott Tiber (nel film si chiama Teichberg) lesse su un giornale che un paesino vicino, Walkill, si era rifiutato [...] Vai alla recensione »

Paola Casella
Europa

Il taiwanese naturalizzato yankee Ang Lee, già regista di I segreti di Brokeback Mountain e La tigre e il dragone, ha partecipato in concorso a Cannes con questo ritratto dell'America fine anni Sessanta, ricostruendo la storia (vera) della famiglia proprietaria di un motel che diventò il quartier generale del concerto rock più famoso del secolo. Come al solito Lee usa la trama per fotografare una società [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

C 'è ancora qualcuno che crede che a Woodstock, nel '69, ci siano stati «tre giorni di pace, amore e musica». E Ang Lee, regista premio Oscar e Leone d'oro, autore di film famosi (La tigre e il dragone, Brokeback Mountain, Lussuria, Hulk), taiwanese a Hollywood, grande eclettico del cinema moderno. Ovviamente Lee, a Woodstock, non c'era: «Leggevo i giornali, e amavo il rock'n'roll.

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Woodstock non fu a Woodstock. Il più grande festival rock della storia, nell'agosto 1969, con mezzo milione di ragazzi per 'tre giorni di pace e di musica', con Joan Baez, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Joe Cocker, Santana, Who, Nash and Young sul palco, ebbe luogo in realtà a Berhel nei Carskill a nord dello Stato di New York. A una sessantina di chilometri sta Woodstock, sede dello studio di registrazione [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Woodstock, Stato di New York, un mese circa dopo lo sbarco sulla Luna, mentre - sotto la prima presidenza di Nixon - gli Stati Uniti fanno gli ultimi tentativi per piegare il Vietnam del Nord. Già minato per la reazione di massa (un americano su quattro ha meno di venticinque anni) alla coscrizione obbligatoria, il fronte interno vacilla. Non è solo Hollywood, come accade oggi, a insorgere contro [...] Vai alla recensione »

NEWS
LIBRI
lunedì 26 ottobre 2009
Fabio Secchi Frau

La recensione *** Non si muore dal ridere, ma poco ci manca. "Taking Woodstock – L'avventura eroicomica del ragazzo" che salvò il Festival, è uno dei libri più freschi che siano in circolazione nelle nostre librerie.

NEWS
venerdì 15 maggio 2009
Paola Monticelli

La 62esima edizione del Festival di Cannes sembra ormai entrata nel vivo. Nel secondo giorno sulla Croisette, il primo di una competizione a colpi di ciak che si sta facendo agguerrita, Francis Ford Coppola ha letteralmente rubato la scena.

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