Titolo originale | Fighting Tommy Riley |
Anno | 2004 |
Genere | Drammatico, Sportivo |
Produzione | USA |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Eddie O'Flaherty |
Attori | Eddie Jones, J.P. Davis, Christina Chambers, Diane Tayler, Paul Raci, Don Wallace Scot Belsky, Michael Bentt, Adam Harlan, Adrian Vatsky. |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 4 agosto 2014
Marty Goldberg è in cerca di un'occasione per tornare a respirare l'atmosfera della boxe agonistica. Trova Tommy, un giovane pugile dal talento inespresso.
CONSIGLIATO NÌ
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Tommy Riley è un pugile rabbioso e di poco conto, sfruttato dagli allenatori come sparring partner, in lui l'allenatore Marty Goldberg vede del talento e decide di prenderlo sotto la sua ala. I due stringono un legame forte e nel preparare un incontro importante, in ritiro in una baita di montagna un contatto di troppo svela a Tommy l'omosessualità di Marty, motivo per il quale anni prima era stato costretto ad uscire dal giro della boxe e a non poter combattere per il titolo. Contemporaneamente al pugile cominciano ad arrivare le prime offerte importanti.
La storia produttiva di The fight non è troppo diversa da quella di Rocky, ovvero un attore protagonista (in questo caso J.P. Davis) che scrive anche la sceneggiatura del film, una storia di boxe che in realtà serve a raccontare altro e un regista terzo che la mette in scena.
Come spesso avviene anche in The fight il pugilato asseconda la propria mitologia, cioè è metafora perfetta dello spirito statunitense per il quale la vita è fatta d'inevitabili cadute ma ogni volta che si va al tappeto ci si può rialzare nuovamente, sempre con la possibilità di vincere l'incontro. Tuttavia, invece che mettere ogni cosa al servizio della storia di passione e redenzione di un perdente cronico, un emerginato dalla società, condannato a macerare nell'autocommiserazione, Davis la usa per raccontare un rapporto di bromance che non ha paura di smarcare l'omosessualità.
Pugile e allenatore stringono un rapporto forte e importante che è minacciato dalla scoperta dell'omosessualità di uno dei due. L'idea è molto interessante ma il difetto del film salta fuori nelle scene più delicate, in cui invece che lavorare con grazia, la sceneggiatura procede come un elefante e poco può fare la regia (di certo più accorta e minimalista) di Eddie O'Flaherty.
Nonostante sia difficile da notare nell'edizione italiana, che flagella ogni scena con un doppiaggio al di sotto degli standard accettabili, capace di rendere insipidi anche i momenti migliori, The fight ha un ritmo asciutto e nelle scene più riuscite un modo di raccontare diretto e senza troppi giri di parole (non è un caso che per quasi tutto il film non ci sia colonna sonora, anche quando sarebbe più facile inserirla). Ma più la parabola del pugile e del suo allenatore si distende e procede verso la conclusione, più i presupposti sembrano essere traditi e l'interesse scema. Come se arrivati a due terzi del copione non si sapesse come chiudere quel che si è iniziato The fight si spegne malissimo, in uno stillicidio di sentimentalismo esibito che è totalmente fuori luogo nel cinema secco e virile dello sport, in cui si può piangere moltissimo ma mai a comando.