Titolo originale | Champagne |
Anno | 1928 |
Genere | Thriller |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Alfred Hitchcock |
Attori | Betty Balfour, Gordon Harker, Jean Bradin, Ferdinand von Alten, Clifford Heatherley Jack Trevor, Marcel Vibert, Theo von Alten, Claude Hulbert. |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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CONSIGLIATO SÌ
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Penultimo film del periodo muto non particolarmente appreazzato dallo stesso Hitchoch che lo definì il film più brutto della sua carriera. Giudizio forse troppo duro per un film leggero, alle volte veramente spumeggiante, con molte invenzioni visive w narrative. Un'opera ricca e godibile che però non convinse neppure la critica che lo definì una coppa di champagne rimasta sotto la pioggia per tutta la notte.
l film successivo a La moglie del fattore fu Champagne, penultimo del periodo muto di Hitch. Secondo la testimonianza dei biografi, non è del tutto chiaro di chi fu l'idea del soggetto, se del produttore John Maxwell (come racconta Taylor) o dello sceneggiatore Walter Mycroft (come riferisce Spoto). I ricordi di Hitchcock in proposito sono piuttosto vaghi. Ad ogni modo, nell'intervista a Truffaut, il regista rammenta che - sulla base del suggerimento avuto' - egli elaborò un'idea: "Avevo immaginato di mostrare la ragazza che lavora a Reims e inchioda casse di champagne. Tutto questo champagne viene caricato sopra dei treni e lei non ne beve mai, lo guarda soltanto. Poi sarebbe andata in città e avrebbe seguito il percorso dello champagne, i locali notturni, le serate, naturalmente ne avrebbe bevuto e finalmente sarebbe tornata a Reims per riprendere il suo mestiere e non avrebbe avuto più alcuna voglia di bere dello champagne". Ma il taglio moralistico della vicenda (che in parte ricorda Downhill - Il declino) non fu apprezzato dalla produzione (che inoltre premeva per dare un ruolo più brillante alla diva prescelta, Betty Balfour) e la sceneggiatura fu quindi affidata soprattutto a Mycroft, con risultati per il regista assai poco soddisfacenti. All'uscita del film anche la critica non si mostrò entusiasta e qualcuno lo giudicò come "una coppa di champagne lasciata sotto la pioggia per tutta la notte". Come in seguito sarebbe accaduto anche per Murder! - Omicidio, del film fu girata anche una versione tedesca, Champagner (sempre con la Balfour), sulle cui modalità di realizzazione non si hanno però notizie precise; diversamente da Murder! però non fu Hitchcock a dirigerla, ma il regista di origine ungherese Géza von Bolvàry.
"È probabilmente il "più brutto film che io abbia mai fatto" ebbe a dire seccamente Hitchcock a Truffaut a proposito di Champagne, molti anni dopo averlo realizzato. "Penso che sia ingiusto con se stesso" ribatté il regista francese, aggiungendo: "Era un film pieno di invenzioni". Aveva ragione Truffaut. Champagne è un film leggero, dalla trama poco consistente, non propriamente nelle corde di Hitch. Tuttavia alcune invenzioni visive e la comicità di certe situazioni lo rendono ancor oggi - per chi sa sintonizzarsi con il linguaggio e lo spirito del cinema muto - un'opera fresca e godibile.
Fra le numerose gag e scenette divertenti vai la pena di ricordarne alcune: il ricco magnate che legge inviperito i giornali che raccontano dell'avventura della figlia, fumando nervosamente; Betty e Jean che amoreggiano sulla nave sotto gli occhi severi o divertiti della gente; la sequenza della nave che ondeggia causando il mal di mare alla ragazza e soprattutto a Jean; le scene in cui Betty si cimenta come casalinga che si concludono con la divertente immagine di Jean che si allontana senza accorgersi che sulla parte posteriore della giacca la ragazza ha inavvertitamente lasciato le impronte delle mani sporche di farina; la sequenza finale tutta giocata su equivoci e con movenze da comica...
Interessanti poi, come si diceva, alcune soluzioni visive e narrative, segno di un talento 'che ama sperimentare: le ripetute immagini di coppe o bottiglie di champagne, la cui presenza costituisce una sorta di contrappunto per tutto il film; le inquadrature iniziali e finali della coppa di champagne "bevuta" dalla macchina da presa; da notare anche il gioco delle immagini che si intravedono attraverso il fondo della coppa inclinata: una coppia di ballerini all'inizio; Betty e Jean che si baciano alla fine); l'immagine di Betty che si triplica agli occhi di Jean sofferente di mal di mare; la soggettiva del padre che guarda la figlia mentre lei si avvicina sempre più per baciarlo, fino a toccare con le labbra l'obiettivo della macchina da presa (seguita da un'inquadratura speculare in cui la soggettiva è quella di lei e la macchina da presa si allontana dal volto del padre); le inquadrature in cui Betty pare sedotta dal barone, riprese senza soluzione di continuità narrativa rispetto alle altre, in modo che lo spettatore le prende per "vere": solo alla fine un primo piano dell'attrice che sembra come riscuotersi da un sogno fa capire che si è trattato semplicemente di una paurosa fantasia. Questa scena è rivelatrice perché dimostra: 1) che Hitchcock già all'epoca era perfettamente consapevole del fatto che il linguaggio cinematografico ha un suo codice comunicativo (che si era venuto formando soprattutto negli anni '10 e '20); 2) che egli intendeva avvalersi di questa consapevolezza per giocare con le aspettative dello spettatore ed, eventualmente, spiazzarlo. Come del resto avrebbe fatto poi nel corso di tutta la sua straordinaria carriera.
TABARIN DI LUSSO disponibile in DVD o BluRay |
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