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Ogni anno una vecchia e potente signora riunisce a cena nel suo castello tra i monti i notabili del luogo, chiamati a riverirla. Il film è stato premiato al Festival di Venezia,
CONSIGLIATO SÌ
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Ogni anno una vecchia e potente signora riunisce a cena nel suo castello tra i monti i notabili del luogo, chiamati a riverirla. Una cerimonia sfarzosa alla quale assiste estasiato un giovane aiuto cameriere, Libenzio, candido figlio di contadini. Man mano che la cena procede, Libenzio si avvede però delle meschinità e delle umiliazioni cui i convitati sono costretti per conservare il loro potere; l'atmosfera del castello che gli sembrava invidiabile, gli appare ora soffocante, finché all'alba fugge per correre nei prati a respirare aria pura e libertà. Vigorosa metafora di Olmi contro il potere, a cui contrappone la genuinità del suo prediletto mondo contadino.
LUNGA VITA ALLA SIGNORA! disponibile in DVD o BluRay |
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Scelti fra i migliori del loro corso, cinque allievi di un istituto professionale (tre ragazzi e due ragazze), vengono inviati in un imponente maniero di montagna adibito ad albergo di lusso, per servire ai tavoli di una cena di gala che si svolge in onore di una nobile ed anziana signora. Tra una corte di servitori arrivisti, la rigida gerarchia dell'organizzazione alberghiera e la tetra atmosfera [...] Vai alla recensione »
Una grande cena in un castello un gruppo di giovani allievi di una scuola alberghiera un giovane adolescente di famiglia umile, Libenzio La cena sarà l'occasione per Libenzio di capire che il mondo del castello non è il suo mondo e che non è poi così bello come credeva Il giovane Libenzio fuggirà nella notte Grande la fotografia
La signora sta a capotavola nel pranzo dei potenti e dei complici, che occupa quasi completamente il film di Olmi, Lunga vita alla signora: non parla, non mangia, beve poche gocce con la cannuccia d'oro, forse non esiste neppure, è il simulacro di una prepotenza originaria, un pretesto per andare a tavola. Tra i camerieri avventizi (i giovani diplomati di una scuola alberghiera), il timido Libenzio [...] Vai alla recensione »