Continua l'iniziativa Il lunedì del cinema a cura di Repubblica e MYmovies per il cinema di qualità in streaming. Una sala cinematografica virtuale pronta ad accogliere gli iscritti di MYmovies con una selezione ricercata di titoli da vedere (o rivedere) insieme dalle 20:00 a mezzanotte. Per questo lunedì 15 luglio il film scelto è Regine del campo. 

Energico, buffo, a suo modo divertente, Regine del campo è un film motivazionale che punta dritto al senso di comunità, dello stringersi assieme attorno allo stesso obiettivo, superando le differenze. Il film di Mohamed Hamidi è una commedia semplice e adatta a tutta la famiglia sulla bellezza del calcio amatoriale, in cui un allenatore, interpretato dal sempre credibile Kad Merad, si ritrova con i giocatori della sua squadra tutti sospesi per via di una rissa in campo. Per salvare il nome della squadra e ciò che ne resta, prende una decisione inattesa: chiama a raccolta tutte le donne più volitive e allenate della città per trasformarle in un’agguerrita squadra pronta a tutto. 
 

Tra loro c’è Laure Calamy, attrice lanciata dalla serie Dix pour cent (Chiami il mio agente!) e garanzia di una commedia raffinata, che sa toccare le giuste corde, specie nel raccontare la liberazione delle donne pronte a ribellarsi ai mariti che le vorrebbero a casa, a badare alla cucina o alla prole. Profondamente antidiscriminatoria, la commedia del cineasta franco-algerino Hamidi, risulta godibile e si lascia ben vedere. 
 

Perché riesce nell’intento di far comprendere chiaramente a chi guarda che non esiste un unico genere nello sport, così come nell’intenzione comune di puntare allo stesso obiettivo: si è tutte e tutti pari, compagni, comunità. 

C’è anche il tema, solo sfiorato e con la leggerezza di cui sopra, dell’integrazione, con una campionessa mancata di calcio straniera, che vive con un bracciale elettronico alla caviglia e lotta per la custodia di sua figlia. Sfiorare i temi passandoci attraverso con lievità è proprio la cifra scelta dal regista, che lungi dal voler firmare un’opera di denuncia o un film sull’emancipazione femminile, finisce per confezionare una commedia che strizza l’occhio a una serie di temi e circostanze dell’attualità, ma che punta soprattutto a intrattenere lo spettatore.

Di qui le gag divertenti e spesso buffe, le battute acide tra coniugi, un infarto simulato, una ragazza che dice chiaramente: «Un tempo maschi e femmine erano divisi e il calcio era solo per maschi. Oggi è tutto cambiato, per fortuna». 

Regine nel campo testimonia sin dal titolo questo cambiamento, mettendo in scena con bonarietà priva di pretese la complessità dell’universo femminile, chiamato a rivestire più ruoli: le giocatrici sono (in gran parte) mogli, madri, lavoratrici instancabili, oltre che amiche e giocatrici di calcio per diletto o per improvvisazione.

Una molteplicità che il film sa raccontare con un sorriso, ricordando chi guarda che dietro a un goal, anche mancato, c’è tanto altro. In questo caso un’intera squadra di donne pronte a dimenticare per 90 minuti i propri problemi per concentrarsi su un unico obiettivo, che non è neanche vincere, ma dimostrare che tutte e tutti devono essere messi in condizione di giocare – al gioco della vita, di cui il calcio qui è metafora - con dignità e pari diritti.