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Mescalito Biopic Fest, Be Water e Slalom vincono la seconda edizione

La giuria del Festival, svoltosi quest'anno sia in presenza che in streaming su MYmovies, premia i lavori di Bao Nguyen e Charlène Favier. Io lo so chi siete e La ciudad de las fieras sono i titoli premiati dal pubblico. Tra i corti trionfa Non ti scordar di me di Giuseppe Petruzzellis & Fabio Marin.

Jérémie Renier (43 anni) 6 gennaio 1981, Bruxelles (Belgio) - Capricorno. Interpreta Fred nel film di Charlène Favier Slalom.
mercoledì 17 novembre 2021 - mymovieslive

Il Mescalito Biopic Fest - svoltosi quest'anno al Cinema dei Piccoli, il più piccolo cinematografo del mondo, e in streaming su MYmovies - annunciati i vincitori della sua 2a edizione.

A giudicare le opere in concorso una giuria di esperti che ha assegnato il Premio al Miglior Film Lungometraggio, al Miglior Documentario e al Miglior Cortometraggio. Giurati dell’edizione 2021: il regista Cristiano Anania, le registe Mujah Maraini-Melehi, Victoria Yakubov, Marisa Vallone, il giornalista Stefano Coccia, lo sceneggiatore e regista Matteo Scifoni, il produttore Xavier Guerrero, il montatore e filmmaker Alessandro Giordani. Al Mescalito Biopic Fest anche il pubblico è giurato con il compito di assegnare gli stessi premi della giuria ufficiale per i Miglior film lungometraggio, Documentario e Cortometraggio.

MIGLIOR DOCUMENTARIO
Be Water di Bao Nguyen (Regno Unito) perché “nel documentario troviamo la storia dell'uomo e la nascita del mito Bruce Lee, ma anche uno spaccato della società americana dell'immediato e del primo dopoguerra e del mondo di Hong Kong, allora colonia britannica incastonata nel territorio cinese; un incastro perfetto di vita, storia, immagini d'epoca e testimonianze dirette, una danza fluida che non solo dà risalto alla leggenda ma mette altresì in luce la grande forza di Bruce Lee: "si acqua, amico mio, informe e senza limiti”.

Premio del pubblico:
Io lo so chi siete di Alessandro Colizzi (Italia) perché “rappresenta le memorie di un dolorosissimo fatto di cronaca che è anche monito contro lo spazio concesso alle Mafie. Alla loro crudeltà. Il film si pone al servizio di un uomo pieno d'amore e di dignità, come Vincenzo Agostino, padre del giovane poliziotto che venne ucciso assieme alla moglie in una vile imboscata. Le testimonianze raccolte sono tutte molto toccanti. E anche se lo spirito di denuncia tende a prevalere sul resto, la regia di Alessandro Colizzi qualche momento in cui liberare lo sguardo se lo concede anche, come nella sequenza iniziale incentrata sulla commemorazione in riva al mare”.


MIGLIOR FILM DI FINZIONE
Slalom di Charlène Favier (Belgio, Francia) “per la costruzione ruvida, spigolosa, di rapporti umani in cui lo spirito di sopraffazione, una sopraffazione psicologica prima ancora che fisica, riesce a far breccia in determinati ambienti. Nello specifico un ambiente sportivo tratteggiato di rado sul grande schermo, come quello dello sci alpino. E nota di merito per la giovane protagonista, capace di esprimere turbamenti, aspirazioni e impulsi adolescenziali con intensità non comune. Non un film sullo sport, dunque, ma sulla ricerca del proprio io, della propria identità, e anche del proprio corpo e della propria sessualità”.

Premio del pubblico:
La Ciudad De Las Fieras di Henry Rincon (Colombia) perché è “brutale, urticante, livido, ma anche profondamente umano e poetico. Il difficile transito verso l’età adulta. Le amicizie e i primi amori. Il senso della perdita, lancinante e crudele. Piccoli riti di passaggio da affrontare senza starci a pensare due volte. La rabbia profonda di adolescenze tremendamente complicate espressa poi attraverso il rap, col momento anch’esso rituale della “battle” a sancire la popolarità e i rapporti di forza tra i ragazzi del barrio. Tutto poi filtrato attraverso la difficoltà di preservare un po’ di dignità, di candore, lungo le stradine polverose, violente e caotiche di una Medellin dove la risposta dei più consiste nel prendere subito la direzione opposta, fatta di ferocia, prepotenza e cinismo”.


MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Non ti scordar di me di Giuseppe Petruzzellis & Fabio Marin (Italia) “per lo struggente lirismo delle immagini che, senza mai risultare retoriche, riescono a rappresentare la condizione esistenziale dei malati di Alzheimer e quel loro rapporto col mondo, destinato a farsi ogni giorno più faticoso, allucinato, complesso, foriero quindi di turbamenti destinati a coinvolgere anche le persone più care. Tra video-arte e home movie, si snoda un percorso che finanche a livello formale restituisce dignità e profondità al tema”.

Premio del pubblico:
From Trash To Treasure: Turning Negatives Into Positives di Iara Lee (Usa) perché ritenuto “magnetico. Caleidoscopico. Incredibilmente ricco di colore e di musica. In poco più di venti minuti riesce ad affrescare svariate realtà presenti in una piccola nazione africana, il Lesotho, della quale in Occidente si sa poco o nulla. E se qualcosa esce fuori sono quasi sempre l'estrema povertà e i tanti problemi sociali. Ma ciò che emerge invece dal cortometraggio è l'ingegno dei più giovani, la loro volontà di combattere per i diritti civili, di recuperare in modo creativo le tradizioni degli antenati. Proprio vero quello che diceva De André: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.


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