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Giornate degli Autori, il GdA Director’s Award 2021 a Imaculat

Il film di Monica Stan e George Chiper-Lillemark è ancora disponibile in streaming su Biennale Cinema Channel.
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venerdì 10 settembre 2021 - Mostra di Venezia

Tra i dieci film in concorso Imaculat di Monica Stan e George Chiper-Lillemark è il vincitore del GdA Director’s Award 2021 alla diciottesima edizione delle Giornate degli Autori. Il film è disponibile per la visione in streaming su Biennale Cinema Channel fino a domenica 12 settembre.
 

Il premio è stato assegnato dalla giuria 27 Times Cinema, costituita da giovani rappresentanti di ciascun paese della Comunità Europea e presieduta dalle registe Mina Mileva e Vesela Kazakova nel corso di una riunione plenaria trasmessa in streaming sulla pagina Facebook delle Giornate degli Autori.

Tutte le riunioni di giuria sono state moderate da Karel Och, direttore del festival di Karlovy Vary, che ha condotto le discussioni accompagnando le giurate e i suoi giovani colleghi a decretare il vincitore. 

Il GdA Director’s Award ha un valore di 20.000 euro: metà destinata al regista, metà al venditore internazionale del film, per aiutarne la circolazione.

Quando Daria entra in un centro di riabilitazione per disintossicarsi dalla droga, una dipendenza ereditata dal suo primo amore, quell’aura di innocenza la salva dalle avance sessuali degli altri pazienti, per lo più maschi, e le fa guadagnare la loro protezione. Dietro il piacere di tutte queste lusinghe, però, si nasconde un caro prezzo da pagare che la giovane scopre immediatamente.  

“Avevo 18 anni quando sono finita in riabilitazione”, ha detto Monica Stan nelle sue note di regia, “Ero sorpresa, stavo bene in quel posto. Nel mio ambiente borghese ero quella corrotta. Là, in mezzo agli altri tossicodipendenti, ero vista come una speciale. Da adolescente insicura, ho abboccato immediatamente alle lusinghe. L’immagine che gli altri hanno di noi può sedurci al punto da identificarci con essa, finché non ci rendiamo conto dolorosamente che si tratta di un’illusione pericolosa”.

“Leggendo la sceneggiatura di Monica sono stato attratto dalla relazione tra il continuo chiacchiericcio e il desiderio dolorosamente concreto di vicinanza”, ha aggiunto George Chiper-Lillemark, “Per dirla in altri termini, le parole creano un velo ingannevole di intricate dinamiche di potere e di genere in contrasto con i corpi che si attardano, a volte abbandonati in un’unione calda e totalizzante.”


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