Advertisement
Lubitsch 'vuole vivere' ancora

Il festival di Locarno ritrova il grande regista tedesco.
di Nicoletta Dose

L’occasione da non sprecare
Ernst Lubitsch 28 gennaio 1892, Berlino (Germania) - 30 Novembre 1947, Los Angeles (California - USA).

martedì 17 agosto 2010 - Approfondimenti

L'occasione da non sprecare
A sipario chiuso, a premiazioni fatte e a somme tirate, il festival di Locarno continua a creare riflessioni sul cinema. La ricchissima retrospettiva su Ernst Lubitsch ha lasciato un bel ricordo in tutti quegli spettatori curiosi che, anche solo grazie alla proiezione di un film, si sono innamorati del grande regista di origine berlinese. Vogliamo vivere, film dirompente del 1942, proiettato sul grande schermo di Piazza Grande, ha attirato l'attenzione degli appassionati e dei novelli interessati a Lubitsch, rimasti ad assistere al film anche sotto qualche goccia di pioggia. Il sarcasmo, formalmente leggero ma tagliente nei contenuti, del capolavoro è una dote rara che vive spesso solo nelle grandi menti raffinate. Quando si incontra però, poi diventa difficile farne a meno. Come una malattia, il senso dell'ironia vive anche del malessere sociale e delle grandi tragedie, dimostrando però come la risata abbia una forza incredibile, sia capace di raccontare e divulgare, rimanendo inattaccabile dai poteri forti. In questo inghippo si è creata la polemica attorno a Vogliamo vivere, colpevole, secondo i bistrattatori del tempo, di aver denigrato e maltrattato la Storia, rendendola ridicola e volgare. Solo qualche tempo dopo, quel geniale 'tocco alla Lubitsch' diventa motivo di ammirazione da parte di critica e pubblico. E ora gode di un prestigio giusto, seppur limitato. Chi non studia cinema, non conosce Lubitsch. Ma chi è passato a Locarno durante il festival, ha avuto modo di sentire quel nome, di conoscerlo e di rimanerne conquistato.

Ironia del passato, sarcasmo del presente
La farsa intrisa di amarezza di Mancia competente (1932), uno dei film ispiratori della poetica di Woody Allen, come il pungente e apparentemente pudico ribaltamento del codice dell'operetta de La vedova allegra (1934), colpiscono per l'abilità di far sorridere e riportare a misura d'uomo il tema nobile dell'amore. In seguito realizza due film divenuti fenomeni di culto: nel 1937 dirige Marlene Dietrich in Angelo con l'indimenticabile scena del pranzo, compendio della cifra stilistica del regista, e nel 1939 ingaggia Greta Garbo per Ninotchka riuscendo a farla ridere, dopo anni di ruoli seducenti e profondi ma irrimediabilmente seri. Piccoli miracoli del mondo dello spettacolo che ci fanno capire la grandezza di quei personaggi, capaci di mettersi in discussione, amare le potenzialità del dubbio, giocare con i propri difetti. Lubitsch è un maestro che non dovrebbe restare muto in un archivio ma continuare a vivere, parlando anche alle generazioni più giovani. Quel particolare senso della realtà è come un gioiello prezioso ricevuto da una persona cara. Va custodito con affetto e non va mai dimenticato.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati