La biondissima e spigliata Constance Bennett è stata una delle migliori attrici del suo tempo, raffinata e spiritosa, a suo agio sia in ruoli brillanti che sentimentali e drammatici. Figlia di attori, e sorella della celeberrima Joan e della meno nota Barbara, Constance cresce con un carattere ribelle e indipendente, che la farà approdare con tenacia e caparbietà sul grande schermo, in un film del 1924 prodotto da Samuel Goldwyn, dal titolo Cytherea. Nel 1925, di punto in bianco, l'attrice abbandona il cinema per sposarsi, ma vi farà ritorno appena divorziata nel 1929, in piena epoca del sonoro. E sarà proprio con il sonoro che la sua carriera prenderà il volo. Il nuovo mezzo di ripresa infatti, si rivela ben più adatto alle sue qualità recitative, e alla sua indimenticabile parlantina, capace di esilaranti e dissacranti sproloqui. Col sonoro poi, si afferma una nuova figura della donna, che da maschietta dell' "Età del Jazz" o tetra donna fatale, ora acquista fattezze più reali. Si fa largo così l'immagine di donna indipendente, desiderosa di utilità sociale e di libertà dal predominio del maschio, pur preservando la sua femminilità. E Constance Bennett rappresenta proprio questo nuovo tipo di donna - che pervade non solo sugli schermi ma anche nella realtà, naturalmente - indipendente e tenace, senza peli sulla lingua, capace di sbalorditive "sguaiataggini" quanto di incantevoli dolcezze. Sarà la commedia Common Clay (1930) di Victor Fleming, a lanciarla come brillante interprete di commedie sofisticate. Ma il film che le eleggerà a ruolo di star sarà What Price Hollywood? (A che prezzo Hollywood?, 1932) di George Cukor. L'attrice vi interpreta il ruolo di Mary Evans, una graziosa cameriera che aspira a diventare una diva del cinema, e ci riesce grazie all'aiuto di Max, un brillante regista del quale si innamorerà, tanto da divenirne la compagna. La scalata al successo della ragazza però, coincide col declino del suo pigmalione, rovinato sempre di più dall'alcool. Ma l'amore e la riconoscenza di Mary non salveranno Max dal suicidio. Il film - che ispirerà il successivo A Star is Born (È nata una stella), diretto nel 1937 da William A. Wellman, e da Cukor in una migliore versione nel 1954 - è una cruda e sferzante satira allo "studio system" hollywoodiano, e un "cinico" ritratto della vera vita delle star del mondo della celluloide. Constance Bennett regala una splendida interpretazione, carica di brio e vivacità, ma che al contempo è velata di una profonda sofferenza e di una delicata sensibilità. Seguono per l'attrice ruoli di primo piano in commedie sofisticate di alto livello, come Bed of Roses (Letto di rose, 1933) di Gregory La Cava, After Tonight (Dopo quella notte, 1933) di George Archainbaud, The Affairs of Cellini (Gli amori di Benvenuto Cellini, 1934) di Gregory La Cava, Topper (La via dell'impossibile, 1937) di Norman Z. McLeod, e Two-Faced Woman (Non tradirmi con me, 1941) di George Cukor. Dopo altri due matrimoni falliti, nel 1946 l'attrice trova la felicità sposando John Theron Coulter, colonnello dell'aviazione americana, che susciterà in lei un desiderio di impegno civile, tanto che parteciperà come intrattenitrice agli spettacoli per le truppe, nei paesi dell'Europa occupata, nella seconda metà degli anni Quaranta. Attività questa che le varrà diversi riconoscimenti al valore militare. Nei primi anni Cinquanta l'attrice abbandona lo schermo per dedicarsi completamente a quelli che sono i suoi hobby preferiti, ossia la lettura (ella è estremamente colta, ed ama nutrirsi di alta letteratura), il gioco del bridge, e i viaggi in Francia. Ancora energica ed attraente, Constance Bennett si spegne a causa di un'emorragia cerebrale a soli sessant'anni, poco dopo aver terminato le riprese del suo ultimo film, Madame X (1966) di David Lowell Rich, con Lana Turner, che la vedeva sullo schermo dopo molti anni.