Christopher Nolan torna sul grande schermo, dopo quel, a parer mio, capolavoro di Interstellar, con un film appartenente ad un genere che ancora non aveva affrontato, ovvero il war movie ma lo fa in maniera del tutto nuova, personale, anticonvenzionale.
A detta di molti, si tratta del suo miglior film.
Nonostante ciò, avevo molto timore di vederlo perché, dopo aver visto Interstellar, uno dei miei film preferiti, sapevo che difficilmente Nolan sarebbe riuscito a raggiungere dei livelli così alti di qualità visiva, tecnica ma soprattutto emozionale.
Ma, ormai devo impararlo, Nolan non delude mai e realizza un film tecnicamente ineccepibile, con una fotografia tendente al blu che rende le varie sequenze visivamente suggestive, una regia impressionante, un uso molto variegato delle varie cineprese: si passa da un carrello ad una camera a mano, da una camera fissa (su un aereo o un'imbarcazione) a dei movimenti di macchina impressionanti ed in ogni inquadratura Nolan cattura delle immagini splendide, dalla maniacale e spasmodica precisione geometrica di un chirurgo del cinema che lui riesce sempre ad essere.
Poi, a curare la colonna sonora ritroviamo il grande maestro Hans Zimmer che, come è suo solito fare (soprattutto in un film di Nolan), svolge un lavoro esemplare: ritroviamo quel ticchettio, già presente in Interstellar, quasi persistente e continuo che, con il suo aumentare e diminuire di intensità, contribuisce a rendere le sequenze più angoscianti e strazianti.
La tensione, il fiato corto, le mani che sudano e che stringono la ruvida stoffa della poltroncina, gli occhi che si fanno umidi, il battito del cuore accelerato e degli inevitabili respiri profondi nei momenti più intensi, questo è quello che solo un regista come Christopher Nolan riesce a farmi sentire ed è questo che ho provato durante quasi tutto il film.
Un immersione praticamente totale all'interno del racconto tanto da provare delle emozioni e delle sensazioni uniche e che raramente riesco a provare nella vita di tutti i giorni.
Merito anche delle interpretazioni dei vari attori qui presenti, ovvero Kenneth Branagh (che interpreta il miglior personaggio e lo fa con grande maestria), Harry Styles (prima performance da attore che si traduce in una possibile carriera attoriale molto promettente), Cillian Murphy (semplicemente perfetto), Mark Rylance ( dopo Il Ponte delle Spie continua a sfornare interpretazioni magistrali), Fionn Whitehead (sorprendente, una giovane promessa) e Tom Hardy ( attore dalle capacità sbalorditive, con solo l'uso degli occhi riesce a trasmettere al pubblico tutte le parole necessarie).
In generale il film, come avrete ben capito, mi ha emozionato davvero moltissimo anche se mi aveva leggermente colpito di più il suo precedente lavoro.
Nolan, inoltre, torna a raccontare la storia in maniera molto complessa con una narrazione non lineare, come aveva già sperimentato in passato con Memento, e proprio questo tipo di esposizione rende il film più interessante e molto meno mainstream.
E, nonostante si tratti di un film molto particolare, soprattutto per il genere, è riuscito comunque ad avere un incredibile successo e a riscontrare dei pareri più che positivi da diversi e molti tipi di pubblico che hanno condiviso un'esperienza unica. Perché Nolan riesce, non solo a farti a apprezzare i suoi film, ma anche a farti amare il cinema come non solo fonte di intrattenimento fine a se stesso ma come pura e meravigliosa arte.
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