Miracolo a Le Havre |
||||||||||||||
Un film di Aki Kaurismäki.
Con André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Blondin Miguel, Elina Salo.
continua»
Titolo originale Le Havre.
Commedia,
durata 93 min.
- Finlandia, Francia, Germania 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 25 novembre 2011.
MYMONETRO
Miracolo a Le Havre
valutazione media:
4,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La poesia surreale di Kaurismakidi osteriacinematografoFeedback: 4575 | altri commenti e recensioni di osteriacinematografo |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
domenica 1 aprile 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film si svolge a Le Havre, città portuale dell’alta Normandia. E “Le Havre” sarebbe anche il titolo del film, se i traduttori italiani non avessero aggiunto quel “Miracolo” che, se pur attinente, si poteva tralasciare. Marcel Marx, un passato da scrittore bohemièn e da clochard, è un lustrascarpe che sbarca il lunario con difficoltà, interpretando una professione desueta con rispetto, umiltà ed abnegazione. Trascorre lunghe giornate nei dintorni della stazione di Le Havre, alla ricerca dei pochi clienti che ancora ne apprezzano i servigi; vive con la cagnolina Laika ed Arrietty, una vedova che l’ha raccolto e salvato dalla strada, e ricambia l’affetto del suo pallido ed esile angelo lavorando alacremente ogni giorno su quella stessa strada in cui ha sempre vissuto, e che rimane il suo habitat naturale. Nel tempo breve di poche sequenze, due avvenimenti scuotono la routine dell’uomo: la malattia di Arrietty, più grave di quanto egli stesso immagini, e la conoscenza di Idrissa, un ragazzino africano sbarcato clandestinamente in Francia. Mentre la compagna è costretta al ricovero in ospedale per curarsi, Marcel trova un motivo importante nella storia di Idrissa, scovato dalla polizia in un container diretto in Inghilterra, dove vive sua madre. Il ragazzino è scappato e la Gendarmerie è sulle sue tracce, e così Marcel decide prima di nasconderlo e sfamarlo, e poi di fare in modo che completi quel disumano viaggio intrapreso in Africa. Per realizzare il suo piano, Marcel si avvale della collaborazione dei propri amici e vicini di casa: la fornaia, il fruttivendolo, la fidata barista, un clandestino che vive in Francia sotto mentite spoglie, e persino un ombroso e incalzante investigatore dal doppio volto. Ne scaturisce un quadro denso di umanità, fatto di persone che conducono esistenze umili ma vere, capaci di sostenersi reciprocamente in caso di bisogno, legate a codici di fratellanza che sfuggono all’odierna società asettica e indifferente. Andrè Wilms interpreta Marcel Marx con commovente sensibilità, prestando al personaggio ogni piega o ruga del viso e uno sguardo profondo come il mare che lo bracca, tutto intorno; Marcel si sposta lungo il porto, fra le osterie e i mille volti della stazione col piglio di chi sente proprio il contesto che lo circonda e lo stringe a sé come un vecchio amico. Da evidenziare anche la prova di Jean-Pierre Darroussin nei panni dell’implacabile investigatore: l’ispettore Monet rappresenta simbolicamente la personificazione di un potere avverso, il nemico del popolo, l’uomo nero da temere, schivare, ghettizzare; ma dietro la maschera che il sistema gli assegna si nasconde un uomo solo e sofferente, che cerca di avvicinarsi alla gente, di aiutare quegli umili da cui forse anch’egli proviene, senz’abbandonare l’aplomb impassibile del suo personaggio, assecondando in superficie il volere superiore di un prefetto invisibile e divinizzato. Il film di Aki Kaurismaki è pura poesia: il regista finlandese utilizza un linguaggio scarno per privilegiare una storia che rappresenta la realtà senza i fronzoli estetici dell’ipocrisia, e descrive l’amore come il frutto quotidiano della convivenza e della condivisione, come la somma autentica di gesti e parole che legano indissolubilmente quanti hanno la forza e il coraggio di donarsi lealmente e nella reciprocità, oltre i condizionamenti dell’apparenza. “Miracolo a Le Havre” sembra muoversi sulla falsa riga di “Vita da bohème”, l’altro film francese di Kaurismaki, e mostra una speranza nuova e antichissima, come quella tracciata dai passaggi e dalle atmosfere surreali di Vittorio De Sica, come quella di una donna che decide di vivere per il suo uomo o di un ciliegio che esplode i propri germogli nel grigiore cementificato di un’esistenza dura ma possibile.
[+] lascia un commento a osteriacinematografo »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di osteriacinematografo:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Recensioni & Opinionisti |
Premi |
Multimedia | Shop & Showtime |
Pubblico (per gradimento)
1° | antonio montefalcone 2° | sassolino 3° | pepito1948 4° | tom87 5° | osteriacinematografo 6° | melandri 7° | francesca meneghetti 8° | rampante 9° | toro sgualcito 10° | great steven 11° | "joss" 12° | theophilus 13° | eugenio 14° | elgatoloco 15° | molenga 16° | olgadik 17° | maria f. 18° | chaoki21 19° | filippo gini 20° | filippo gini 21° | matteodimaria 22° | flyanto 23° | angelo umana 24° | pipay |
European Film Awards (5) David di Donatello (1) Critics Choice Award (1) Cesar (2) Articoli & News |
Link esterni
Sito ufficiale |