-
Questo memorabile film ha (a mio modesto parere) una doppia chiave di lettura: la prima (più facile, semplice ed immediata) si ferma agli aspetti maggiormente appariscenti, come la comicità, la satira (che riesce a raggiungere livelli di assoluta ferocia e lucidità), la critica, l’ironia, l’anticlericalismo, lo sberleffo; la seconda chiave di lettura abbraccia anche un vastissimo campo, che definirei di “ricerca”: la ricerca di noi stessi, della nostra identità, delle nostre convinzioni, della fede, dell’interiorità, della spiritualità, dell’umanità (intesa come contrapposizione al sovrannaturale), delle nostre possibilità e dei nostri limiti, che sono proprio quelli che porteranno al gesto di umiltà finale. Vale la pena di sottolineare che questo dualismo si ritrova in vari momenti della pellicola: nella contrapposizione tra creazionismo ed evoluzionismo (che, da sola, sarebbe sufficiente per un dibattito chilometrico), nell’affermazione del Papa quando dice alla psicologa che, di mestiere, fa l’attore (voleva nascondere di essere Papa o voleva dire che stava proprio “recitando” la parte del Pontefice?), nell’elezione a successore di Pietro (nel senso che i cardinali riuniti in conclave non possono “sbagliare” così come non può mai “sbagliare” il loro eletto anche se il finale dell’opera non può rappresentare nient’altro che la consapevolezza di un “errore”). Opportuna pure la segnalazione di una comicità che nasce dalle situazioni (se avessimo visto degli studenti che cercavano di copiare il compito di matematica in uno dei tanti film ambientati nel mondo della scuola non avremmo certo riso come di fronte ad un cardinale che cerca di copiare il nome del Papa; se avessimo visto degli “Immaturi” che, di fronte ad un compagno nervoso il quale cominciava a battere la penna sul banco, avessero cominciato a loro volta ad imitarlo non ci saremmo divertiti come quando lo abbiamo visto fare ai cardinali) o dalle parole (ascoltate con attenzione ciò che chiede Moretti prima di effettuare la visita). Ultima annotazione: l’interpretazione di Michel Piccoli rasenta la perfezione sia nei momenti di calma che nei rari attimi di nervosismo; gli è letteralmente sufficiente un corrugarsi delle ciglia, un battito delle palpebre, uno sguardo o un movimento delle labbra per riuscire a rendere comprensibile uno stato d’animo, una situazione, una sensazione. Eccezionale. P.S.: guardate con attenzione l’espressione del cardinale che dovrebbe annunciare l’elezione del Pontefice: non farlo significherebbe perdere qualcosa di incancellabile.
[+] lascia un commento a chiarialessandro »
[ - ] lascia un commento a chiarialessandro »
|