Chi lo critica non l'ha capito, chi lo ammira non lo ha capito comunque. L'ininterpretabilità di questo film è lodevole. Il trailer lo fa sembrare un film in stile "La casa" di Sam Raimi, ma è tutt'altro, anzi, non so neanche cos'è. Poche cose sono da dire, Lars Von Trier s'impegna, lascia la sua vecchia macchina a mano, per convertirsi finalmente ai dolly, alle steadycam e a ciò che tiene ferma la cinepresa. E' il suo primo film con effetti visivi digitali (supervisionati dal fido Peter Njorth), l'atmosfera è inquietante, la sequenza inziale dichiaratamente pornografica è perfetta. Il bosco ha un influenza malefica su i due, lei impazzisce e buca la gamba a lui e gli aggancia una pietra circolare per schiacciare grano (tipo quelle usate nei molini rudimentali) e lui la uccide. Forse i due nel profondo si sono sempre odiati? E la foresta è stata solo il catalizzatore? Forse lei è sempre stata pazza? E forse lui, pur essendo uno psichiatra è sucube della sua pazzia tanto da diventarlo anche lui? Un mare di domande senza risposta, forse realmente una risposta non c'è, forse bisogna limitarsi a guardare qualcosa che succede e basta, senza motivo. In un impeto di depressione, Lars Von Trier realizza un prodotto misto, horror, fantasy, dramma, ed effetti speciali splatter in perfetto stile Hostel. Certo non si può dire che sia fatto male, perchè il lato tecnico è infallibile e in questo caso mi basta. Nonostante tutto, Lars è uno dei migliori.
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