Chernobyl Diaries - La mutazione |
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Un film di Bradley Parker.
Con Devin Kelley, Jonathan Sadowski, Olivia Taylor Dudley, Jesse McCartney, Nathan Phillips.
continua»
Titolo originale Chernobyl Diaries.
Horror,
durata 90 min.
- USA 2012.
- M2 Pictures
uscita mercoledì 20 giugno 2012.
MYMONETRO
Chernobyl Diaries - La mutazione
valutazione media:
2,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Occasione mancatadi nick castleFeedback: 17468 | altri commenti e recensioni di nick castle |
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sabato 3 agosto 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Chernobyl Diaries è un film, un prodotto meglio dire, frutto di un filone oggi giorno sfruttato fino all'osso, un film che inevitabilmente si porta dietro i segni di una stanchezza del genere a cui appartiente. Ma sotto una coltre di ripetitività, di stereotipi, di cose già viste, di un copia incolla cinematografico con tanto di sfumino photoshoppiano, che trae in inganno anche i più attenti, c'è qualcosa, c'è un ambiente, una situazione, una psicologia sociale, che poteva dare tanto. Il film proposto così com'è, con quel canovaccio di trama che ha e quella regia da iPhone, può risultare con buona volontà, passabile, ciò che invece non passa e non passerà mai è il perdere l'occasione di fare un buon film. Perchè davanti a film falliti dal primo minuto non c'è risentimento nel bollarli come delle porcate e chiuderla lì, ma davanti a un Chernobyl Diaries la questione cambia, ci scontriamo con un ambientazione che dà un decimo di quello che potrebbe veramente dare, ci scontriamo con scene che così come sono la loro massima aspirazione è puntare tutto sullo spavento da nanosecondo, da quell'unisono sonoro che ci coglie sempre di sorpresa e ci fa sobbalzare sul momento, ma che passato quello rimane il nulla, dove invece con una maggiore presa di coscienza da parte del regista la questione poteva cambiare radicalmente introducendo una messa in scena più studiata, giocando con le luci e coi tempi narrativi. Per poi, tutto questo, portarci al finale, di ignobile semplicità ma di grande rivelazione, purtroppo anche quà appena accennata, chi sono quegli uomini? I mutati sono pazienti? Fanno esperimenti su di loro? Cercano di curarli? Li hanno creati loro? Da quanto va avanti questo? Non è facile avere un buona idea oggi, Oren Peli l'ha avuta, come la ebbe con Paranormal Activity, ma a differenza di questo nel suo primo film, la seppe sfruttare al meglio, quella esile storia divenne immensa se vista dagli occhi della telecamera, quà più che sfruttarla al meglio, sembra che si sia impegnato a maltrattarla per renderla il più possibile banale e scontata. In epoca di multimedialità, giusto per concludere, bisogna poi rassegnarsi per certi versi ad assistere a un estetica da puro videogioco survival horror, perchè è davvero fine la linea che separa un film del genere da un videogioco come Silent Hill: Homecoming, per impostazione scenica, meccanismo del terrore e della sopravvivenza dei protagonisti, cosa che poi per certi versi può essere un vantaggio se saputa macinare come si conviene.
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