Antichrist |
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Un film di Lars von Trier.
Con Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg
Titolo originale Antichrist.
Horror,
durata 100 min.
- Danimarca, Germania, Francia, Italia, Svezia, Polonia 2009.
- Lucky Red
uscita venerdì 22 maggio 2009.
- VM 18 -
MYMONETRO
Antichrist
valutazione media:
2,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Allucinazione lucida, analisi perversadi Stefano MontecchiFeedback: 0 |
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martedì 26 maggio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film è il risultato di una sofferta fuga dalla depressione che Von Trier ha attraversato negli ultimi 2 anni. Sporco nella sua apparente eleganza, depravato nella sua messa in scena, ANTICHRIST ha in se' il germe del dolore (che è anche il titolo di uno dei capitoli di cui il film è suddiviso), e per tutto il primo tempo si ha l'impressione che il regista abbia riversato nel film gli insegnamenti del suo analista. Storia semplice: marito e moglie (bravissimi gli interpreti) fanno l'amore mentre il piccolo figlio cade dalla finestra e muore. Il marito (un terapista) decide di curare i sensi di colpa della moglie nella loro casetta nel bosco (denominato EDEN). Le belle immagini al rallentatore sono a volte interrotte, già dall'inizio, da pesanti primi piani di genitali atti a mostrare la carnalità della presenza umana in un film che vede, come contraltare ai due protagonisti, la "natura". L'horror è un pretesto per raccontare una morale originale: l'essere umano, che fa parte dalla natura, a causa della propria razionalità se è discostato fino a non comprenderla più, per arrivare, dopo secoli di incomprensioni, ad attribuirle significati che sfociano nella superstizione e in una cattiva analisi di essa e della sua presenza. "La natura è Satana", dice la moglie a metà film. Ed ecco che il film cambia: marito e moglie riavvicinati nel dolore della perdita del figlio, si dimostrano infine antitetici. Lui, razionale, si ritrova amico della natura (al punto da essere paragonato ad una quercia morente che distribuisce ghiande come fosse sperma per un innato senso di immortalità della propria specie). Lei, che si scoprirà avere usato la casa nel bosco come rifugio per studi satanici che l'hanno completamente assorbita, diventa un'eretica che "usa" la natura in modo distorto per dare un senso a un'esistenza che, come direbbe Vasco Rossi, un senso non ce l'ha. La donna si masturba e si fa amare dal marito su una catasta di legna che nasconde cadaveri del passato, gestisce la sua vita in base a una geografia astronomica apocrifa, subisce il fascino di animali (corvo, volpe e cerbiatto) ai quali attribuisce oscuri significati, si scopre avere volontariamente recato danno al frutto del suo corpo, il figlio. Tra cadute di stile (la volpe che parla, ad esempio) e ritmi che si lasciano scappare d mano il grande pubblico, il film arriva a un finale simile a quello dell'horror asiatico AUDITION. La moglie si trasforma in strega, infligge al marito torture ai genitali, e stessa cosa fa a se' stessa. A questo punto anche il sesso, che è "natura", diventa depravazione ed insulto. L'eretico del film è proprio Von Trier, che distrugge il simbolismo e ogni tipo di superstizione per ritrovare una visione laica del mondo attorno a noi, una visione oggettiva della natura che ci circonda e di noi che ne facciamo parte (il finale che non spiegherò parla chiaro in questo senso). Tre stelle per l'impegno, per l'originalità, per il genio di un folle che ha però l'arroganza di portare lo spettatore a visioni estreme (rimarrà impressa nella mente la scena del clitoride così come fece quella dell'occhio di Bunuel), in un mondo che poteva essere raccontato in tanti modi fuorchè questo, il mondo di Von Trier. Come accade nel film alla moglie, Von Trier è il nemico di se' stesso. E la violenza che fa verso se' stesso per liberarsi dai suoi mostri interiori diventa uno schiaffo dato in faccia al pubblico. Che fatica amare un regista che ama essere odiato.
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