Antichrist |
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Un film di Lars von Trier.
Con Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg
Titolo originale Antichrist.
Horror,
durata 100 min.
- Danimarca, Germania, Francia, Italia, Svezia, Polonia 2009.
- Lucky Red
uscita venerdì 22 maggio 2009.
- VM 18 -
MYMONETRO
Antichrist
valutazione media:
2,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Come la Corazzata di Fantozzidi ammechemmenefregammeFeedback: 100 | altri commenti e recensioni di ammechemmenefregamme |
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mercoledì 12 agosto 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Più o meno penso di questo film quello che il Fantozzi pensava della Corazzata. Diciamo, per tenere una linea intellettuale di livello adeguato al contesto in cui viene collocato il regista a furor di popolo, che il film potrebbe essere definito come un'evacuazione di dimensioni importanti. Ciò che vorrebbe risultare claustrofobico, spalmato per tutta la prima metà della pellicola, nei fatti diventa noioso e ritrito. 'Sta voce monotona che ripete, per interminabili quarti d'ora, mantra di para-psicanalisi che fanno quasi rimpiangere i libri di Fabio Volo. Le riprese a mano libera che fanno tanto indie radical chic no global anarchy in the uk. E che fanno venire il mal di mare. Poi, tutt'ad un tratto, Lars si accorge che forse gli aforismi estrapolati dal Bignami di alta psicologia hanno un po' eroso la sacca scrotale dello spettatore e vai con la sagra dello splatter. Me lo immagino, il Lars, con il suo assistente. Che chiameremo Gigi. «Gigi, sient'ammè, te che bazzichi tutte quelle schifezze di film horror tipo Hostel, Human Centipede, Cannibal Holocaust, Tre metri sopra il cielo, eccetera. Insomma, mi aiuti con qualche idea che faccia veramente schifo? Di quelle che te le sogni di notte, che ti devi prendere il Brioschi mentre guardi il film… sai, no? Che ormai sta gente è sempre più difficile shockarla. Non sai più dove andare a parare. Oh,Gigi, quelli si riescono a guardare la D'Urso al pomeriggio.» E allora vai con l'antitaccheggio alla gamba, la castrazione alla moda dei tagliaboschi e una bella sforbiciata alla Jean Louis David al clitoride, tanto per gradire. Insomma. Un esercizio di masturbazione cinematografico-psicologica che deve aver compiaciuto tanto l'autore, quanto gran parte del suo pubblico, certamente uscito dalla sala attanagliato, in cuor suo, dal dubbio: «Dico che mi è piaciuto e mi godo l'effimera sensazione di sentirmi più intelligente di quando sono entrato, oppure esprimo quello che penso e i miei amici sapientoni con la erre moscia mi mollano qui e devo chiedere l'autostop per tornare a casa?» Uhm. Oh belli, vi va una pizza? Bianca, magari. Note positive: la fotografia (a tratti davvero superba), Handel e la coerenza delle fasi della depressione della protagonista, finché non va tutto in vacca. Ora magari, prima di andare a letto, mi vado a vedere Ace Ventura.
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