Inland Empire - L'impero della mente |
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Un film di David Lynch.
Con Laura Dern, Jeremy Irons, Justin Theroux, Harry Dean Stanton, Julia Ormond.
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Titolo originale Inland Empire.
Drammatico,
durata 172 min.
- USA, Polonia, Francia 2006.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 9 febbraio 2007.
MYMONETRO
Inland Empire - L'impero della mente
valutazione media:
3,74
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una "terza sinfonia" con qualche steccadi ShostakovichFeedback: 0 |
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domenica 18 febbraio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Inland Empire riprende il meccanismo narrativo di (almeno) due precedenti film di Lynch: Strade Perdute e Mulholland Drive. L'arcano è presto svelato: lo spettatore non deve lambiccarsi a ricostruire una trama tradizionalmente intesa, ma è sollecitato da mille piccoli "motivi" (ad es. il cacciavite, la lampada, numerose frasi ripetute, ecc.), che vanno a costituire altrettanti temi di una "sinfonia di immagini". In questo senso non ha significato chiedersi, al pari di quando si ascolta una sinfonia di Beethoven, quale sia la trama, e cosa voglia significare. E' importante che l'esperienza sensoriale (visiva o musicale) ci trasmetta qualcosa, ci arricchisca in qualche modo, ci comunichi un messaggio che non possa tradursi (o meglio ridursi) in parole. E sin qui le note positive: Lynch regista coraggioso, originale, inventore di un linguaggio personale, che crea film in grado di dire qualcosa (cosa assai rara di questi tempi!). Ma il film ha anche (secondo il mio modesto parere) numerosi difetti. Infatti Lynch appare forse affetto da una crisi di idee: vi sono situazioni ed atmosfere che ricordano sin troppo da vicino altri suoi film (da Velluto Blu a Strade Perdute a Mulholland Drive), vi è un gusto eccessivo per la ripetizione di gesti ed azioni, si percepisce qualche calo di tensione, ed una mano troppo restia a "tagliare" scene superflue. Il tutto induce anche il fan più accanito del grande regista a chiedersi se questo film sia proprio necessario, se esso aggiunga o meno qualcosa alla poetica del suo autore; si può essere addirittura innervositi da quest'opera satura di autocitazioni e di azioni ripetute. Per ora sospendo il giudizio: mi ripropongo di rivederlo almeno una volta!!
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